Il Mugello la biodinamica di Lorenzetti a Terre di Giotto

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Az. Agricola Terre di Giotto 
Località Gattaia
Vicchio del Mugello (Fi)
www.michelelorenzetti.it 

Voltumna 
Via di Frascole, 39
Dicomano (Fi)
www.voltumna.it 

Cerreto Libri 
Via Aretina, 96
Pontassieve (Fi)
www.cerretolibri.it

Se una delle giornaliste più quotate del Doctor Wine parla di biodinamica sul suo blog mi fa davvero piacere (https://stefidoc.wordpress.com/2016/08/26/e-nata-la-rete-luccabiodinamica/). Lei ha parlato delle Colline Lucchesi, colline che io mi godo sempre nelle anteprime dei Consorzi Toscani a febbraio (https://www.ilgourmeterrante.it/sito/anteprime-toscane-2016-i-consorzi/), qui la biodinamica si fa sul serio, adesso come racconta Stefania Vinciguerra, è stato formato un gruppo di tredici aziende chiamato Lucca Biodinamica, le aziende le leggerete nel suo articolo.

Io invece vi voglio parlare del Mugello, dove opera per la sua azienda e per altre l’agronomo e amico Michele Lorenzetti, che la biodinamica la fa e la insegna. Da poco ha iniziato a lavorare con un personaggio famoso, direi unico del vino italiano, questo mi fa solo che gran piacere. Lo dico perché spero davvero che la biodinamica si espanda sempre di più. Veniamo però ai miei giorni insieme a Michele, la premessa era stata fatta da Carlo Noro, durante un seminario che loro tengono in azienda, Carlo è un preparatore di preparati biodinamici, anche lui divulgatore di tale materia (https://www.ilgourmeterrante.it/sito/carlo-noro-e-la-sua-biodinamica/).

Dopo  l’evento Terre di Toscana, ho aspettato Michele  il giorno seguente. Tutto mi piace, mi intriga. L’inizio è davvero interessante, si arriva nel casale di Michele, anche cantina della sua azienda Terre di Giotto, si posano i bagagli e lui mi dice: Vieni a vedere, cammina piano. Vedo un vetro, non riesco a capire, vedo dei barattoli di vetro, delle luci, domando cos’è? Lui mi risponde: la cristallizzazione del vino. Poi a tavola ti spiegherò meglio. Andiamo a prendere qualche bottiglia per stasera, saranno solo formaggi a cena, li hai portati tu e li ho portati io dalla Francia. Intanto ti faccio degustare i miei vini in botte, tra tutti esce fuori un gran vino bianco. Si sta facendo tardi, quindi si cena in un salone bellissimo, si accende il camino, si aprono 4 vini, il Gattaia 2012 bianco, il vino bianco di Michele e il suo Pinot Nero 2012, in più due Passerine del Piglio, prodotte in biodinamica, la Donna Rosa della Visciola e il Costafredda di Carlo Noro. I formaggi sono uno più buono dell’altro, i vini tutti interessanti, ma giovani, con spigolature date principalmente da vigne molto giovani, vini risentiti durante l’anno, ognuno in netta evoluzione. Prima di andare a dormire si torna a vedere la cristallizzazione, dire bello è poco, interessantissimo si può dire, i cerchi si stanno completando, Michele mi fa notare che più sono bianchi e più significa che c’è biodinamica fatta a maniera. Si va a dormire con i riflessi dei cristalli nella mente. La mattina non si può non andare a vedere come è finita la cristallizzazione, un fiore, una foglia, questo può sembrare, qualsiasi cosa sembri, è una bellissima cosa. Non c’è nulla di scuro, quindi mi fa capire che è davvero un vino biodinamico, in contrapposizione mi fa vedere, un vino in brick che va per la maggiore, in questo non ci sono cristalli, ma tutto è molto marrone.

Si fa colazione e si parte per un’azienda dove Michele deve tenere il suo corso di biodinamica, l’azienda è Voltumna, il proprietario è Marzio Politi, lui lo conosco, ci si saluta, si aspettano gli altri e Michele inizia la sua prima lezione, le presentazioni sono molto interessanti, ci sono enologi, ci sono produttori, ci sono persone interessate e interessanti. Io vengo catturato da Marzio che mi porta a vedere le sue vigne, la sua cantina, assaggiamo insieme tutti i suo vini del 2015, dal Pinot Nero ai suoi Sangiovese, gli dico che ha davvero buoni vini quest’anno, sarà l’annata o sarà che sta capendo sempre più il da farsi, sarà quel che sarà, ha davvero dei buoni vini. Sento il clacson, mi chiamano, un’altra persona mi viene a prendere per andare a pranzo e a visitare la sua azienda, lui è Andrea Zanfei, proprietario insieme alla sua signora Valentina Libri di Cerreto Libri, il nostro arrivo è verso le due, quindi si scelgono i vini e si va a pranzo, i vini sono niente male, il cibo davvero buono, salumi, tortelloni, cinghiale, per finire con il dolce e un sorprendente Vin Santo dimenticato, dimenticato e ritrovato in perfetta forma. Si va in cantina e si parla con lui di biodinamica, qui il lavoro è ancora lungo, ma c’è tanta potenzialità nei vini, li abbiamo bevuti a pranzo e li beviamo da botte, siamo nel cuore del Chianti Rufina, lui ha tanta voglia ancora, gli auguro tutto il bene di questo mondo. E’ in un posto bellissimo, andando via si passa da un’altra strada, si passa per un bosco stupendo, senza fine, davvero un posto carino, con alberi fantastici.  Mi riaccompagna al treno, siamo a Pontassieve, patria della Ruffino, si passa tra le loro cantine, sotto il ponte che le collega, ma qui il vino è tutta un’altra storia. Puntuale arriva il treno e si torna da Michele, il treno attraversa paesi, valli, davvero luoghi molto verdi, belli, lo sguardo non si stacca dal finestrino. Arrivo di nuovo in anticipo, felice di poter tornare in un bar ad aspettare Michele, un bar che mi era piaciuto il giorno prima, dove avrei potuto comprare dei dolci per la sera. Il bar è a Borgo San Lorenzo dove è arrivato il treno (https://www.ilgourmeterrante.it/sito/bar-pasticceria-bencini-a-borgo-san-lorenzo-fi/) eccomi a comprare delle sfoglie, una alla crema e una al cioccolato, male che vada ci faremo colazione. Michele arriva puntuale, si torna a casa, il salone sembra ancora più bello, rilassante, ci facciamo un piatto di spaghetti, riassaggiamo i vini della sera prima, questi vini stanno bene e diventano più buoni il giorno dopo. Un’altra annata di Gattaia per accompagnare la serata, avere la conferma che questi vini bisogna aspettarli, stiamo lì con Michele a parlare dell’oggi, di quello che ho visto, di quello in cui spero per la biodinamica, le sue speranze, il suo modo di vedere il tutto.

Mi rendo conto che è tutto ancora molto difficile,  per la tanta diffidenza di molti, in tante degustazioni, a volte arriva un produttore che fa biodinamica ed è convinto di fare i vini più buoni al mondo, invece non è così, tanti hanno difetti, li avrebbero lo stesso perché magari lavorano male. Continueremo il discorso il giorno dopo andando a vedere le vigne di Terre di Giotto. Al mattino si fa colazione, si carica tutto, si torna a Roma, fuori fa freddo, il tempo non promette nulla di buono, io però voglio vedere le vigne, si va, si arriva, inizia a nevicare, mi piace, le vigne arrivano fino a 650 metri, sono in mezzo a boschi, sono un’oasi, un’oasi lavorata in biodinamica, ciò mi dà forza e coraggio nel continuare a divulgare questo modo di trattare i terreni. La cosa non è facile, nel mio piccolo ci sto mettendo qualcosa e mi piace. Alla fine di tutto dico che quest’anno andando in Austria, visitando un gran produttore biodinamico, parlando con lui, ti accorgi che è difficile reperire preparati validi, lui che ha circa 40 ettari non può fare biodinamica totale perché non riesce a reperire i preparati. Ecco altre difficoltà che si sommano a tanta diffidenza. Michele, Carlo Noro, tanti piccoli produttori, altri grandi si avvicinano, qualcuno la prova, quasi senza convinzione, qualcosa si muove, si deve andare avanti credendoci, credendo e sapendo che tanti grandi vini francesi sono da sempre prodotti in biodinamica. 

Pasquale Pace
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