I Fabbri a Lamole… dove la storia parte da lontano, ma io adoro il presente

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I Fabbri Chianti Classico
Via Casole, 52
Lamole – Greve in Chianti (Fi)
www.ifabbrichianticlassico.it

Il viaggio non avrebbe compreso solo la visita all’azienda de I Fabbri di Susanna Grassi, ma voglio iniziare dal percorso intrapreso per arrivare qui. Io ormai non guido più, andando in giro preferisco i mezzi pubblici, anche perché essendo quasi sempre solo, i costi sono molto contenuti. Partìi alle sette del mattino dal mio paesello in macchina con un carissimo amico, treno da Valmontone per Roma, rallentato per un guasto a un treno precedente; non mi accade quasi mai ma poco importa, ho tempo per arrivare. Arrivai a Roma Termini con circa venti minuti di ritardo, ciò non mi rovinò la mia sosta di lavoro nella nuova terrazza della stazione: c’è il wifi e poi c’era la gentilezza del Mozzarella Bistrot delle fattorie Garofalo: fanno un cappuccino discreto lì, ma se sei fortunato hai la possibilità di assaggiare qualche ciliegina in degustazione. Io mi feci tradire da un buon panino mozzarella di bufala e prosciutto cotto che mi mangiai durante il viaggio verso Firenze. Il mio treno era alle 11,20… e alle 11,20 partì! Puntualissimo arrivò anche alle 12,51; il tempo di un ottimo caffè al baretto della stazione dei pullman e via verso Lamole. Susanna mi venne a prendere al capolinea del pullman in quel di Greve in Chianti, il bivio per salire a Lamole lì è vicinissimo. Durante la salita per Lamole, feci tante domande a Susanna, ma la cosa che più aspettavo di vedere erano i suoi terrazzamenti. Li vidi in lontananza, un attimo prima di arrivare. Susanna aveva fame e i suoi bacilli (le fave) ci aspettavano. Io scelsi il vino e Susi i formaggi, la giornata era splendida e un vento carezzevole fece il resto. Il vino che scelsi era il nuovo Chianti Classico 2015, appena imbottigliato. Ottimo, probabilmente già pronto per essere messo sul mercato.

Si stava bene, si brindava e si mangiava il formaggio con dei saporiti bacilli, pane e olio, buono chiaramente. Poi sentimmo delle voci: erano amici di Padova, di Susanna, stanchi ma entusiasti di essere tornati in un posto bellissimo. Andarono a riposare mentre noi continuammo a chiacchierare e ad assaggiare i vini. Eccoli qui:

 

  1. Chianti Classico DOCG Lamole di Lamole 2013, Sangiovese grosso di Lamole 90%, Canaiolo nero 10%, fermentazione in acciaio, affinamento per metà in vasca e per metà in botti usate da 500 litri. Un vino quasi pronto (un tantino ancora giovane forse), ma che piace e rispecchia il lavoro che si fa qui, per questo vino i vigneti si circa 600 metri di altezza, quindi ad aspettarlo non fa mai male. Sta bene e il mio sorso finisce con piacere (84+);

 

  1. Chianti Classico DOCG Lamole 2015, Sangiovese grosso di Lamole 100%, macerazione in acciaio, affinamento in cemento. Appena imbottigliato, pronto subito, non aspetterei la fine dell’estate per venderlo (86);

 

  1. Chianti Classico DOCG Riserva 2012, Sangiovese grosso di Lamole 95%, Canaiolo 5%, l’uva di questo vino viene dai terrazzamenti, circa 15 giorni di macerazione in acciaio, per poi passare circa 10 mesi in botti da 500 litri, a finire minimo 5 mesi in bottiglia. Adoro questo vino dall’annata 2010, non è che prima non mi piacesse, anzi, ma penso che ancora oggi abbia un margine di miglioramento. Il 2012 a sorpresa ha tirato fuori un po’ di acidità che mi fa pensare che possa resistere anche nel tempo. Si fa bere con piacere, infatti la bottiglia termina in un baleno (88);

 

  1. Chianti Classico DOCG Riserva 2013, Sangiovese grosso di Lamole 95%, Canaiolo 5%. Stesso procedimento del precedente, un gran vino. Sicuramente degusterò diversi 2013 nei giorni a seguire e mi piaceranno, ma questo resterà tra i migliori, un vino davvero buono assai (91+);

 

  1. Il Doccio 2013, Merlot 100%, da vigneti a circa 600 metri di altezza. Troppo legno, occorre aspettare per risentirlo. Ho degustato il 2015 da botte di 500 litri e il 2016 dall’acciaio con Susanna e abbiamo fatto un accordo: riempirne qualche bottiglia prima che faccia legno… ne sentiremo delle buone, ne sono sicuro.

Sentimmo altre voci, di una coppia giovane dal Brasile, carinissimi, senza sapere nulla di vino. Erano qui perché rimasti colpiti dalle foto che sono sul sito dei Fabbri, dai panorami, dai vigneti. Li facemmo godere andando a passeggio fino ai terrazzamenti, mangiando ciliegie e raccontando dei Fabbri. I terrazzamenti erano davvero belli infatti tornammo alla fine per fare qualche foto in più e farli vedere a chi deve doveva venire a prendermi.

Infine in cantina a degustare le annate nuove, Susanna che raccontava tutto e spiegava come fa i vini… mentre io degustavo felice perché consapevole che  in questa piccola cantina ci sono due annate, la 2015 e la 2016 da cui aspettarsi davvero ottimi vini. La coppietta si sedette con noi a bere; erano carinissimi, l’amore sa essere davvero bello.

Arrivò poi Saverio Basagni di Monterotondo. Che bello quando produttori vicini che si danno appuntamento per anni senza mai incontrarsi, si ritrovano grazie a me. Saverio veniva orgoglioso dalla recita del suo piccolo, ed era pronto a rilassarsi un po’, ad assaggiare tutti i vini, mentre Susanna per l’incontro andava a prendere un Chianti Classico DOCG Terra di Lamole 2009.  Stappammo, il tappo era perfetto, versò e i ragazzi godevano felici. Il tempo di aprirsi un po’ e assaggiammo. Un vino non male, si capivano i progressi fatti in questa azienda. Conosco Susanna da diverso tempo ed ero felice di essere arrivato in quei giorni per apprezzare il livello raggiunto da I Fabbri, un livello molto alto ma che può ancora migliorare. La storia di questa azienda parte da lontano ed è bella, ma a me piace vivere il presente e questo è davvero un ottimo presente. Ci salutammo con grande gioia, ero appagato da tutto, ma il viaggio era appena iniziato e un’altra azienda mi aspettava: l’azienda di Saverio e Fabiana, l’azienda Monterotondo. Si finì con le foto alle vigne, ai terrazzamenti e con un grande grazie a Susanna.

 

Pasquale Pace
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