Ristorante “Lo Stuzzichino” a Campodimele, dove una sosta fa capire che il coraggio di due fratelli ti fa godere assai

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Ristorante “Lo Stuzzichino” di Francesco Capirchio in cucina e Roberto Capirchio in sala. 
Via Taverna, 14
Campodimele (Lt)
www.ristorantelostuzzichino.com

In una giornata calda come questa non si può che cercare il fresco dei boschi, così ci avventuriamo verso Campodimele, paesino medievale in provincia di Latina arroccato su un colle all’interno del Parco Naturale dei Monti Aurunci, paese famoso per la longevità dei suoi abitanti. A Campodimele non può mancare il caffè nell’unico bar del paese, caffè fatto ad arte.  

Sono già stato qui altre volte, ma avevo la voglia di tornarci, di tornare a trovare Francesco e Roberto, due fratelli intraprendenti, proprietari de “Lo Stuzzichino”.  

Locale a conduzione familiare, con cucina tradizionale ma allo stesso tempo innovativa. Il menù varia a seconda della stagione. Le materie prime sono attentamente selezionate e del territorio… e dell’orto, tanto da utilizzare verdure, legumi e grani coltivati da papà Fiore, qui non siamo a km. zero… siamo a vista, mentre si mangia si vede anche l’orto.

Il ristorante si trova a pochi chilometri da Campodimele.  Posti a sedere fuori sotto un porticato in legno e  all’interno un ambiente in stile rustico. Tavoli con tovaglie bianche e sedie in legno creano un’atmosfera così semplice che sembra di essere a casa, così come l’accoglienza che riserva Francesco per noi. Un ragazzo davvero esemplare, dai modi umili e gentili. 

Siamo venuti in cerca di fresco quindi ci accomodiamo fuori. Una precisazione però occorre farla, l’esterno, ampliato da poco, presenta un’unica pecca, tavoli e sedie in plastica. Non sono il massimo, ma i ragazzi sono giovani, grintosi e pieni di voglia di rinnovare e completare i lavori dell’ampliamento con complementi d’arredo degni di questo locale! Torneremo a vedere il lavoro finito a regola d’arte… trovata la scusa per ritornare!

La carta dei vini è studiata, esauriente, non manca nulla, ma con noi c’è John Wine e quando c’è lui non si rinuncia mai alle sorprese che ogni volta ci riserva, in questa carta ci sono i suoi consigli, questa carta mi piace.

Trovo sempre cuochi che vogliono divertirsi con me e Francesco, fortunatamente è uno di quelli! Gli diamo carta bianca, in modo da farlo esprimere al meglio e di dare a noi la possibilità di divertirci ad assaporare i prodotti tipici di questo paese!

Arriva il pane in tavola.  Davanti a tanta bellezza si può solo chiudere la bocca, ma solo per pochi secondi, e prestare attenzione all’odore che emana.  Tutto rigorosamente preparato in cucina, con grani coltivati da Fiore. E’ difficile trovare nei ristoranti pani buoni “casalinghi”. Quattro tipologie diverse: grissini che suonano una sviolinata, pane tradizionale, una focaccia maestosa e dulcis in fundo, pane con grano serena e carrube, molto particolare, di una bontà unica… il mio preferito!

Si inizia con gli antipasti.

“Ovuli, rucola, grana e lamponi”. Niente da aggiungere, tutto è perfettamente legato, persino i lamponi.

“Parmigiana di zucchine”. Servita su cucchiai da finger food, si mangia in un sol boccone. Buona, fresca e saporita al punto giusto.

“Pane tostato e prosciutto”. I prodotti artigianali si sentono tutti!

“Fiori di zucca ripieni”. Frittura asciutta e leggera. Un antipasto davvero gustoso.

“Cannolo croccante di baccalà con crema di patate e capocollo”. L’associazione dei prodotti è perfetta, peccato per la sapidità del capocollo.   

“Zuppa di cicerchie di Campodimele”. Questo è un piatto che qui non può mancare mai, neanche a luglio!

“Mini burger di manzo e cicoria nel panino di grano serena”. E’ solo troppo alto, altrimenti un boccone e via! Davvero buono.

“Uovo soffiato, crema di ricotta e tartufo”. Francesco conosce i miei gusti e forse ricorda che questo è un piatto che adoro. Lo avevo già mangiato con una crema di base diversa e ad essere sincero lo preferivo, ma il menù cambia in base alla stagione quindi ci stà!  Il piatto comunque è uno spettacolo, è bello giocarci un po’ prima di mangiarlo, una nuvola che si scioglie in bocca. Una sensazione che difficilmente si riesce ad esprimere a parole!

Nel  frattempo arriva Roberto che in sala è impeccabile, e ci serve i primi piatti.

“Tortelli di agnello alla cacciatora e salsa di pomodoro giallo”. Pasta tirata perfettamente e ripieno da applausi. Si sentono le spezie e la salsa di pomodoro giallo, dal sapore dolce aspro, da quel tocco in più.

“Tagliatelle all’uovo con funghi porcini”. Pasta ruvida e consistente, funghi rigorosamente della zona. Un piatto dai sapori boschivi. Squisito.

Ed ecco che arrivano i secondi.

“Filetto vino rosso e porcino”.  La bontà di questo piatto è disarmante, così come la tenerezza del filetto. Carne eccezionale e cottura sapiente. 

“Lumache ammuccate”. Questo è stato l’unico piatto richiesto espressamente da me a Francesco.  Lumache così, poche volte si mangiano. Cotte e condite come si faceva una volta. Sapori che ti restano nella memoria, ed oggi la mia memoria è andata indietro di un po’! 

Ci fermiamo in attesa dei dolci, ma per ingannarla, l’attesa, arriva un piccolo assaggio di “Gelato di ricotta e basilico”. Che dire? Una ventata di freschezza! Davvero ottimo!

“Dolce omaggio a Campodimele”, questo dolce c’è sempre in carta, un boccone di morbidezza saporosa fino al culmine della bontà, di una grande bontà.

“Millefoglie vaniglia e more”. Fragrante nella sfoglia, morbido con la crema. Qualcosa di delizioso.

Pensiamo che il pranzo sia finito qui, ma ad accompagnare il caffè c’è la piccola pasticceria. 

Biscottini con farina di cicerchia, Ciambelline secche e un sublime cioccolatino con scorze di limone.

Restiamo a scambiare due chiacchiere con Francesco e Roberto. Ci raccontano dei prodotti  coltivati da Fiore, di quelli rigorosamente selezionati e soprattutto locali, del loro legame al territorio e alla tradizione, anche se tutto ciò è percettibile perfino senza tante chiacchiere, ma semplicemente gustando i loro piatti. E’ stato un pranzo in continua evoluzione, con un susseguirsi di ricordi e di emozioni.  

Si sta bene qui, però si deve ripartire ma con la voglia di tornare ancora, per vedere  la continua crescita di questi due ragazzi e la trasformazione dei loro prodotti!
Vorrei premiare io con qualcosa in più, del mio semplice scrivere, il coraggio di due fratelli, il coraggio di una famiglia che in un piccolo paese come Campodimele resiste nel proprio lavoro e a credere a ciò che fa.

Pasquale Pace
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