Poggio di Sotto, i vini fatti come piace a me, Montalcino

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Tenuta Poggio di Sotto

Località Castelnuovo dell’Abate, 1

Montalcino (Si)

www.collemassari.it/it/tenuta-montalcino.html

Ero a Montalcino dal venerdì mattina per Benvenuto Brunello 2016. Ero lì presto grazie alla grande amicizia di persone squisite. Grazie a ciò ho avuto la possibilità di iniziare presto a degustare. A metà mattina vedo arrivare Davide Bonucci, punto di riferimento per la Toscana tutta. Ci salutiamo e mi annuncia bellissime cose, tra queste la visita a Poggio di Sotto per il giorno seguente alle 17,00. Tutto arriva presto, anche più presto di quanto previsto, alle 15,45 mi vengono a cercare perché la visita è stata anticipata alle 16,00. Ho pensato subito: chissà se vedrò gli splendidi tramonti di quella zona. Tramonti che ho visto altre volte da un’azienda vicina. Poggio di Sotto, Colle Massari, Grattamacco, tutti i loro vini, se avessi la possibilità, ogni anno ne comprerei un cartone di ognuno. Così siamo a Poggio di Sotto, in un’azienda che dire bella è poco. I vigneti partono dal cancello di entrata,  affacciandosi dai giardini,  Chiara ci indica le altre vigne, tutte molto vicine alla cantina, le altezze partono da 200 metri fino a circa 400, per un totale di 16 ettari, poi olivi e bosco per un totale di 44 ettari. Qualcosa so di come si fanno i vini qui, la conferma ce l’ho vedendo e ascoltando Chiara Antoni, è lei che ci fa fare la visita e la cosa non mi è dispiaciuta affatto. Si raccoglie l’uva in cassette dopo una cernita dei chicchi in vigna, le vigne hanno rese basse da 30 a 35 ql. per ettaro, l’uva arriva in cantina dove si fa una seconda cernita, su nastri, poi l’uva viene pigiata e a caduta va nei troncoconici (i miei preferiti)di 70 hl. e in serbatoi di acciaio,  la fermentazione avviene in forma spontanea con lunghe macerazioni e continui rimontaggi a mano. Quando tutta la fermentazione è finita, il vino passa in botti grandi da 30 ettolitri di rovere di Slavonia, dove resta per due anni se diventa Rosso di Montalcino, per quattro se Brunello, per cinque se Riserva, quindi ulteriore affinamento in bottiglia a secondo dei casi. Infine si sale su in sala degustazione, salendo le scale il sogno sarebbe di assaggiare il più possibile, ma qui i vini, le annate finiscono prima di uscire, quindi si degustano i tre vini che erano all’anteprima Brunello, però c’è un particolare importante e simpatico, i vini ci vengono serviti da un gran personaggio, nonché enologo della cantina, lui è Federico Staderini, ci versa i vini e va via, lui è di poche parole, ma è tanto, tanto bravo. Ecco la degustazione:

  1. Rosso di Montalcino 2013, per questo vino si fa tutto ciò che si fa per gli altri due vini più importanti, per questo sembra un piccolo Brunello, questa annata è meno imperiosa di altre, ricordo un grande 2010, ma ne vorrei avere di vini così da bere con facilità, dando loro la giusta importanza, essendo un rosso, non un Brunello (86+);
  2. Brunello di Montalcino 2011, la prima cosa che mi viene da dire è: voi aspettate ma io lo berrei subito, lasciandone qualche bottiglia per vedere, ma in quest’annata già mi sembra tutto molto buono, un vino da bere con piacere già da adesso (91);
  3. Brunello di Montalcino Riserva 2010, la riserva esce fuori quando merita, si sceglie tra la migliore botte della cantina per fare circa 400 bottiglie, un vino costoso, ma poi penso che se fosse in mani francesi questo vino che costerebbe minimo il doppio di quanto è il prezzo in Italia, un vino sontuoso, Brunello Riserva ottimo (93+).

Soddisfatto di tutto, mi accorgo che qui le visite si susseguono a raffica, in particolare in questo periodo, mi è rimasto il tramonto però, eccolo puntuale bello come sempre, a incorniciare di splendidi colori un’azienda stupenda. 

 

Pasquale Pace
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