Ristorante Albergo Cacciatori a Cartosio (AL), la mia ottava Premiata Trattoria Italiana, qui si sta come a casa… di più

0

Ristorante Albergo Cacciatori
Via Moreno, 30
Cartosio (AL)
cacciatoricartosio.com
www.ilgourmeterrante.it
www.vinointorno.it
codivin.com
www.cantinaconforme.it

Partire al mattino dal Casaletto a Grotte Santo Stefano in provincia di Viterbo, un posto dove mi trovo molto bene, con l’obbiettivo di raggiungere per l’ora di pranzo la mia ottava Premiata Trattoria Italiana, quei Cacciatori a Cartosio in provincia di Alessandria.
Il viaggio è stato tranquillissimo, assenza di traffico, la compagnia e la guida del mio amico, anche di più, Carlo Zucchetti, oggi ha guidato abbastanza bene a differenza di altre volte, non lo dite a nessuno però, ci sta benissimo.
Le 5 ore previste sono state esatte, a pochi chilometri dal ristorante vedo un cartello che indica il paese di Visone, come non venirmi in mente il grande torrone Canelin, vedo il navigatore, ci si passa davanti, peccato è chiuso, passiamo davanti anche al bar – gelateria Canelin ad Acqui Terme, chiuso anche qui, il pensiero resta, adesso siamo in arrivo da Federica Rossini e Massimo Milano.

Con il senno del poi mi va di scrivere così: “Federica, Massimo stiamo arrivando nella vostra casa.” Ma no che dici, è un ristorante, il loro ristorante.
L’arrivo è tranquillizzante, finisce la strada e si respira aria di pace, di tranquillità, la palazzina bianca da ancora più bellezza, le finestre delle camere danno sul piazzale, sarebbe bello fare cena e riposare in questo stato di quiete.
Sono per il pranzo però, si entra e mi viene voglia di andare in cucina a salutare Federica e Massimo, la cucina è spaziosa e la pulizia regna sovrana, Federica saluta ma mi fa capire che è impegnata, la saluto e l’occhio va sui quadri alle pareti, uno più interessante dell’altro. Ci accoglie una ragazza e ci accompagna nella pergola esterna dove un sorridente Massimo ci saluta. Ci sediamo, voglia di acqua e via a ordinare.

Peperone ripieno.  Lo ammetto mi aspettavo l’alice. Deluso? Per nulla, il ripieno è buonissimo, la consistenza e il sapore del peperone è di un altro pianeta, il ripieno è pieno di gusto, il tutto è incredibilmente semplice e buono assai.

Il pane, la pizza, quest’ultima la dovrai riportare caro Massimo, complimenti a Federica per una focaccia molto particolare, molto buona.
Da una lista di vini molto piena, molto interessante Massimo ci tira fuori una chicca locale, più locale di così non si può, Dolcetto D’Acqui DOC 2019 ROBELLA, alla fine posso dire “vino BONO quando finisce”, questo è finito con piacere.

Frittata di erba di San Pietro. Una frittata? Un capolavoro, ero con Carlo Zucchetti che mi fa mangiare tutte le erbe che sono a terra e anche nell’aria, ebbene si, questa erba non la conosceva nemmeno lui. Le uova non ho chiesto da dove venissero, non mi importava, tanta era la bontà di un piatto così semplice cucinato alla perfezione. Gustoso in tutto anche nel raccogliere ogni pagliuzza nel piatto.

Fettuccine integrali, burro aromatizzato erbe e verdure. Non so se ho letto bene, la pasta la tira Massimo, se è vero va benissimo così, il resto lo fa Federica con le sue verdure che sembrano un’orchestra di gusto, consistenza, croccantezza, bocca e palato felici, gustosissimo aggiungo io, il burro si fa sentire in maniera molto equilibrata, la cottura è perfetta, il piatto si fa apprezzare assai.

Arriva un vino al tavolo, non lo abbiamo ordinato, è un ottimo vino è la Barbera Monleale 2012 di Vigneti Massa, lo conosco, Massimo ride, lui sa. Ravioli alla Barbera. Ecco a che serviva il vino, assaggio i ravioli senza barbera e mi piacciono assai, il piatto però dice che ci vuole la Barbera, è la prima volta che mi capita di mettere del vino liquido in un piatto di pasta, a me che non amo le riduzioni al vino è una sfida. Sfida vinta da voi Federica e Massimo che mi stupite  in ogni piatto in cui regna la semplicità di una cucina di casa, di casa reale.

Pollo alla cacciatora (minimo 2 persone e 35 minuti di attesa).

Se vuoi il pollo lo devi dire subito perché Federica lo cuoce in 35 minuti sulla sua stufa.

La ragazza ce lo porta in due piatti e ci dice: “chi preferisce la parte bianca e chi la scura?” La curiosità aumenta ancora di più, io prendo la scura e il profumo è super invitante, penso subito che ci vorrà altra pizza per la scarpetta. Prendo la coscia ne do un pezzo a Carlo e poi l’azzanno, il gusto mi fa chiudere gli occhi, sto godendo, il resto è un continuo piacere, anche il petto è ottimo. Carlo mi passa l’ala, non sarà mai abbastanza il ringraziarlo per questa donazione goduriosa. Tra mugugni di consenso il pollo finisce con la scarpetta e con la mia scritta fatta con le ossa. “TOP!”

Si passa ai dolci. Panna cotta. Non ci vado matto per la panna cotta, Massimo e Carlo Zucchetti hanno insistito per prenderla e così io ho fatto il sacrificio di assaggiarla, ne è valsa davvero la pena.
Gelato alle pesche di Volpedo. Le pesche di Volpedo se non si conoscono non si possono evitare, un prodotto italiano che adoro, poi arrivo qui ai Cacciatori e Federica con queste pesche ci fa un gelato perfetto. Ogni cucchiaino è un’emozione pensando a quando le mangio a pezzettoni, il gusto arriva tutto in un susseguirsi di piacere che un grande gelato può darmi. Gusto gelato che si candida a essere uno dei miei tre preferiti per l’anno 2021.

Infine non potevo farne a meno eccomi donare il mio adesivo per locale consigliato da il Gourmet Errante a i Cacciatori, a Federica, a Massimo. Nello scegliere il posto dove fare la foto si ha l’imbarazzo della scelta per la bellezza di tanti angoli che sono in questo locale. Alla fine scegliamo di farla davanti a uno dei quadri più importanti che sono appesi nelle sale. Dopo un pranzo ottimo la nostra gioia è impressa nei nostri occhi, mi complimento con voi per il vostro stupendo locale e per la vostra ottima cucina. Ristorante consigliatissimo in cui spero di tornare presto.

Andiamo via mentre Matteo Berrettini impegna il grandissimo Djokovic nella finale di Wimblendon, in uno dei risultati più importanti per un italiano nel tennis, alla fine ha perso, grandi complimenti e applausi lo stesso, mi hai fatto sognare, non perdo le speranze di andare al bar pasticceria Canelin.
Carlo mette la benzina e io vado a piedi a vedere se è aperto, lo avverto: “è aperto, vieni.”
Entro, chiedo del sor Giovanni, la risposta è positiva, sono felice, felicissimo di rivedere l’uomo che produce uno dei più grandi torroni bianchi del mondo, gli chiedo se posso attaccare il mio adesivo, lui accetta sorridendo, il mio cuore batte più forte, Carlo si emoziona ascoltando un uomo do 90 e otto mesi, lui precisa la sua età, mangiamo il fantastico gelato al torrone, attacchiamo l’adesivo e non può mancare la foto di rito, sono felice assai, il Piemonte mi regala una giornata da ricordare negli anni. Si continua, il mio alto Piemonte è appena iniziato.

Pasquale Pace
Share.

Leave A Reply