Ristorante Il Giglio: il fiore di Montalcino

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Hotel Ristorante Il Giglio
Via Soccorso Saloni, 5
Montalcino (Si)
www.gigliohotel.com

Mario Marchetti lo avevo già conosciuto in passato. Ultimamente però le nostre strade si erano incrociate spesso. Così presi la palla al balzo e gli dissi: “Non appena sarò a Montalcino verrò a trovarti”. Promessa mantenuta, ma alle mie condizioni. Quella sera infatti avevo deciso di cenare diversamente, da solo, in totale relax dopo le “fatiche” di giornata, con porzioni dimezzate, così da mangiare tutto senza dover rinunciare a nulla. Ovviamente Mario non esitò ad accontentarmi.
“Ma chi è Mario Machetti?”, vi starete chiedendo. Mario, insieme a sua moglie Anna, è il titolare dell’Albergo Ristorante Il Giglio, uno dei locali più antichi di Montalcino, caratterizzato da una cucina basata su grandi materie prime che regalano piatti dai gusti decisi ma equilibrati, che vanno allo stesso tempo a braccetto con la tradizione e strizzano l’occhio al moderno.
La cucina è territorio di Anna, mentre Mario si occupa della sala e della cantina, il fiore all’occhiello del ristorante nonché punto di riferimento di tutti gli amanti del Brunello di Montalcino e del vino in generale, visto il grande assortimento di etichette di cui dispone.
Arrivato al ristorante rimasi subito colpito dalla piccola e accogliente hall, dominata da un grande camino che sembrava quasi nascosto tra storiche bottiglie di vino.
Presi posto al tavolo, apparecchiato con cura ed eleganza e lessi il menù così ricco da perdermi.
Iniziai con un antipasto di involtini di lardo di cinta senese e farro. Dovevano essere due ma, come da richiesta, me ne portarono uno soltanto. Il giusto compromesso per l’inizio di un gran pasto.
Passai poi alla lasagnetta al ragù di capriolo e zabaione di Parmigiano 36 mesi. Davvero notevole e bilanciato, con la croccantezza della pasta, la succosità del ragù e la cremosità dello zabaione a legare il tutto.
Seguirono i tortellini ripieni cinta senese, friarielli e pancetta croccante: puro godimento per il palato. Mi chiesi se fossero stati altrettanto gustosi in brodo. Magari la prossima volta gli chiederò di prepararmeli.
Come secondo ordinai la scottiglia di cinghiale con polenta. Adoro il cinghiale e questo era veramente ben fatto, molto tenero e saporito. La scarpetta era d’obbligo, soprattutto per quel pane così invitante, ma riuscii a resistere alla tentazione.
Terminai con una millefoglie croccante di mandorle alla crema antica. Me lo servirono con qualche frutto di bosco adagiato sopra, cosa che non era riportata nel menù e infatti li tolsi, in modo da godermi a pieno la fragranza della sfoglia e la dolcezza della crema.
La cena era terminata ed io stentavo ad alzarmi da tavola, non perché appesantito, ma per la voglia di ricominciare da capo e di sentirmi ancora coccolato da un ambiente così caldo ed accogliente, da un servizio impeccabile, curato da una cameriera attenta e precisa e da un’atmosfera di familiarità che mi faceva sentire a casa.

Gianluca Ciotti & Pasquale Pace Il Gourmet Errante.

Gianluca Ciotti
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