Due verticali in un giorno, al Merano WineFestival si può, due verticali di due grandi vini: il Fiorduva e il Lupicaia

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Merano WineFestival 2018
09-13 Novembre 2018
The International Wine & Food Excellence
www.meranowinefestival.com
www.ilgourmeterrante.it 
www.vinointorno.it
www.codivin.com
www.cantinaconforme.it

Cantine Marisa Cuomo 
Via G.B. Lana, 16/18
Furore (Sa)
www.marisacuomo.com

Tenuta Castello del Terriccio 
Via Bagnoli, 16 – Località Terriccio
Castellina Marittima (Pi)
www.terriccio.it

Un’altra volta a Merano, un’altra volta un Merano WineFestival pieno di tantissime cose interessanti, tra queste, come ogni anno non mancano verticali di vino. Quest’anno, la domenica, due in poche ore. Eccomi a fare un unico mio scritto, un mio racconto, le mie emozioni su due vini che sono la storia del vino italiano. Un bianco e un rosso, mi sembra di stare dietro al banco e sentirmi chiedere: che mi da un bianco o un rosso? E no qui siamo a raccontare il Fiorduva di Marisa Cuomo e il Lupicaia del Castello del Terriccio. Inizio dal Fiorduva perché è la verticale che si è svolta al mattino alle 11,00, fuori pioveva ma il Fiorduva fa pensare al mare, a Furore, al fiordo meraviglioso, ai tuffi dei campionati del mondo di tuffi da grandi altezze che si svolgono in quel mare, in quel fiordo, ai meravigliosi vigneti eroici da dove provengono le uve del Fiorduva, le uve di Ripolo, di Fenile e di Ginestra, dove si produce il Fiorduva, un vino appassionato che sa di roccia e di mare, così diceva Luigi Veronelli, così è il titolo della degustazione. Eccomi a dire della verticale, sul palco Andrea Ferraioli, proprietario dell’azienda insieme a Marisa Cuomo e ai loro figli, Dorotea e Raffaele; Luigi Moio, enologo e colui che ha creduto insieme ad Andrea a questo progetto; Guido Invernizzi, relatore e amico dell’azienda. Otto le annate, ecco le mie impressioni per quello che era nei miei calici:

  1. Furore Bianco Fiorduva Costa D’Amalfi DOC 2007, Andrea racconta dell’annata calda, come in tutta Italia d’altronde, io dopo aver annusato il vino, dopo averlo bevuto ho pensato subito… ce ne fosse di vino così, buona beva subito, durante e dopo averli ridegustati tutti durante la degustazione (89);
  2. Furore Bianco Fiorduva Costa D’Amalfi DOC 2008, nei miei ricordi non ho bevuti grandi 2008, me lo ricordo alla sua uscita un po’ giù di corda, oggi almeno per me non gli dava atto anche la sua leggera ossidazione…a un’altra bottiglia più fortunata (??);
  3. Furore Bianco Fiorduva Costa D’Amalfi DOC 2009, vino buono, classe pura, finezza, lunghezza nella beva, ne ho bevute tantissime di bottiglie Fiorduva 2009, durante la degustazione ho detto una cinquantina, ebbene si ripensandoci saranno state 49 e ogni volta è stata una gran bevuta, una grande compagnia per momenti da ricordare (95);
  4. Furore Bianco Fiorduva Costa D’Amalfi DOC 2012, il Fiorduva che si porta dietro il legno, il Fiorduva più “chardoneggiante”, la beva di ferma a metà lingua, per poi ripartire leggera, quest’annata mi lascerà sempre tanto interesse per capire dove e fino a quando si porterà il legno con se (89);
  5. Furore Bianco Fiorduva Costa D’Amalfi DOC 2013, un Fiorduva perfettivo, lo è da sempre, se lo porta dietro in tutto il suo essere positivo, grande vino (93+);
  6. Furore Bianco Fiorduva Costa D’Amalfi DOC 2014, altra annata bevuta tante volte, in situazioni bellissime, li a Furore, al mio paesello, e ancora prima dove ho vissuto per tanti anni, prova gioia e felicità nel ripensare a tante cose, oggi lo ritrovo con meno grassezza di altre volte, ma è “bono” anche oggi (90);
  7. Furore Bianco Fiorduva Costa D’Amalfi DOC 2015, mi piace il colore che si porta dietro questa annata, mi piace subito dal primo sorso, dal primo giorno l’ho considerato un Fiorduva muscoloso, oggi me lo ritrovo alla grande, vino da tenere a mente per i prossimi 30 anni (93);
  8. Furore Bianco Fiorduva Costa D’Amalfi DOC 2016, solo poche parole per quest’annata, acidità espansa, vino che dal primo sorso, non solo oggi, mi ha fatto dire: Fiorduva 2016 sarai un vino che farà la storia, sarà un vino che continuerà la fantastica storia dell’azienda Marisa Cuomo (92+).

A conclusione di tante emozioni, di qualche lacrima da parte del professore, di tanti applausi per Andrea Ferraioli (a volte si chiama Mariso Cuomo), i miei complimenti per Guido Invenizzi che ha condotto con molta passione la verticale, complimenti alla bellezza dei filmati proposti dalle Cantine Marisa Cuomo, non mi resta che darvi appuntamento tra qualche anno, alla prossima verticale.

Il tempo di riprendersi, il tempo di fare un salto a Kurhaus e anche qui deliziarsi con tre annate del Cruna del Lago dell’azienda La Sibilla, Falanghina di tanto spessore, l’annata 2016 diventerà uno dei miei migliori assaggi del Merano WineFestival. 
Deliziarsi con quattro annate del Brunello di Montalcino dell’azienda Il Marroneto, tra le più deliziose dell’intero Montalcino, dire la migliore? TUTTE!
Passare a salutare e degustare i vini di Fabrizio Dionisio e della sua signora, mi piacciono tanto i suoi Syrah.
Passare a salutare lo staff di Santa Barbara e degustare due vini della loro azienda sempre più buoni, il Tardivo ma non Tardo e il Mossone, azienda che non sbaglia più un colpo.

In un attimo si sono fatte le 15,00 ed eccoci ancora all’Hotel delle Terme per la verticale di Lupicaia. Per questa esperienza ringrazio la mia carissima amica Polin ser-mon. 
Con qualche minuto di ritardo ci si immerge in un vino che rappresenta da sempre l’azienda Castello del Terriccio, un vino prodotto in circa 25000 bottiglie, il filmato sull’azienda ti fa immergerti in un territorio bellissimo, l’azienda arriva fino al mare e mi viene il pensiero di quante volte Maria Carolina Zucchini Metelli mi ha invitato a visitarla, a questo punto la voglia di andare è aumentata tanto e sto pensando a quando, a un giorno dell’anno prossimo. Passiamo alla verticale, Maria Carolina è a degustare come ospite, sul palco ci sono l’enologo dell’azienda, uno dei commerciali dell’azienda: Bettina Bertheau e a parlare del vino la docente sommelier della Fondazione Italiana Sommelier, Daniela Scrobogna. Otto annate il tempo corre, ecco le mie impressioni sui vini che erano nei miei bicchieri, a dimenticavo, il Lupicaia viene prodotto da uve Cabernet Sauvignon per la maggior parte dal 90% all’85%, le percentuali cambieranno in minima parte durante gli anni, matura in barrique d’Allier nuove per 18 mesi, dal 2009 cambierà qualcosa, ve lo dirò dopo, si parte:

  1. Lupicaia 2001, dal naso, dal primo sorso, ho la sensazione di stare davanti a un vino sontuoso, le spezie che arrivano sono molto equilibrate, la pizzicata in punta lingua si sviluppa in bocca dando lunghezza alla beva, forse è il giorno giusto per bere questa bottiglia (89);
  2. Lupicaia 2004, in questa annata è stato aggiunto un 5% di Petit Verdot a scapito del Cabernet Sauvignon, il colore è cupo, alla bocca porta salinità, chiusa nel proseguo della beva da legno e tannino, vino che deve dare ancora sorprese (89+);
  3. Lupicaia 2005, parte bene, poi una puntina di frutta sulla lingua lo cambia un po’, poi non scorre e quindi si cambia bottiglia, in questa c’è tanta voglia di bere, di guastarlo, di apprezzarlo emozionandosi (92);
  4. Lupicaia 2007, annata calda, tantissimi vini di questa annata non stanno bene, questo è squilibrato nella beva è anche un po’ cotto, peccato (84);
  5. Lupicaia 2009, da questa annata si passa dalla barrique al tonneaux, profumi ottimi, profumi di mare, sembra che ti accompagni in una passeggiata sul bagnasciuga, il sapore in bocca è gradevole, è ottimo, non si fa lasciare facilmente perché non c’è chiusura alla beva, si fa apprezzare molto (93);
  6. Lupicaia 2010, da quest’annata sparisce il merlot e l’uvaggio diventa per il 90& cabernet sauvignon e per il 10% petit verdot, i tempi di permanenza sul legno di tonneaux d’Allier diventano 22 mesi, dal profumo sento quasi una mancanza, sarà la mancanza del merlot? In bocca appare corto, non parte, è un peccato, come se si fosse offeso di non avere la carezza del merlot, a questo punto mi viene da pensare che vuole essere aspettato, sarà bello e buono risentirti negli anni a venire (??);
  7. Lupicaia 2013, profumi non intensi ma la bocca si fa conquistare, mi piace, sembra quasi pronto, è il Lupicaia che mi porterei per passare la serata (89+);
  8. Lupicaia 2015, ancora deve stare in bottiglia per diverso tempo prima di uscire sul mercato, ecco se avessi soldi mi prenoterei una cassa, già da adesso lo reputo un gran buon vino, ci conto assai e lo cercherò per risentirlo ancora (91+).

In conclusione di due verticali davvero interessanti, appaganti, con la voglia di gridare che il vino italiano non è inferiore a nessuno sia nei vitigni autoctoni e sia nei vitigni internazionali. Quando scrivo di emozioni, spero sempre di far venire la voglia di visitare i luoghi da dove nascono i vini, la voglia di andarli a trovare per degustarli. Ancora buon Merano il WineFestival è continuato per me.  

Pasquale Pace
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