Sei annate di Tignanello dal Doctor Wine.

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Doctor Wine e Antinori
Roma 18 Ottobre 2015
Sei annate di Tignanello
www.docrorwine.it
www.antinori.it

A volte si dice:  silenzio, facciamo parlare il vino. Oggi, durante una mini verticale di Tignanello, vino prodotto da Antinori, ho voluto dire a me stesso: silenzio, facciamo parlare quei due signori sul palco. I due signori erano Renzo Cotarella, enologo dal 1993 del Tignanello, e Daniele Cernilli alias Doctor Wine, curatore della guida Vini Essenziali d’Italia e non solo. Uno che ha il vino che gli scorre nelle vene e ne sa come pochi di tutti i vini del mondo. Asoltarli è un piacere grande, ed è bello che raccontino del Tignanello con anedotti, mentre si degustano le annate già versate, con molta dimestichezza ma senza esagerare in descrizioni di profumi e abbinamenti. Le annate sono sei, come al solito io parlerò di quello che è stato nel mio bicchiere in quel momento.

1998 (88) il mio punteggio è di qualche punto in più per gli anni di questo vino, per la sua salinità, mi piace, acidità che gli dà carattere come a dire: spero che mi potrai risentire tra qualche anno. Lo spero anche io.

2001 (85) il meno convincente; mi ero informato sulle annate e avevo letto in un’altra guida che il 2001 nel Chianti era un’annata a 5 bottiglie, forse questa non stava bene, risentito prima, dopo e durante la verticale, mai deciso, sempre con poca verve.

2005 (89) si inizia il racconto di questo vino con la storia dei sassi portati in vigna per sperimentare e poi tenuti. Evvai di anedotti, il vino in questa annata è uscito con un anno di ritardo per farlo affinare di più in bottiglia, un vino intrigante, più si apre più prende corpo e bontà, me lo sarei portato dietro perché la sua bontà aumentava sempre di più.

2007 (90) eccolo il Tignanello che ti dice: ero buono alla mia uscita, lo sono adesso e lo sarò chissà per quanto. Mi ha convinto dal primo sorso. Alla fine della degustazione mi sono accorto che era l’unico finito.

2010 (92) da quello che ha detto il signor Cotarella il miglior Tignanello deve ancora arrivare, intanto il tronco conico e le follature manuali iniziano a fare il loro effetto, questo 2010 è davvero fantastico, ho avuto la sensazione che mi sia arrivato un cazzotto, poi pian piano mi ha accarezzato ed era buono buono, mi sono allungato sulla sedia e per un attimo mi sono estraniato da tutto per far godere il mio palato e tutto me stesso.

2012 (90) un Tignanello che pizzica sulla lingua, frizza fino a farti muovere le gambe, sembra un vino che ti dà energia, lui ne ha tanta e chissà per quanto tempo ancora.

La degustazione che speravo, da un vino che mi è sempre piaciuto, un vino con il giusto prezzo per un vino così importante, un vino che si produce in circa 350.000 bottiglie fino a volte ad arrivare a 400.000. Si produce su un terreno di 57 ettari, a un’altezza che va dai 350 ai 400 m.s.l.m., il vino prende il nome dall’appezzamento di terra omonimo. Il Tignanello è stato il primo Sangiovese italiano a essere affinato in barrique. Uno dei primi vini rossi nel Chianti a non usare uve bianche. A partire dal 1982 gli uvaggi sono rimasti gli stessi: Sangiovese 80%, Cabernet Sauvignon 15% e Cabernet Franc 5%. Alla fine posso dire che né è valsa davvero la pena di partecipare a questa mini verticale, per degustare un ottimo vino e per ascoltare due personaggi del vino che vale davvero la pena stare a sentire.

Pasquale Pace
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