Podere La Cappella – Pomona – Un giorno nel Chianti Classico a visitare due aziende che durante le anteprime mi sorprendono sempre

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Podere La Cappella
San Donato in Poggio (Fi)
www.poderelacappella.it

Az. Agr. Pomona
Località Pomona 39
S.R. Chiantigiana 222
Castellina in Chianti (Si)
www.fattoriapomona.it

Un giorno nel Chianti Classico a visitare due aziende che durante le anteprime mi sorprendono sempre.
La prima azienda ed è la mia prima volta, è Podere La Cappella.
L’arrivo mi è sembrato un po’ strano, tante cose tutte insieme, da non sapere dove guardare, tutto mi sembra intrigante, la chiesa, una statua, il boschetto e una costruzione di campagna molto bella. E’ una giornata fredda, ma il tutto è invaso di calore familiare. Ci salutiamo, qualcuno di noi è già qui, l’entrata nella casa sa di meraviglia, un salone bellissimo, il fuoco acceso e le bottiglie da aprire che fanno presagire una degustazione molto interessante. Il gruppo si riunisce e si va in cantina. I locali sono  scavati nella roccia, si scende nei sotterranei il camminare lo scoprire è molto piacevole, in ogni passo ho voglia di far domande, Natascia però ci racconta tutto in maniera esaustiva. Si torna su, e uno sguardo alle vigne fin dove si può camminare senza infangarsi ci sta tutto, peccato, sarà per la prossima volta.
Prima di andare a degustare un passaggio alla cappella è d’obbligo, anche perché è molto carina.
Si entra in casa e inizia lo show di Bruno e dei vini. Un mare di aneddoti, di storia, esce dalla sua voce, lo staresti sempre a sentire, poi forse, capisce che oggi i loro vini sono in gran forma e lascia la parola a Natascia, prendiamo posto in un tavolo molto grande, in un salone in cui molte cose destano attenzione. L’inizio della degustazione è con il loro bianco.

Oriana 2016, vermentino 100%, si presenta con un’etichetta bellissima, è un’opera di Antonio Manzi, di lui anche la scultura all’esterno, dedicata a Oriana, moglie di Bruno e mamma di Natascia. Il quadro è appeso in una stanza adiacente al salone. Presentarsi con un vino di 4 anni mi fa pensare a quanto tengono a lui e quanto sono sicuri di colpire in qualità. Ci siete riusciti benissimo, un vino piacevolissimo con tutte le carte in regola per farmi godere ancora negli anni (87).

Chianti Classico 2018, sangiovese 90%, merlot 10%, profumi intensi che preannunciano una buona acidità, la riscontro e porta a una beva gradevolissima, sembra trotterellare in bocca come un cavallo in una gara di equitazione. Sono sicuro che anche quest’anno mi sarei alzato durante la degustazione del Chianti Classico per venirvi a fare i complimenti (90).

Mentre si degusta la voglia di Bruno di stupirci ritorna gustosissima. Prosciutto e salame di cinghiale da tornarci in pellegrinaggio, prosciutto sloveno che ti fa sognare di partire con lui.

Chianti Classico Querciolo Riserva 2017, sangiovese 100%, ricordo gli assaggi di Firenze, ogni volta sono in dubbio tra lui e il precedente, oggi perde lui, l’annata è stata quella che sappiamo, nonostante tutto si fa apprezzare (87).

Corbezzolo 2015, Sangiovese 100%, mi piace per la sua freschezza, la beva è lunga e fine, anche se non ti riempie completamente la bocca, mi fa pensare a quei vini che ti porteresti in un pic-nic sul prato e va benissimo così (88).

Cantico 2014, merlot 100%, maledetti tappi. TAPPO!

Cantico 2013, merlot 100%, ma siamo in Toscana o chissà “n’dove”. Profumi intensi, buonissimi, il naso resta incantato da tanta intensa bontà. Che vino, che merlot, me lo tengo nel bicchiere chiedendone un altro, lo gusterò alla grande fino alla fine (95).

Cantico 2009, merlot 100%, al paese mio si dice: “ciarincocci”. Un altro merlot, un altro vino che sembra di stare nei pressi di Pomerol, Invece siamo a Podere La Cappella e qui il merlot si fa rispettare. A differenza dell’altro è leggermente meno lungo, poi una piccola acidità che mi ci piace tantissimo me lo fa godere, ancora un vino di questa annata (bistrattata) che mi sorprende in ogni dove della nostra nazione (93).

Chianti Classico 2004, sangiovese 90%, merlot 10%. Un colore vivissimo da starlo a guardare per ore, luminoso, profumi intensi che annunciano una beva fresca, delirante, vino da tenere a mente per i prossimi 50 anni, ho chiesto a Natascia se me ne lascia una bottiglia per il 20 aprile 2059, sarà il giorno dei miei 100 anni e dopo un mese perché bevo tanto cesanese… posso anche morire felice (95).

Chianti Classico Riserva Querciolo 1998, un vino di 22 anni che oggi mi fa godere in tutta la sua piacevolezza (92).

Corbezzolo 1997, sangiovese 100%, quando si dice: “finire con il botto (94)”. Un vino di una limpidezza entusiasmante, un vino di una piacevolezza “accapponante”, un vino che a completamento di una degustazione sopra ogni previsione mi fa pensare che con molto piacere darò a Bruno e a sua figlia Natascia il mio adesivo per azienda consigliata da il Gourmet Errante.
Mentre lo attacchiamo Bruno mi racconta altre cose della sua vita, un uomo trascinante. Ci salutiamo con tanto entusiasmo che si emana da ognuno di noi, con la promessa di ripetere ancora una giornata così in un giorno di primavera avanzata.

La giornata continua in un’altra azienda che reputo tra le migliori del Chianti Classico, della Toscana e dell’Italia intera, per questo la feci mia azienda dell’anno per il centro Italia nell’anno 2019, l’azienda è Pomona di Monica Raspi e della sua famiglia.
Siamo arrivati all’ora di pranzo, qualche minuto di ritardo fa si che la fame c’è tutta, la voglia di degustare ancora di più, per quella che è una giornata ottima per bere.

Un salone di casa di campagna, molto ben messa, un fuoco acceso in un camino enorme, la ciccia che aspetta per essere divorata, costine, salsicce e una fantastica bistecca. Salumi e formaggi per iniziare. Intanto si inizia a stappare le anteprime ci aspettano.

Piero rosso Toscana IGT 2019, sangiovese 100%, vino buono per iniziare ci vuole la freschezza e la piacevolezza, qui c’è tutta, si fa apprezzare (87).

Pomona Chianti Classico Docg 2018, sangiovese 100%, voglio essere un po’ severo, perché altrimenti potrei dire che è troppo buono, buono ASSAI direi, sicuramente sarebbe andato tra i miei migliori assaggi della degustazione Chianti Classico alla stazione Leopolda (91), ormai questa azienda è sempre più una garanzia.

Pomona Chianti Classico DOCG Riserva 2017, sangiovese 100%, in quest’annata si potrà esser fatta un’ottima riserva? La risposta è questa, vino che berrei già da adesso e che si farà aspettare, sarà anche un po’ esile… ma quanto scorre (90).

Pomona Cabernet Sauvignon Toscana IGT 2019, a tavola ci sta bene un vino piacevole? Sempre! Allora eccolo qua, complimenti a te che hai dato la giusta piacevolezza a un vitigno come questo. Solo acciaio e andiamo avanti (87).

Intanto i piatti si sono riempiti di un’ottima ribollita, di fagioli e della carne cotta a mestiere da Alessio Bernini.  Nel frattempo eravamo scesi nello storico della cantina Pomona, ci siamo sbizzarriti nel prendere le annate dei nostri figli, io non ho trovato la 1994, ma la 1992 si.

Senza che mi metto a parlare delle quattro annate vecchie, vi dico solo che oggi era davvero un’ottima giornata per bere bottiglie piene di affetto. Eccole: Bandini Villa Pomona Chianti Classico DOCG Riserva 2009, Bandini Villa Pomona Chianti Classico DOCG Riserva 2004, Bandini Villa Pomona Chianti Classico Riserva 1996, Bandini Villa Pomona Chianti Classico DOCG 1992, ogni bottiglia ha avuto un suo perché, tutte, eccetto la 1992 che si è fatta aspettare, poi anche con il cuore pensando al mio Leonardo, mi ha entusiasmato,  erano in ottima forma. Durante il tutto è accaduta una situazione entusiasmante, ha chiamato la mamma di Monica e in viva voce gli abbiamo fatto i complimenti, invitandola a esserci la prossima volta, il tutto è finito tra applausi calorosi.

Tozzetti di Alessi a Cori, caffè e tanto entusiasmo ci ha fatto dimenticare la foto di gruppo, cosa più grave, io ho dimenticato di lasciare a Monica il mio adesivo per azienda consigliata da il Gourmet Errante. Bisogna tornare presto.

Si torna divisi verso casa convinti di aver passato una giornata in due aziende del Chianti Classico che sono bravissime… ASSAI!

Pasquale Pace
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