ViniVeri 2020 ad Assisi, con anteprima alla Locanda Cacio Re, con i miei 7 migliori assaggi

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ViniVeri Assisi 2020
Vino secondo natura
Hotel Valle di Assisi
www.viniveri.net

Locanda Cacio Re
Località I Casali
Vallo di Nera (Pg)
www.caciore.com
www.ilgourmererrante.it
www.codivin.com
www.cantinaconforme.it
www.vinointorno.it

ViniVeri ad Assisi, anteprima di quella che poi sarà l’ottima degustazione di Cerea, quest’anno sarà dal 17 al 19 aprile 2020,  sta diventando sempre di più un’interessante degustazione, un punto di riferimento per il centro Italia. Chiedendo agli organizzatori, c’è stato un incremento di presenze del 20% rispetto all’anno passato. Come ogni anno ribadisco della bellezza del locale dove si svolge la degustazione, tante accortezze per i degustatori ad iniziare dall’interessante libretto con l’elenco dei produttori, dove poter scrivere tutto ciò che si vuole. La bellezza di poter cambiare bicchiere come si vuole in ogni attimo dell’evento. Presenza di operatori del settore molto elevata. I miei assaggi sono stati circa 90, ecco a scegliere i miei sette assaggi del giorno. 

Prima di parlare dei sette vini scelti, faccio un passo indietro per parlare della bella e buona cena alla Locanda Cacio e Re che ha fatto da anteprima alla manifestazione. Le cene vengono svolte, come ogni anno, in vari locali dell’Umbria, dove ci sono i vini di alcuni produttori dell’associazione ViniVeri. Da Cacio Re c’erano Cantina Ninni con i suoi due spumanti, Dario Princic con il suo ottimo trebe2 2015 e Clara Marcelli con il loro K’ UN. La cena ha avuto questi piatti, li vedrete nelle foto.
Caramella di formaggio con tuber melanosporum, un classico della locanda, da mangiare caldo è una vera ghiottoneria.
Petto di anatra affumicato e frutti di bosco, un piatto stile… ma perché si debbono fare ancora queste cose, meglio un po’ di salumi locali.
Ravioli di capriolo con tuber melanosporum, mi è piaciuto… mi è piaciuto anche tanto vedere i piatti tornare in cucina completamente vuoti e con qualche, anzi tanti bis.
Filetto al pepe e tortino alle erbe di campo, buona cottura, porzione giusta per alzarsi dal tavolo con la voglia ancora di qualcosa.
Mousse di fondente e gelato all’olio extravergine. L’olio non sovrastava nulla, il tutto in equilibrio per un buon fine pasto.

Ma da questo ristorante mi aspettavo un piatto che è stato tra i miei tre antipasti migliori per il 2019, ecco il mio pezzo su quel piatto (https://www.ilgourmeterrante.it/sito/i-tre-migliori-antipasti-del-2019-con-qualche-altra-segnalazione-per-il-gourmet-errante/), ma come si dice spesso “mai dire mai”. Al mattino, un mattino molto freddo che mi ha visto passeggiare per Vallo di Nera, paese Bandiera Arancione e tra i borghi più belli per il Touring Club Italiano, la signora Cinzia Camagna, moglie di Paolo  Brunelli, ha esaudito la mia richiesta e ci ha fatto fare colazione con l’uovo nella patata con tartufo bicolore. Quest’anno lo ha cucinato con doppio uovo e patata intera spezzata. Ebbene il piatto è davvero qualcosa di ottimo, la cottura dell’uovo è perfetta, la patata, di qualità, è buona culla per il rosso dell’uovo, il tartufo fa la sua parte per un piatto che mi piace tantissimo, scarpetta con dito e pane per fare la foto anche dopo a dimostrare che si è mangiato, godendo, un ottimo piatto da consigliare a tutti.
Dopo tanta goduria si parte per l’evento ViniVeri di cui vi ho parlato, in generale, sopra.

Ecco i sette vini che mi sono piaciuti di più dopo averne degustati circa 90:

  1. Vodopivec – Vitoska 2016, vitoska 100%, Venezia Giulia IGT. Al primo sorso ho avuto la sensazione che qualcuno mi avesse dato un colpo sulla spalla volendomi dire: “Ecco becca! Questo vino è fatto in anfora tu che metti l’hastag #noanfora #rimettiamoifiorinelleanfore”. Lo dico prima di tutto che è una vitoska che regge le macerazioni e anche l’anfora… ma poi riflettendo dico che questo vino in anfora ci fermenta e resta li a contatto con le bucce per sei mesi, poi dopo la pressatura e il travaso viene messo in botti grandi per circa 24 mesi, quindi diventa un vino che affina in botte grande, mi va di ricordare anche la produzione di questa azienda 12000 bottiglie su 45 ettari! Torno al piacere grande che ho provato degustando questo ottimo vino, i profumi sono aumentati a dismisura con il passare dei minuti, alla beva tanta finezza fatta classe, pulizia e pienezza al palato, un vino che mi resterà nella testa e nelle mie più belle emozioni fino a sperare di poterlo bere ancora.
  2. Zidarich – Kamen Vitoska 2017 Venezia Giulia IGT, vitoska 100%. Vinifico in vasche di pietra carsica con macerazione di 18 giorni circa, poi circa 20 mesi di botte grande. Ogni annata che passa questo vino diventa più buono, siamo alla quarta annata e sembra come se l’uva si sia abituata in maniera perfetta alla pietra, sono aumentati i profumi, è aumentata la piacevolezza, è aumentata la bontà di questa vitoska. Spero un giorno di avere la possibilità di degustare tutte le annate prodotte insieme.
  3. Az. Agricola Massetti Francesco – Mezzo Pieno Trebbiano IGT Colli Aprutini 2017, trebbiano d’Abruzzo 100%,  due annate sul banco, la 2017 e la 2018. Anche qui, spero di farlo sempre quest’anno quando parlerò di un vino, le rese per ettaro sono molto basse, 35 quintali per ettaro, alla faccia di certe rese sulle pergole abruzzesi. Ho amato il 2017, aspetterò la 2018, ma oggi aver degustato, aver consigliato a tanti di andare ad assaggiare questo fantastico trebbiano abruzzese è stato un piacere grande, vino che porto nei miei pensieri e nei miei gusti di bere vini di tale livello. Ancora un applauso a Francesco e sono pronto alla ola quando degusterò o berrò un, ci scommetto, fantastico Montepulciano Quaranta Cinque 2018 già degustato oggi.
  4. Allievi Maria Letizia – Pecorino 2018 Offida Pecorino DOCG, pecorino 100%. Anche qui voglio sottolineare le rese per ettaro a circa 70 quintali. Oltre a parlare del loro pecorino, vorrei segnalare il loro spumante metodo classico Mida che oggi purtroppo non c’era. Inoltre avrei potuto scegliere anche gli altri tre vini oggi in degustazione, il loro rosato, il loro rosso e il buonissimo Arsi 2016 da uve bordò. Ma è il pecorino che mi ha colpito di più, profumi molto intensi di piacevolezza che si ripetono in modo persistente al palato e alla beva, un altro pecorino da tenere in molta considerazione.
  5. Carlo Noro Società agricola biodinamica – Collefurno 2018 Cesanese del Piglio DOCG, cesanese 100%. Vino in uscita, a me è piaciuto tantissimo, ma quello che più voglio sottolineare è che molti che lo hanno degustato e sono rimasti colpiti dalla bontà dell’ennesimo Cesanese molto buono. Tenete a mente l’annata 2018 potrebbe essere la grande affermazione del vitigno Cesanese. Di questo Collefurno posso dire che non vedo l’ora di degustarlo e di berlo ancora.
  6. Valter Mattoni – Rossobordò. Di questo vino ormai non serve descrivere niente, al nome Rossobordò si associa il nome di Valter Mattoni, della roccia, del bordò, il vitigno da cui deriva questa fantastica bevuta. Un vino che quando c’è in una degustazione ho sempre voglia di metterlo tra i miei preferiti. Uno dei grandi vini della viticoltura italiana tutta.
  7. Antica azienda agricola Paolo Bea – Pagliaro 2011 Montefalco Sagrantino DOCG, sagrantino 100%. Un vino che è tra i miei rossi preferiti, oggi mi è piaciuto moltissimo, l’ho degustato addirittura tre volte, l’ho bevuto accompagnato ad un ottimo salame, accoppiata perfetta per farmi mettere seduto e farmi apprezzare il vino di un’azienda che è il simbolo dei ViniVeri italiani.

Eccoli sette vini che mi hanno entusiasmato più di altri, in una degustazione davvero interessante.
Ci vedremo a Cerea, come sempre di venerdì, sarà il giorno 17 aprile 2020, come sempre sarà l’inizio della mia settimana tra Cerea, Summa, Vivit e Vinitaly. 

Pasquale Pace
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