BioVio ad Albenga tra odori e ottimi vini

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Bio Vio
Fraz. Bastia
Via Crociata, 24
Albenga (Sv)
www.biovio.it

Penso che sia la prima volta che per raccontare un’azienda vitivinicola parto da un’attività collegata alla stessa. Sto parlando di BioVio.  Loro, dai primi anni ottanta, confezionano in modo impeccabile profumi e aromi di Liguria. Dal 1989 sono certificati biologici, tutto viene raccolto a mano, tutto viene fatto bene per portare i migliori odori sulle tavole degli italiani. Oggi la struttura è di 2000 mq e di circa 4000 mq per le operazioni di carico e scarico. Tutta la fase lavorativa viene svolta a mano dagli impiegati dell’azienda, da 25 a 30 persone a secondo della stagionalità. Alloro, basilico, aneto, cerfoglio, coriandolo, dragoncello, erba cipollina, maggiorana, menta, origano, prezzemolo liscio e riccio, rosmarino, salvia e timo vengono confezionati in pacchetti con due catene di produzione, per mantenere il massimo della freschezza e soprattutto dei profumi. Quindi il tutto parte per andare nei piatti di chi capisce la qualità di tali prodotti. Io però prima che per le erbe aromatiche, conosco l’azienda BioVio per i suoi vini. Vini che ho comprato, fatto conoscere, degustato e oggi finalmente sono qui a visitarne il luogo. Il tutto inizia a pranzo, con carciofi fritti e crudi di Albenga, i carciofi mi piacciono e qui sono cucinati molto bene, poi coniglio fritto, tra cui un ottimo fegatino. Ancora antipasti, con un’ottima insalata di spinaci con salsiccia, pinoli e olive. Il primo non può essere che con il pesto, lo speravo tanto, con le trenette, da bis, e bis è stato. Mangiando si degustano i vini, eccoli i vini di BioVio, della famiglia Vio:

  1. “Aimone” Riviera Ligure di Ponente DOC 2015, 100% Vermentino, il vino di entrata dell’azienda, sarà la fame, sarà la sete, il vino accompagna la frittura e il resto come un buon compagno di passeggiata (84):
  2. “Bon in da Bon” Riviera Ligure di Ponente DOC 2015, 100% Pigato, si sale e come sempre lui è un gran buon vino, mi ha sempre entusiasmato e oggi si ripete in tutto e per tutto (89+);
  3. “Marixe” Riviera Ligure di Ponente DOC 2005, 100% Pigato, ecco il dirvi grazie per questa emozione che resterà nella mia mente, lo vedo dall’apertura,  questa bottiglia sarà da ricordare. Aimone lo apre, lo versa nel suo bicchiere, lo annusa, i baffi si iniziano a drizzare, gli occhi sono felici, lo degusta e si vede l’emozione sul suo viso, lo versa a noi quasi tremolante, Carlo Zucchetti che non lo conosce, esclama: Che è questo vino, è buono assai! Io ne ero quasi sicuro che era buono, lo è molto di più di quanto pensassi, è perfetto già dal colore, mi piace vedere la felicità di tutti di fronte a una grande beva. Un ottimo vino bianco italiano di 12 anni (92);
  4. “Grand Père” Pigato 2016 prova di botte, Caterina e il suo ragazzo, enologo, hanno voluto prenderlo, hanno fatto bene, hanno una bomba in cantina e lo porteranno in bottiglia consapevoli che sarà un gran buon Pigato;
  5. “Grand Père” Riviera Ligure di Ponente Doc 2014, 100% Pigato, il piagato che viene raccolto in vendemmia tardiva a fine ottobre, il pigato che fermenta in maniera spontanea, il pigato che fa dieci mesi di tonneaux, il pigato che oggi sa ancora di legno, ma io ho sentito altro Grand Père di qualche anno e non mi hanno deluso mai, c’è solo da aspettare … però il vino va a ruba e va bene così.
  6. “Gigo” Granaccia IGT Colline Savonesi 2013, 100% Granaccia, eccolo il vino che accompagna l’ottimo coniglio della signora Vio, e i formaggi a chiudere un ottimo pranzo (85+).
  7. Olio di BioVio 2016 ad accompagnare con piacere e bontà il pane e alcune aggiunte sui piatti.

Foto alle bottiglie, foto con Caterina e Aimone, foto per ricordare una bella giornata. Si va in cantina, la prima cosa che vedo, e mi dà piacere è il monoblocco della Gai, una macchina che da sempre so che è il Top per l’imbottigliamento, mi dà gioia vederla qui. Ancora la piccola cantina da vedere, per poi spostarsi nelle vigne, qui si zappa a mano, non si usano sistemici, tutto fa si che sia più naturale possibile. Si finisce con l’andare nell’azienda di confezionamento degli odori, gli odori sono davvero intensi e buoni. Si vede tutto il procedimento, fino all’impacchettamento dei prodotti. Tutto davvero in maniera sincronizzata e bella. Si salutano gli operai, operaie per lo più, si vede che qui si lavora in armonia e ciò è davvero bello. Un grande saluto alla sorella di Caterina, Camilla, la più piccola Carolina non c’è oggi, si torna in cantina a salutare la signora Chiara, facendogli ancora i complimenti per il pranzo, e si va via consapevole di aver fatto conoscere una bella azienda al mio amico Carlo Zucchetti, di essere felice di esser venuto a trovare un’azienda a cui tengo tanto.

Pasquale Pace
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