Ristorante Gli Scacchi a Caserta Vecchia (Ce)

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Ristorante “Gli Scacchi”
Via Prov. per Casertavecchia, 3
Loc. San Rocco
Casertavecchia (Ce)
www.ristorantegliscacchi.com

A volte la pioggia non viene per caso. Non avendo molta fame, si voleva visitare un po’ il territorio, dopo che si era fatta la vendemmia notturna nell’antica Masseria Venditti. Così, dopo un paio di caffè, si era scelto di visitare Sant’Agata de Goti, uno tra i borghi più belli d’Italia, ma quando siamo arrivati, un forte temporale non ci ha letteralmente permesso di scendere. A questo punto ho iniziato a telefonare in un paio di locali della zona. Nelle due telefonate fatte al Ristorante “Gli Scacchi”, la risposta è stata sempre: alle 14,30 se a voi sta bene. La pioggia non smetteva e siamo arrivati a Caserta Vecchia, al ristorante alle 14,15. Sin dal primo momento la gentilezza del proprietario, della figlia e del cameriere sono risultate perfette. Ci sediamo alle 14,40. Ci apparecchiano la tavola mentre decidiamo cosa mangiare, nel frattempo arriva un piatto di benvenuto niente male: pane, cipolla e fico caramellato. Si decide per tutto il tavolo, siamo in quattro, di fare l’antipasto dell’orto, che varia a secondo la stagionalità, oggi era questo: Insalatina tiepida di fagiolini, patate alla zafferano e petali di fiori di zucchina, sarà un caso che ogni volta che in un piatto ci sono i fagiolini, buonissimi da soli, il piatto non mi soddisfa? Non so, ma sarà l’unico del pranzo, infatti mi rifaccio subito con la seconda portata dell’antipasto: zuccottino di scarola, ricotta di bufala, pomodorini del Vesuvio e olive di Caiazzo, davvero un’ottima idea, un buon boccone davvero; ancora: buccette di melanzane in agrodolce su pane alle erbe aromatiche, le melanzane cucinate così mi mancavano, sono felice di averle mangiate. Si continua: polpettina di melanzane su passata di antichi pomodori. Sono indifferente alle polpette di melanzane, da oggi ho un piacere che non avevo mai provato, polpette davvero buone, il pomodoro un tocco di classe in più; e ancora: zuppa di fagioli di Controne con pane tostato e pomodorini secchi del Piennolo, cipolla d’alife al profumo di origano di montagna. Non una vera zuppa, un piatto di bellezza e bontà. Scarpetta dietetica con dito … obbligatoria. Il vino: bello aver trovato un’Anthologia 2013 di Masseria Felicia. Una gran buona bevuta, un vino in grande forma, un vino pieno di fascino come chi lo produce, un vino delicato, avvolgente di piacere e calore. Poi parlando con Gino, il proprietario, lui  ci ha promesso che la prossima volta si potranno scegliere vini campani di vecchie annate insieme nella cantina privata, un tocco in più a tutto ciò che di buono e bello è stato e sarà. Si passa ai primi piatti: pappardelle (buonissima la pasta) con ragù bianco di frisona, un cucchiaio di sugo finto e pecorino; gnocchi di farina di grano arso con filetto di baccalà, crema di pomodori del Piennolo e pomodorini gialli di Napoli. Un primo piatto buonissimo, ogni prodotto si sente singolarmente per poi esaltarsi tutto insieme, in un sapore fresco, sapido, terroso. Un piatto che mi resterà impresso. Si candida come uno dei miei tre primi piatti per l’anno 2016. Il secondo non ci va davvero, veniamo da cene e colazioni molto simpatiche. Ma tra i formaggi ce n’è uno che non posso perdermi, Gino ce ne porta due: Caprino in crosta fiorita – Le Curti – Carmine Bonacci – Giano Vetusto e  Pecorino Laticauda stagionato 24 mesi – Agricola Quercete – San Potito Sannitico, un formaggio capolavoro. Siamo in relax, raccontandoci di noi e ci viene l’idea di un po’ di frutta, così Gino ci porta quella che chiama la tagliata di frutta: non è semplice chiedere in un ristorante un po’ di frutta e vedersi arrivare … una tagliata di frutta così varia, colorata, fresca e tanto buona. Gino ci dice che Marilena ci vuole far assaggiare la crostata all’arancia, rispondiamo una porzione in quattro, eccola: la crostata con crema all’arancia. Questa non è una crostata, questa è un gran buon dolce, se un giorno tornerò la chiederò alla signora Marilena. Ancora due dolci: crostata ai fichi, dolce, ma equilibrata dalla frolla, il burro gli dà quel tocco di classe in più; la torta di mele annurche e un buon caffè che chiude un pranzo davvero ben fatto, gustato, accompagnato da infinità gentilezza dal cameriere e da Valentina, la figlia dei proprietari. Sono rimaste poche persone e quindi accogliamo Marilena con un caloroso applauso. I complimenti ci stanno tutti, così come la foto di rito. Eccolo un altro posto che consiglierò a chi mi chiederà dove si può andare a mangiare a Caserta. Oltre al ristorante vi ricordo il fascino di Caserta Vecchia. Oltre a tutto ciò, quando il tempo lo permette, si può mangiare all’aperto come se si stesse nel giardino di casa, perché questa è una casa, la casa di Marilena, Gino e di sua figlia Valentina.

 

Pasquale Pace
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