Il ritorno alla Bait delle Forche pieno di grandi emozioni

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31° rassegna Muller Thurgau
Vino di montagna
www.mostramullerthurgau.it

Bait delle Forche
Cembra – Cantina di Montagna
Viale IV Novembre, 72
Cembra (Tn)
www.cembracantinadimontagna.com

Raramente parlo di un vino solo, ma per il Vigna delle Forche faccio volentieri un’eccezione. Vigna delle Forche non è solo un vino, ma un territorio curato da Italo Piffer, grande persona che ha lasciato una bellissima eredità a una splendida famiglia. L’emozione e la felicità di essere tornato alla Baita merita di essere raccontata ancora una volta.

Siamo alla 31° rassegna del Muller Thurgau; questa volta, ahimè, debbo salire con la jeep dei vigili del fuoco. Purtroppo il programma è molto intenso e il tempo per farmi la strada a piedi non c’è stato. Tempo stupendo che ha reso il panorama migliore dell’altra volta, nonostante la perdita del sorriso fiero di quell’uomo fantastico che era Italo. Riconosco da lontano la sua signora, ma per esserne certo lo domando a Luciano Lona. Trovo conferma e mi emoziono quasi fino a commuovermi avvicinandomi a lei. Prendo coraggio e la saluto, poi ecco sua figlia Francesca con le fotocopie del mio vecchio articolo, intitolato: “Vigna delle Forche, un vino, un luogo, un uomo”. La cosa mi ha fatto enormemente piacere tanto che l’emozione è salita a mille.

Quest’anno siamo venuti in loco per una degustazione organizzata dal comitato della 31° rassegna sul Muller Thurgau: “La valle di Cembra incontra le aziende dei vignaioli trentini immigrati”. Dodici i vini presentati da Nereo Pederzolli (che di Trentino ne sa). Tra questi spicca lo spumante di Alfio Nicolodi, prodotto da un vitigno autoctono, il Lagarino Bianco (detto “Chegarel” in dialetto) il cui nome è Cimbrus.

Il Riesling dei fratelli Pelz, dopo la sorpresa del 2009, si confermano con un buonissimo 2014, questo riesling non finirà oggi di sorprendermi. Non male nemmeno il Pinot Nero 2016 di Zanotelli, da risentire però tra qualche mese (se non anno).

Degli stranieri il migliore è Vina Falernia – Carmenere 2015, Cile, anche se la sorpresa più bella e buona (ma non ne avevo dubbi), è stata il Muller Thurgau Vigna delle Forche 2012: un Muller di sei anni, già buonissimo alla sua uscita sul mercato e che lo sarà per molti anni ancora.

Con Italo ci eravamo lasciati che se il Vigna delle Forche avesse ripreso i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, sarebbe venuto a Roma. Magari lo farà la sua famiglia: questo 2016 è promettentissimo.

Questo vino nasce a 860 mt. slm, dal vigneto Vigna delle Forche, realizzato a pergola trentina in un posto meraviglioso. E’ la cantina sociale Cembra – Cantina di montagna, ad occuparsi della raccolta delle uve dedicandosi ad esse per un giorno intero. Il terreno viene toccato pochissimo, si applica la tecnica del sovescio e i trattamenti sono fatti a rame e zolfo, in piccole quantità.

In degustazione il Vigna delle Forche ce lo ha presentato Nicola, pronto, prontissimo a raccogliere l’eredità di famiglia, accolto da uno scrosciante applauso senza esitazioni.

Alla fine della degustazione e prima di tornare giù in paese, ripenso all’invito di Italo di tornare da queste parti quando voglio e con chi voglio: penso che una data perfetta potrebbe essere il 12 ottobre, giorno di compleanno di un carissimo amico. Oltretutto il 13 ottobre a Cembra ci sarà anche l’evento “Caneve aperte”, altro ottimo pretesto per tornare quassù.

Ne ho parlato con la moglie di Italo che ha accettato subito piacevolmente. Sono passato quindi alle foto di rito: ricordo quella bellissima con Italo, altrettanto bella è stata quella con la sua famiglia e con Stefano, l’enologo della cantina di Cembra.

Siamo ripartiti verso il paese (discesa ripidissima a proposito), stavolta me ne sono andato in macchina con Stefano, scattando foto qua e là per conservare con me i ricordi… ma tanto tornerò, potete scommetterci!

Due anni fa chiusi così il mio racconto: “Insomma un vino, un luogo, un uomo da tenere bene in mente per il presente e per il futuro”. Oggi direi che posso concludere in questo modo: non perdetevi un posto così! Qualsiasi persona amante del vino, almeno una volta nella vita dovrebbe andare alla Baita delle Forche e scoprire come nasce un vino dal passato glorioso, un grande presente e un ottimo futuro. 

Pasquale Pace
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