Pepe in Grani e Dolcemascolo quando le giornate vorresti che non finissero mai

0

Pepe in Grani
Vico S. Giovanni Battista, 3
Caiazzo (Ce)
facebook.com/pepeingrani
www.pepeingrani.it

Pasticceria – Bar Dolcemascolo
Via Madonna della Neve, 77
Frosinone
www.pasticceriadolcemascolo.it

1 2 3, Franco Pepe olè, 4 5 6, tanto bravo sei, 7 8 9, sempre pizze nuove fai, 10 e lode per te. Dicendo ciò capirete che sono stato da Pepe in grani. Eravamo in tredici, tra cui un bambino e un’amica che non mangia latticini, quindi il percorso stabilito era di otto pizze, più soffritto, varie ed eventuali, le varie ed eventuali sono state altre due pizze per arrivare a 10. Adesso descriverle sarà facile, scegliere la migliore sarà molto difficile. Durante i messaggi con Franco ci era stato un equivoco, lui era rimasto a otto persone, ma noi eravamo tredici come gli avevo scritto. Il tavolo era piccolo, quindi un salto in terrazza, con la giornata di ieri sarebbe stato piacevole stare lì, ma le donne … le donne hanno detto che tirava vento. La soluzione è di lusso, nell’ultimo piano, nel corridoio davanti le due stanze meravigliose del B&B di Pepe in Grani. Si apparecchiano i tavoli, Franco ci dice che poche volte questa sala ha avuto commensali, la musica di sottofondo parte e si può iniziare, si decide per la birra, la birra Almond prodotta in Abruzzo. Anche un vino si deve ordinare, il Pian di Stio 2015 da uve Fiano 100% della cantina San Salvatore è perfetto con la pizza.

Un nugolo di ragazzi e ragazze ci si mette a nostra disposizione, Franco dice: Ok si parte. La felicità, la gioia, la bontà arriva subito con la Pizza fritta, ripiena di ricotta e cicoli, da subito si capisce la leggerezza dell’impasto, da subito si intuisce la bontà dei prodotti usati. Un brindisi per iniziare e vai alla grande. Il tutto va a tre a tre, tre pizze per quattro spicchi per 12 persone, mi viene un dubbio, siamo in undici … il pezzo in più chi lo avrà mangiato ogni volta, il dubbio c’è ma so chi ha provveduto. Ecco la prima pizza: aglio, olio e peperoncino; aglio, acciughe di Cetara, peperoncino, prezzemolo, sugna di maiale nero casertano, origano dell’Alto Casertano, olio evo varietà caiazzana (pizza solidale a sostegno di progetti per lo sviluppo sociale), arriva con il profumo di tutti gli odori che ci sono, il primo morso è sublime, l’esclamazione generale è: un grande inizio di pizza. La seconda pizza è la famosa margherita sbagliata, quindi infornata con solo la mozzarella, poi a caldo si aggiungono le riduzioni di pomodoro riccio di Caiazzo a freddo e riduzione di basilico … poi mentre la magni, pensi perché è bravo … perché crea questi capolavori, il gusto, il piacere? Indescrivibili si deve solo provare. Altra pizza, sempre territorio già dal nome: Pizza del Territorio, prodotto realizzato con farina di frumento tenero, presente a Caiazzo da più di 50 anni, con mozzarella e basilico, sembra una pizza normale, ma mentre la stai per mordere ti arriva un profumo diverso, eccolo l’impasto fatto con quei grani ritrovati, in bocca è sublime, una gran pizza davvero. Si va avanti con La Scarpetta, mozzarella di bufala, crema di grana padano 18 mesi, composta di pomodori, basilico liofilizzato nella stagione fredda e scagli di grana padano 24 mesi, olio evo di varietà caiazzana, qui la curiosità arriva per l’assaggiare la composta di pomodoro e il basilico, in punta di coltello assaggio i due condimenti, resto senza parole in particolare per il pomodoro, le parole arrivano dagli amici, siamo tutti estasiati da tanto sapore, ecco forse è questa la mia pizza preferita delle 10. Ma andiamo avanti: Sensazioni di Costiera pizza fritta con aglio disidratato, peperoncino, prezzemolo, pomodoro cuore di bue, acciughe di Cetara, buccia di limone di costiera, questa anche è tra mie preferite, per i profumi che arrivano e per la buonissima sensazione del fritto, di questa ne avrei mangiato un altro pezzo davvero. La voglia è tanta e non ci si può fermare: Alletterata, tonno alletterato, mozzarella di bufala dop, crema di cipolla di Alife (presidio SlowFood), sedano cotto in ghiaccio, altro colpo di piacere, un gran connubio di sapori, sapori di ricerca, di prodotti ottimi. A spezzare il ritmo delle pizze arriva un ottimo soffitto con il pane bruscato, adoro i quinti quarti e questo è troppo buono. Non cercarne dell’atro è un grosso sacrificio, meglio restarci con la voglia. Altra pizza. Memento, crema di cipolle di Alife, crema di ceci delle colline caiatine, cicoria selvatica, olio evo di varietà caiazzana, altro colpo di sapori, sapori schietti da terra, da ricerca, da piacere, Franco Pepe e i suo staff si sarebbero fermati così, già prima di questa, ne era prevista solo un’altra, invece la Memento ci attirava perché la conoscevamo, un’altra ne mancava ed eccola: L’Alifana, fiordilatte, scamorza, pancetta, cipolla di Alife e origano, questa è proprio ghiotta, infatti non si fa sentire minimamente che era la nona pizza, ce la divoriamo, davvero buonissima. A finire una pizza che anche un dolce: La Pizza conciata del ‘500 (mastunicola), sugna di maiale nero casertano, pepe, conciato romano (presidio SlowFood), basilico, origano dell’Alto Casertano e, su richiesta confettura di fichi del Cilento, a noi nemmeno lo hanno chiesto dei fichi, li hanno messi in abbondanza. Adesso come ci mettiamo che qui si ha ancora fame … a dimostrazione che la leggerezza dell’impasto è semplicemente perfetta, i prodotti usati sono tra i migliori della zona e non solo. Franco Pepe è davvero un grande della pizza. Si finisce con il “Nocillito” e un gran cioccolatino, si finisce tra gli applausi a Franco e a tutto l’intero staff, si finisce con la foto e con la consapevolezza di uscire da una delle grandi pizzerie del mondo. Grazie per un pranzo da ricordare in tutti i sensi.

La giornata però è lunga, così sia prima che dopo, lo stesso tavolo lo stesso Bar – Pasticceria a Frosinone, dalla famiglia Dolcemascolo ho portato i miei amici. La colazione è stata tra un ottimo caffè, caffellatte e succhi di frutta fatti al momento, bravo Simone ci hai lavorato tanto a questo caffè  e ci sei riuscito a farlo diventare ottimo, da mangiare, ormai un must per me, la favolosa veneziana, la crema perfetta su un maritozzo morbidissimo, il maritozzo con la panna da provare assolutamente, le sfogliatelle appena tirate fuori e croccantissime, il ferro di cavallo ripieno di marmellata di albicocche sublime, le cassatine che faccio assaggiare a tutti quelli che vengono qui e tutti apprezzano, i mignon di frolla con crema al limone e meringa, ogni volta sempre più sorprendenti, i cannolini classici appena sfornati a conferma di una crema notevolmente buona, si è a carnevale, quindi frappe e castagnole, le frappe buonissime, le castagnole in tono minore, e meno male, c’è anche qualcosa che non va. Sta arrivando San Giuseppe e si chiude con bignè di ricotta, al cioccolato, alla crema e con le zeppole, la crostata è invitante, tutto è invitante. Al ritorno si ripassa qui, d’altronde si deve cenare. Vino questa volta, scelto in una rastrelliera, con poche cose, alcune classiche, altre delle vere chicche di qualità, si sceglie Francia, si scegli Borgogna bianca: Régnard – Bourgogne Appelation Controlée Retour des Flandres 2015, scende giù che un piacere, con freschezza e la giusta acidità, davvero un buon vino, si stuzzica: pizzette, d’altronde oggi ci sono mancate, buone anche queste, un ottimo cornetto con melanzane marinate e porchetta, mini supplì, salame di bufala, sfogliatelle ai peperoni di Pontecorvo DOP, prodotto che davvero sarebbe ora che più di qualcuno tornasse a produrre, questi sono dell’azienda Rocca, non li conoscevo, dopo averli mangiati dico a quest’azienda che ne prepari tanti, perché lo dirò a tutti che oggi esiste un’azienda che mette in vasetto i pomodori di Pontecorvo in maniera sublime. Forse è stato un racconto lungo, ma è il racconto di quelle giornate pennellate, dove tutto riesce alla perfezione, grazie ai miei compagni/e di viaggio e grazie a tutte le persone che ci hanno fatto vivere una giornata indimenticabile.

 

Pasquale Pace
Share.

Leave A Reply