I Tre Bicchieri per l’Abruzzo, il Molise e Premio Miglior Rapporto Qualità-Prezzo per la guida “Vini d’Italia 2023” del Gambero Rosso con un mio piccolo commento per la regione e sui vini che conosco

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Tre Bicchieri 2023 Abruzzo e Molise
Vini d’Italia 2023  del Gambero Rosso
Via Ottavio Gasparri, 13/17
Roma
www.gamberorosso.it
www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.cantinaconforme.wine
www.vinointorno.it

Per l’Abruzzo  15 tre bicchieri quest’anno, 15  l’anno passato.

Una lista più interessante di altre volte, vedo mancare ancora l’azienda Ausonia, loro hanno raggiunto un livello molto alto, spero almeno che questa azienda sia passata dalle altre cantine ad avere una mezza pagina tutta sua, quando ve ne accorgerete sarà sempre troppo tardi.
Felice per Tenuta I Fauri e Torre dei Beati. Da sempre dico: “l’Abruzzo non tradisce mai.”

Con questo mio scritto eccomi, come ogni anno a pubblicare i Tre Bicchieri del Gambero Rosso.
Come sempre qualcuno storcerà la bocca, ma ognuno è padrone di ciò che vuole fare della propria vita e a me questa cosa diverte. Sono un curiosone, mi piace controllare, osservare, fare il confronto con gli anni passati.
Una volta ne ero veramente preso per tutto l’anno, non lo nego, con le guide ho imparato tante cose, oggi le custodisco  in libreria… per darle uno sguardo di tanto in tanto e sorriderci su nel rileggere sempre i soliti nomi, i soliti noti.

Ecco l’elenco dei premiati con il commento, tra virgolette, per la regione da parte della redazione del Gambero Rosso:

“Il vino in Abruzzo: contrasti ed evoluzioni.
L’Abruzzo ama il sapore del contrasto. Il mare e la montagna, le grandi cooperative, anche di secondo livello, e le cantine dove la stessa persona svolge 22 funzioni contemporaneamente. E, ancora, da una parte l’animo contadino, e in parte selvaggio se si guarda la natura paesaggistica, dall’altra una propensione internazionale sempre più spiccata e marcata. L’Abruzzo del vino è un’autentica miniera da esplorare, bisogna andare oltre la superficie per toccare con mano un tessuto produttivo vivace, in evoluzione, ricco di varietà e stili diversi.

Il poker d’assi: Pecorino Trebbiano Cerasuolo e Montepulciano

Gli assaggi di quest’anno ci dicono che il Pecorino sta vivendo una maturità e consapevolezza senza precedenti, con un livello medio elevato e alcune punte di eccellenza davvero sorprendenti. Il Miglior Rapporto Qualità-Prezzo viene proprio da qui, con tanto di vista mare (ve ne parleremo più sotto). Tra le new entry nel gruppo dei Tre Bicchieri, segnaliamo l’ingresso per la prima volta di Tommaso Masciantonio, azienda celebre per la produzione di un olio fantastico, che ci ha proposto un Pecorino d’autore, finissimo nei richiami di erbe mediterranee e dal ritmo affascinante: il Mantica Vigna di Caprafico del 2020. L’unico Trebbiano d’Abruzzo premiato è l’ottimo Vigneto di Popoli ’19 di Valle Reale, mentre sul terreno del Cerasuolo d’Abruzzo, denominazione su cui siamo pronti a scommettere, perfettamente in linea con il gusto attuale, due vini vanno a segno: il Villa Gemma ’21 di Masciarelli e il Rosa-ae ’21 di Torre dei Beati. Il Montepulciano d’Abruzzo procede a mare forza sette nel computo dei Tre Bicchieri, incluso un Colline Teramane. Ma non è tutto oro ciò che luccica, in fase di assaggio abbiamo trovato ancora troppi campioni con legni fuori dal tempo, macerazioni spinte e densità gustative esagerate. La giustificazione del mercato orientale o nordamericano non regge più. Ci vuole sicuramente un ripensamento sull’idea di Montepulciano, al centro del pensiero ci devono essere ritmo gustativo, carattere, identità. Nonostante disastrosi cambiamenti climatici, siamo convinti che i vini del futuro in Abruzzo saranno ancora più definiti e caratteriali. In ultima fase, più buoni.”

Premi Speciali. I migliori vini dell’anno: Miglior Rapporto Qualità-Prezzo
Il Premio se lo aggiudica l’Abruzzo Pecorino ’21 prodotto da Terraviva, a Tortoreto. Siamo sui 10 euro a scaffale, per un bianco succoso e completo, dalla beva irresistibile che ci ricorda quante occasioni d’acquisto vantaggiose ci siano in regione: vini versatili, piacevolissimi, perfetti per la tavola di tutti i giorni.

Abruzzo Pecorino 2021 – Tenuta I Fauri (questa azienda mi piace da sempre, adoro il loro Montepulciano Ottobre Rosso, ma il Pecorino 2021… SPACCA!)

Abruzzo Pecorino 2021 – Tenuta Terraviva (bello trovarvi qui)

Abruzzo Pecorino Sup. Mantica V. di Caprafico 2020 – Tommaso Masciantonio (non vedo l’ora di degustarlo)

Abruzzo Pecorino Sup. Tegèo 2020 – Codice Vino

Cerasuolo d’Abruzzo Rosa-ae 2021 – Torre dei Beati (mi piace questa azienda, sarà buonissimo anche questo Cerasuolo)

Cerasuolo d’Abruzzo Sup. Villa Gemma 2021 – Masciarelli (lo degusterò con piacere)

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Zanna Ris. 2018 – Dino Illuminati (hanno l’abbonamento)

Montepulciano d’Abruzzo 2017 – Valentini (magari ci fosse nella degustazione)

Montepulciano d’Abruzzo Becco Reale 2018 – VignaMadre (lo andrò a degustare con piacere)

Montepulciano d’Abruzzo Campo Affamato 2019 – Inalto Vini D’Altura (lo andrò a degustare con piacere)

Montepulciano d’Abruzzo Casauria Podere Castorani Ris. 2018 – Castorani

Montepulciano d’Abruzzo Girovago 2019 – Cataldi Madonna (bevuto al Vinitaly in anteprima, mi sono abbracciato Giulia per dirgli che mi piace tantissimo)

Montepulciano d’Abruzzo Mo Ris. 2018 – Cantina Tollo (hanno l’abbonamento)

Trebbiano d’Abruzzo Vign. di Popoli 2019 – Valle Reale (questo vino non tradisce mai)

Tullum Pecorino Biologico 2021 – Feudo Antico (hanno l’abbonamento)

Per il Molise sempre un solo vino, sempre un vino di Di Majo Norante.

Il Molise: una terra da scoprire

Se siete viaggiatori curiosi, dovete inserire il Molise tra le vostre destinazioni. Pochi ettari vitati, pochi abitanti, un mondo da scoprire. Non è uno slogan pubblicitario, ma una realtà confermata dai nostri assaggi che ci riportano in luoghi sconosciuti, selvaggi, fuori dalle rotte turistiche. Gli abitanti in regione sono poco più di 300mila, a farla da padrona una natura incontaminata, una cucina vera, un ricco patrimonio archeologico.

Non solo aglianico: dal futuro della tintilia ai grandi bianchi

Tornando al tema che ci sta più cuore, il vino, la produzione si concentra su altopiani tra il mare Adriatico e Campobasso, anche se nell’ultimo decennio diversi produttori si sono spinti verso l’alto, coltivando a ridosso delle verdi catene montuose. Siamo fortemente convinti che la tintilia sia sempre più il biglietto da visita enologico in regione. Un vitigno autoctono il cui nome deriva da “tinta”, per via della sua intensa tonalità e ricchezza di antociani. Dà vita a vini dai tipici richiami mediterranei tanto nel profilo minerale quanto nel registro di erbe mediterranee. E si tratta anche di una varietà versatile, i vini in rosa realizzati sono sempre più interessanti e ben definiti, con una speziatura fine ad esaltare la beva. Altro ruolo importante spetta all’aglianico, da pensare in maniera contemporanea, con macerazioni leggermente più brevi, di pari passo diminuisce il tempo di maturazione nelle botti piccole. Sono queste modifiche che hanno a che vedere tanto con il gusto attuale, ma anche come risposta a un cambiamento climatico sempre più netto, le uve in cantina sono via via più mature e non hanno bisogno di ulteriore ossigeno. Sul versante dei bianchi, abbiamo assaggiato delle interessanti versioni di falanghina, fiano e greco: vini fragranti e ideali compagni della tavola di tutti i giorni.

Per quanto riguarda il nostro massimo riconoscimento, il Tre Bicchieri, se lo aggiudica la Di Majo Norante con il Molise Aglianico Sassius dell’ottima annata 2016: un rosso mediterraneo, ricco e profondo.

Molise Aglianico Sassius Ris. 2016 – Di Majo Norante (i vini di Di Majo hanno un suo perché, ma il Molise non è solo Norante)

Pasquale Pace
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