I Tre Bicchieri del Trentino per la guida “Vini d’Italia 2024” del Gambero Rosso con un mio piccolo commento per la regione e sui vini che conosco

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Tre Bicchieri 2024 – Trentino
Vini d’Italia 2024  del Gambero Rosso
Via Ottavio Gasparri, 13/17
Roma
www.gamberorosso.it
www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.cantinaconforme.wine
www.vinointorno.it

Per il Trentino 12 tre bicchieri quest’anno, 12 l’anno passato.

Son un grande ammiratore, bevitore di Trentodoc. I vini del Trentino mi piacciono assai. Quando non leggo Dorigati penso che manchi qualità, poi mi sembra assurdo che manchi Maso Martis.

Con questo mio scritto eccomi, come ogni anno a pubblicare i Tre Bicchieri del Gambero Rosso.
Come sempre qualcuno storcerà la bocca, ma ognuno è padrone di ciò che vuole fare della propria vita e a me questa cosa diverte. Sono un curiosone, mi piace controllare, osservare, fare il confronto con gli anni passati.
Una volta ne ero veramente preso per tutto l’anno, non lo nego, con le guide ho imparato tante cose, oggi le custodisco  in libreria… per darle uno sguardo di tanto in tanto e sorriderci su nel rileggere sempre i soliti nomi, i soliti noti.

Ecco il commento del Trentino da parte dei relatori del Gambero Rosso:

ECCO I VINI DEL TRENTINO CHE QUEST’ANNO HANNO OTTENUTO I TRE BICCHIERI, IL MASSIMO RICONOSCIMENTO ASSEGNATO DALLA GUIDA VINI D’ITALIA DI GAMBERO ROSSO.

Tre Bicchieri 2024 del Trentino.  Ai vertici non solo spumanti ma anche vini fermi

Eppur si muove. Senza nulla togliere alla briosità, alla consolidata fama e alla pura bontà dei metodo classico trentini, in questa edizione della Guida troverete un notevole progresso dei vini della consuetudine dolomitica: parliamo dei vini fermi. Bianchi e rossi ai vertici, insomma, sia per valore delle valutazioni (dal numero dei Tre Bicchieri ai tanti vini arrivati in finale, un vero record), ma soprattutto perché dimostrano carattere, unicità e grande aderenza al territorio.

Il merito va alla costante dedizione di una schiera di vignaioli, cantinieri e imprenditori decisi a puntare sulle varietà da uve autoctone, così come anche su vitigni che già da tempo qui sono di casa. Interpretazioni validissime di Nosiola anzitutto, come l’Ora di Pravis – vinificato in botti d’acacia, con le uve leggermente surmature come avviene per il Vino Santo, per arrivare ad un bianco che bilancia passato e futuro, enologia con passione, fantasia e curiosità. Senza tralasciare variazioni a base di Marzemino – un rosso ancora troppo sottovalutato – e l’importante presenza del Teroldego, proposto anche in versioni diverse da quelle della storica Doc Rotaliano, dalla quale comunque arrivano i due i vini premiati quest’anno, quello di De Vescovi e la novità di Donati.

Trentino dunque ricco di vini assolutamente identitari, solitamente con uno squisito rapporto con il prezzo e l’innato carattere di un territorio ardito, tra laghi e vette. Ma oltre i vini da uve della tradizione non mancano quelli, essi pure autentici, che nascono da vitigni internazionali. Il Pinot Nero ben scandisce la sua elegante complessità (il Faedi di Bellaveder è tra i migliori assaggiati in tutta Italia) così come il Riesling offre grinta e schiettezza, come dimostra il bianco prettamente renano presentato dal duo Pojer & Sandri, senza dimenticare San Leonardo dei marchesi Guerrieri Gonzaga, frutto di varietà bordolesi, che oramai è un grande classico.

Tre Bicchieri 2024 del Trentino. Le bollicine tra conferme e novità

I Trento rimangono comunque sulla vetta della regione, e sotto quella definizione – Bollicine di Montagna – si muove una delle zone spumantistiche più convincenti d’Italia. Sono vini che dimostrano tutta la loro autorevolezza grazie a dosaggi centrati e a (lunghe) permanenze sui lieviti, per esprimere fino in fondo il potenziale che queste varietà possono dare in termini di complessità. Tante le conferme tra i premiati, e un elenco che sottolinea l’ottimo andamento delle versioni Rosé e annovera alcune validissime nuove entrate, come Mas dei Chini. Gentilezza e determinazione, in sintesi, per rilanciare il comparto enologico trentino e ribadire che Trento non è solo spumante classico.

L’Ora 2021 – Pravis (una Nosiola che appassisce per poi sorprenderci)

San Leonardo 2018 – San Leonardo (hanno l’abbonamento)

Teroldego Rotaliano Sangue di Drago 2020 – Marco Donati (la prima volta per questa azienda per un loro vino che è storia)

Teroldego Rotaliano Vigilius 2020 – De Vescovi Ulzbach (un Teroldego che si fa rispettare assai)

Trentino Pinot Nero Faedi 2020 – Bellaveder (lo degusterò)

Trentino Riesling 2022 – Pojer & Sandri (cantina di fuoriclasse)

Trento Brut 976 Riserva del Fondatore 2012 – Letrari (tra le bolle più buone dell’intero universo. Da tanto lo dico e da tanto ne godo)

Trento Brut Altemasi Graal Ris. 2016 – Cavit (bene o male c’è sempre il Graal)

Trento Brut Rotari Flavio Ris. 2015 – Rotari

Trento Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2012 – Ferrari (un orgoglio della spumantistica italiana)

Trento Extra Brut Rosé 2018 – Moser (mi piace tanto)

Trento Inkino Extra Brut Rosè 2019 – Mas dei Chini (quest’annata ancora non la degusto, lo farò)

Pasquale Pace
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