I tre migliori vini dolci del 2020 per il Gourmet Errante

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Dopo la pausa natalizia e aver lasciato alle nostre spalle l’anno 2020, dove si è mangiato alla grande, poco e benissimo, dove si è bevuto bene e molto bene… un paio di spumanti e vini ottimi ASSAI.
Come ogni anno alla fine di ogni 365 ops 366 erranti, alla fine di tanti pranzi e cene, eccovi i miei tre vini dolci  per il 2020.  I migliori in assoluto, per gusto ed emozioni. Uno dal Trentino, uno dalla Toscana e uno dal Piemonte.

Pravis
Località Le Biolche, 1
Lasino (Tn)
www.pravis.it

Arèle 2006 Trentino Vino Santo Doc, Nosiola 100%. Resa uva nosiola a settembre circa 60 quintali per ettaro. Dopo sei mesi di appassimento i quintali scendono a circa 30. Dopo ammostamento circa 14 ettolitri di mosto. Dopo 10 anni si arriva a soli 10 ettolitri di vino santo. Non è la prima volta che lo scelgo tra i miei migliori vini della degustazione di Proposta vini, quest’annata però è ottima… anche di più, tanto già di essere in lista per i miei tre migliori vini dolci per l’anno 2020. Un vino dal colore meraviglioso, il colore di un sole bellissimo, odori di piacevolezza infinita, annunciano dolcezza precisa e godibilissima, alla bocca mai stucchevole ma da un equilibrio che si allunga fino all’esofago, una bontà carezzevole per l’intero palato, fa le capriole come un grande acrobata per farmi dire di stare davanti a un vino dolce da bontà pazzesca. Nel finire penso a quando andrò a novembre a visitare l’azienda e degustarne ancora. Un altro Vino Santo trentino che mi piace assai. Questo avevo scritto a gennaio, purtroppo la visita a novembre non è stata possibile, ma appena si potrà sarà una delle aziende che visiterò. Poi me lo sono ritrovato nella lista dei tre bicchieri del Gambero Rosso a Roma a ottobre, c’era Giulia Pedrini, una delle due sorelle Predini. L’altra è Erika, con lei abbiamo brindato con questo ottimo vino dolce, ci siamo fatti la foto e poi l’abbinamento con il buonissimo panettone classico della Pasticceria Dolcemascolo è stato perfetto, fantastico.
Eccolo con immenso piacere uno dei miei tre vini dolci per l’anno appena trascorso.

Fattoria San Giusto a Rentennano
Località San Giusto a Rentennano (alle Monache)
Gaiole in Chianti (Si)
www.fattoriasangiusto.it

Ve ne avevo parlato a Marzo, dopodiché c’è stato il fermo per questo maledetto virus.

1,2 e 3. 2012, 2000 e 1998.
Tre giorni diversi, uno dietro l’altro, tre annate diverse, ecco che è stato il Vin Santo di San Giusto a Rentennano, tra l’evento Terre di Toscana e la visita nell’azienda.
Il migliore? Il meglio è stato visitare la sala dove si produce questo nettare così ottimo.
Poi ognuno diverso dall’altro, ma tutti degni di essere tra i miei migliori vini dolci per l’anno 2020.

Il primo dell’annata 2000, l’ho degustato durante la degustazione guidata da parte di Massimo Zanichelli, dal titolo Dulcis in Fundo, alla fine della prima giornata di Terre di Toscana, lui è un grande esperto di vini dolci, ha scritto un libro parlando di 1300 vini di questa tipologia.
L’ultimo vino della sua degustazione era il Vin San Giusto 2000 dell’azienda Fattoria San Giusto a Rentennano, nella mia descrizione leggo: un vin santo che mi cattura già dal colore e dalla densità, profumi intensi di dolcezza perfetta, una bocca imperiosa, un vino che si fa godere a ogni piccolo sorso, non mi viene voglia di sputarlo affatto, si gira e rigira in bocca come una trottola colorata di colori stupendi, già con questo avevo deciso di farlo tra i miei tre migliori dolci per quest’anno. La degustazione di domenica è finita alla grande.
Il secondo giorno andando a definire, nel pomeriggio, la visita del giorno dopo, eccomi a degustare il Vin San Giusto 2012, ricordandomi il vin santo del giorno prima, l’ho trovato molto giovane, niente mi faceva dire di avere stonature, la giovinezza me lo dava con senso di grassezza che si equilibrerà nel tempo, lo stesso un vino ottimo.

Il terzo? Il terzo giorno sono andato a visitare l’azienda, dopo uno sguardo alle vigne, un giro nella cantina di vinificazione, ecco che Luca ci porta al piano sopra la cantina a vedere lo stanzone dove nasce il Vin San Giusto, io di fronte a queste cose mi emoziono tantissimo, qui oltre all’emozione c’è stata tanta gioia. Ero felice di stare nella fattoria San Giusto a Rentennano, ero felice di stare dentro allo stanzone da dove nasce questo fantastico vino.
Ascoltare Luca è stato stupendo, lui a raccontare la storia di questo granaio, per mezzo di ogni oggetto che è rimasto a testimoniare ciò.  Dirci di come da 100 quintali di uva, malvasia 90%, 10% trebbiano, in sei anni restano appena circa 10 litri di vin santo, NON SI AGGIUNGE SOLFOROSA, si deve aggiungere solo la fortuna di poter degustare questo ottimo vino. Io l’ho avuta per tre giorni, il terzo giorno Luca ci ha aperto il 1998, alla fine di una degustazione e visita di cui scriverò il prima possibile ecco il Vin San Giusto 1998… classe pura, finezza, lunghezza, piacevolezza infinita, senza mai disturbare in nemmeno una virgola, una beva imperiosa, un vino che ricorderò per il resto della mia vita. Grazie a Luca per avermi regalato un pomeriggio fantastico. In quella casetta dove abbiamo degustato, non ci sarei uscito mai.
Questo confermo in toto. Eccolo un altro dei miei vini dolci per l’anno trascorso.

Azienda Vitivinicola Agriturismo Ca’ d’ Gal
Strada Vecchia di Valdivilla, 1
Valdivilla (Cn)
www.cadgal.it

“Asti” spumante Asti DOCG da uve moscato bianco 100%, ad Alessandro Boido gli piace precisare che il 70% delle uve arrivano da vitigni di circa 40 anno il restate 30% da vigne con età dai 15 ai 30 anni. Anche perché lui produce un fantastico spumante dal nome Vite Vecchia che non costa poco (è strabuono). Eccolo il terzo vino dolce per l’anno 2020.

Mi piace restare a tavola dopo un ottimo pranzo a chiacchierare bevendo un vino dolce, magari stuzzicando ancora dai piatti di piccola pasticceria o di dolci secchi, però questo non è apprezzato da tutti, perché poi i vini dolci, passiti, vendemmie tardive e ancora di più i vin santi non costano poco al ristorante, come è giusto che sia. Però poi c’è un grande prodotto italiano, parlo del Moscato D’Asti, esattamente, perché è uno dei miei preferiti del Moscato descritto sopra.
Quest’anno è capitato di prenderlo a fine cena in un locale tra i miei preferiti, parlo di La Vecchia Nicchia a San Gimignano di Alessandro ed Elisa, eravamo un bel gruppo, persone con cui sto divinamente bene, avevamo bevuto e mangiato, io avevo portato dei tozzetti dal mio paese, dolce prodotto a Cori dall’azienda Alessi, un altro di quei prodotti che mi piace far conoscere, abbiamo ordinato il Moscato, è arrivato fresco con la condensa del frigorifero sulla bottiglia che si scioglieva, mi piace anche questo. Alessandro lo ha aperto, versato e alla seconda richiesta di versarne ancora nei bicchieri, la bottiglia i calici erano vuoti, questa è la dimostrazione di una cosa che dico da sempre, non c’è miglior prodotto del Moscato d’Asti per finire un pasto. Se poi è quello di Ca’ d’ Gal eccomi a farlo uno dei tre miei migliori dolci per l’anno appena finito.

Pasquale Pace
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