I Tre Bicchieri della Sardegna per la guida “Vini d’Italia 2022” del Gambero Rosso… con un mio piccolo commento

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Tre Bicchieri Sardegna
Vini d’Italia 2022  del Gambero Rosso
Via Ottavio Gasparri, 13/17
Roma
www.gamberorosso.it
www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.cantinaconforme.it
www.vinointorno.it

L’anno scorso 15, quest’anno 14 tre bicchieri per la Sardegna.
Leggo e rileggo la lista dei premiati e mi accorgo che mancano Sedilesu, Giovanni Montisci e Dettori, mi sa tanto che gli ultimi due non mandano i vini e chissà che non fanno bene. Leggo vini pennellati che non fanno bene a questa meravigliosa regione. Felice per Antonella Corda e per il sempre magnifico Turriga.

A seguire il commento della regione da parte della redazione del Gambero Rosso con i 14 vini premiati.

I migliori vini della Sardegna 2022

“La forza del territorio. Se dovessimo dare un titolo all’edizione 2022 non avremmo dubbi. È da un po’ di anni che si evince, ma con gli ultimi assaggi ciò emerge in maniera chiara: la Sardegna è una regione fatta da tanti territori, molto diversi tra loro e che si esprimono con altrettanta diversità anche se vengono coltivate le stesse varietà. Poi ci sono, ovviamente, le anime dei vitigni tradizionali che danno ulteriore forza a ciascun areale.

È per questo che non smetteremo mai di scrivere che le Denominazioni isolane hanno un forte bisogno di esser riformate, in modo che i territori emergano grazie a disciplinari che seguono l’attualità della viticoltura e, di conseguenza, anche le etichette dei vini possano comunicare in maniera chiara le sensazioni che offrono i bicchieri. Partiamo dai bianchi. I vini si giovano di una bella annata 2020 e ciò porta equilibrio, eleganza e buona profondità. L’esempio arriva dalla Gallura, ma anche da Usini e Serdiana. Sempre interessanti le piccole produzioni legate al Nuragus di Cagliari, al Semidano di Mogoro o al Torbato di Alghero, senza dimenticare i grandi vitigni vernaccia, malvasia e nasco, protagonisti a Oristano, Bosa, nel Parteolla e in tante altre zone. Il moscato infine dà sempre ottimi risultati, anche qui in zone ben precise, sia in versione Passito sia Spumante.

I rossi sono senza dubbio i protagonisti, non tanto nei numeri produttivi (più o meno paritari) quanto nelle espressioni qualitative. Il Cannonau è quello che esprime meglio i concetti di cui si parlava: è incredibile come se ci si sposta da Serdiana a Mamoiada, da Oliena a Monti (giusto per fare alcuni esempi) le differenze siano tante e seguano le differenze di suolo e microclima. È il bello del vino ed è quello che avviene con i grandi vini nel mondo. C’è poi il Bovale che gode di un bel successo, sia nelle zone storiche (Terralba e Mandrolisai) sia in alcune zone dove sta dimostrando il suo valore (Marmilla su tutte). Il Carignano dà il meglio se ottenuto da vecchie viti a piede franco (per il resto sono vini buoni, di beva, ma con poco carattere), mentre il Cagnulari trova nel nord-ovest il suo habitat preferito. Concludiamo questa breve panoramica citando il Nieddera della provincia di Oristano e il Monica nella provincia di Cagliari e abbiamo un quadro davvero variegato. Così come è variegata la vecchia vigna da cui nasce Sobi, vino della neonata cantina Bentu Luna, a Neoneli: un progetto esemplare.”

Alghero Cabernet Ris. Marchese di Villamarina 2017 – Sella & Mosca

Cannonau di Sardegna 2019 – Corda

Cannonau di Sardegna Cl. Dule 2018 – Gabbas

Cannonau di Sardegna L’Ora Grande 2019 – Contralta

Carignano del Sulcis 6Mura Ris. 2018 – Giba

Carignano del Sulcis Sup. Terre Brune 2017 – Santadi

Nuracada 2019 – Audarya

Sobi 2019 – Bentu Luna

Turriga 2017 – Argiolas

Vermentino di Gallura Petrizza 2020 – Masone Mannu

Vermentino di Gallura Sup. Maìa 2019 – Siddùra

Vermentino di Gallura Sup. Sciala 2020 – Surrau

Vermentino di Sardegna Stellato 2020 – Pala

Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2020 – Cherchi

Pasquale Pace
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