Slow Wine 2022: I TOP WINES dell’Abruzzo e il Molise, con un mio piccolo commento e un consiglio

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Slow Wine Guida 2022 Abruzzo e Molise
Slow Food Editore
www.slowfood.it/slowine/
www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.vinointorno.it
www.cantinaconforme.it

Mentre mi organizzo per partecipare alla più grande degustazione dell’anno, inizio dall’Abruzzo e dal Molise per parlare del mondo Slow Wine, dopo il mio piccolo commento troverete lo scritto della redazione di Slow Wine, le chiocciole regionali, le aziende con la bottiglia e con la moneta. Segue l’elenco dei grandi vini, i vino slow e i vini quotidiani.
Per ogni regione riporterò un mio pensiero, un suggerimento, un chiarimento dovuto che solo questa guida si potrebbe permettere. Già da sempre in ogni descrizione dell’azienda c’è il totale degli ettari e le bottiglie prodotte dalla stessa, un curioso come me spesso si fa il calcolo per capire le rese per ettaro dell’azienda, ma come sto dicendo a tutti produttori che visito, sarebbe bello che per i vini premiati loro chiedessero di mettere tra parentesi le rese in quintali e in litri del vino in oggetto, chissà che questa cosa non desti curiosità, ma soprattutto sempre più trasparenza per vini di qualità – per la maggior parte delle volte da rese basse escono i grandi vini.

Per quanto riguarda l’Abruzzo leggo tanti vini che sono di mio grande gradimento, in particolare tra i vini slow, delle aziende MariaPaola Di Cato, Francesco Massetti, De Fermo, Torre dei Beati, Ludovico, Cataldi Madonna, Praesidium, a queste ho anche dato il mio adesivo per aziende consigliate da Il Gourmet Errante. A queste aggiungo anche i vini di Caprera.

Ecco a seguire il commento alle regioni e l’elenco dei premiati.

Abruzzo e Molise per Slow Wine 2022

INTRODUZIONE

“L’Abruzzo vitivinicolo continua a darci grandi soddisfazioni. Intanto ci piace sottolineare come sia una delle regioni di maggior fermento, dove negli ultimi anni sono nate e continuano a nascere tante nuove realtà agricole interessanti. Ormai il modello non è più quello degli anni Ottanta e Novanta, che puntava sui grandi numeri con forte orientamento verso i mercati e i gusti internazionali.

I punti di riferimenti oggi sono certe aziende storiche, due in particolare, che hanno fatto scuola proprio perché non si sono mai piegate alle mode, e hanno custodito nei decenni la vera tradizione enologica dell’Abruzzo. Un ritorno quindi a un modo di fare vino molto legato al territorio.

Queste nuove realtà sono perlopiù artigiane: magari fanno meno bottiglie, vendute a prezzi leggermente più alti ma equi, e si possono permettere il lusso di non essere schiave del mercato, ma anzi di determinarlo loro, con prodotti di nicchia che delineano poi l’immagine del vino di qualità in regione. Infatti, a guardar bene, sempre più aziende storiche e/o di grandi dimensioni stanno introducendo nella loro gamma alcuni prodotti di punta che seguono questo filone, fatti con fermentazioni spontanee, senza filtrazioni o altre pratiche enologiche standardizzanti.

Montepulciano e Trebbiano rimangono i due capisaldi dell’enologia abruzzese. Mentre del primo continua a convincerci la lettura in chiave postmoderna, che predilige freschezza e facilità di beva senza cedere in grinta e carattere, il secondo nelle sue interpretazioni più genuine è ormai sdoganato come uno dei grandi bianchi italiani.

Ci permettiamo un piccolo commento sul fenomeno Pecorino, sempre più diffuso in tutta la regione. È un vitigno dal potenziale enorme, ma ci sentiamo di dire che c’è ancora ampio margine di crescita qualitativa. Ci sono già alcuni Pecorino di altissimo livello, e li troverete tra queste pagine, ma la stragrande maggioranza è ancora vinificata in maniera piuttosto ordinaria, esaltando i tratti più caratteristici del vitigno, tensione e sapidità in primis, senza però andare in profondità. Perché mentre pare piuttosto facile fare un Pecorino fresco e gradevole, farne un grande vino è tutta un’altra storia.

Sul fronte Cerasuolo d’Abruzzo, invece di continuare a lamentarci dello snaturamento della tipologia da parte di alcune realtà più commerciali che cercano di scimmiottare i rosa scarichi di altre regioni, vogliamo piuttosto dare merito ai tanti artigiani che in passato, quando i vini rosa andavano molto meno forte, hanno continuato ostinatamente a produrlo secondo canoni tradizionali, e che ora non guardano alle tendenze commerciali e continuano a dare la giusta importanza a questa tipologia, producendo vini di corpo e struttura, carattere e longevità.

Per quanto riguarda il Molise, la prima considerazione riguarda la sempre maggiore definizione stilistica dei vini prodotti con uva tintilia, sia nelle versioni più fresche e leggiadre che si apprezzano per la loro facilità di beva, sia nelle versioni con affinamento più lungo, che hanno complessità espressiva. Tra questi preferiamo senza ombra di dubbio quelli affinati in contenitori inerti che non inficiano o alterano lo splendido lavoro fatto in vigna.

La seconda considerazione riguarda la versatilità del vitigno, che oltre che nei due percorsi di affinamento visti sopra, si presta per la vinificazione in rosa e, da ultimo, anche nella spumantizzazione, che alcuni produttori hanno intrapreso.

L’unica nota dolente è la difficoltà dei produttori molisani a fare rete per affermarsi maggiormente in un mercato sempre più complesso e globale, dovuta anche al basso numero di aziende presenti.”

Potrete incontrare le cantine premiate e assaggiare i TOP WINES di Abruzzo e Molise nelle 2 giornate di degustazione a Milano il 9 e il 10 ottobre prossimo!

Guardate che i biglietti stanno andando a ruba e quindi vi conviene assicurarvi il posto in Paradiso con una certa velocità!!!! Slow sì, ma non esagerate.

Per maggiori info sull’evento cliccate qui sopra.

I RICONOSCIMENTI ALLE CANTINE

LA LISTA DEI TOP WINES DELLA REGIONE

 

 

 

 

 

Pasquale Pace
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