Cascina Iuli
Via Centrale, 27
Montaldo di Cerrina (Al)
www.iuli.it
Definire Fabrizio Iuli il re della Barbera del Monferrato non è esagerare, è dire tanta verità che si rispecchia nelle sue barbere. Non è per questo che faccio di Cascina Iuli una delle tre mie aziende dell’anno 2015. Lo faccio per la qualità raggiunta dei suoi vini in così poco tempo. L’azienda nasce nel 1998 a Montaldo di Cerrina in provincia di Alessandria, nasce come cooperativa, a tutt’ora lo è. La sede dell’azienda è in un cascina del 17esimo secolo e funge da cantina e da bottaia. Io ho conosciuto Fabrizio qualche hanno fa durante un Vinnatur, quel giorno i suoi vini avevano qualche piccolo problema, un po’ di riduzione, qualche squilibrio, ma dentro percepii il piacere di sentire l’uva, l’uva della Barbera, a quei tempi anche il Malidea era mischiato con il Barbera, oggi è solo Nebbiolo. Poi nel tempo andavo e non andavo a sentirli, i suoi vini. Poi arrivò l’anno scorso sempre a Vinnatur e lì erano davvero fantastici, poi arrivarono i 5 grappoli, le degustazioni di Vivit durante il Vinitaly, dello Slow Wine, di Sorsi di Vino, la mia manifestazione, lo scherzare con Fabrizio era sempre un piacere, era un piacere scambiarsi idee sui suoi vini a volte con qualche difetto, ma sempre pieni di carattere. Oggi siamo di fronte a vini davvero ottimi. Lui produce 5 vini da circa 18 ettari di terra, tra questi anche vecchi vigneti centenari, di questi, 9 ettari sono di proprietà e 9 sono in affitto. Da qui si producono circa 50000 bottiglie, ciò fa intuire rese molto basse, in vigna inerbimento, fermentazioni con lieviti indigeni e piccolissimi interventi in fase di vinificazione. Ecco i 5 vini prodotti:
- Nino, da uve Pinot Nero 100%, 13,00% vol, un Pinot Nero in Piemonte, lui è un vino rosso italiano, quindi niente confronti con altri Pinot Neri, viene prodotto qui, a circa 400 mt. di altezza, con rese di 45 ql. per ettaro, fermentazione prima in acciaio e poi in barrique francesi nuove e di secondo passaggio, il legno non è mai pesante, si amalgama bene con il frutto del vino, lieviti indigeni, non chiarificato e non filtrato, un vino che dal nome viene paragonato a un bambino per la sua giovinezza, un bambino puro che chissà che diventerà negli anni, con cui oggi mi piace giocare.
- Umberta, da uve Barbera 100%, il vino di entrata, un vino di entrata di circa 13,00 % vol, le rese per ettaro sono di circa 70 ql., i terreni sono a circa 400 mt. di altezza, fermenta, lieviti indigeni, e affina solo in acciaio, senza né chiarifiche e né filtrazioni, un vino che si beve con facilità per la sua freschezza, un vino dal nome femminile perché la barbera è femmina. Buon vino di entrata.
- Rossore – Barbera del Monferrato Superiore DOC – 100% Barbera, 14,50% vol, in vigne a 400 mt. di altezza, 40 ql. per ettaro la resa in vigna, fermentazione prima in acciaio e poi in barrique di secondo passaggio, come gli altri lieviti indigeni, senza chiarifica e filtrazione, nonostante i 14,50 gradi si beve con facilità e se ne beve tanto fino a darti calore da qui il nome Rossore, per il colore rossastro di cui diventa il tuo viso. Una gran buona Barbera.
- Malidea, Monferrato Rosso DOC – Nebbiolo 100%, 14,00% vol, le vigne sempre a circa 400 mt. di altezza, rese di 45 ql. per ettaro, fermentazione in acciaio con lieviti indigeni, affinamento in botti grandi di 25 hl., senza chiarifiche e filtrazioni, il vino in cui rispecchio i più grandi progressi, prima era assemblato con la barbera, oggi è solo nebbiolo, un vino che mi piace davvero tanto, mia gioia farlo sentire ad amici e tutti ne restano colpiti, bravo Fabrizio, davvero complimenti, un ottimo vino. Bello sapere che in Monferrato si possa fare un Nebbiolo così.
- Barabba – Barbera del Monferrato Superiore DOC – Barbera 100%, 14,00% vol, sempre la stessa altezza per le vigne, le rese molto basse di circa 30 ql. per ettaro, vigneti di 80 e 50 anni, la curiosità già dal nome. Perché Barabba? Il nome Barabba è un gioco con il nome Barbera, come a Barabba nella Bibbia gli è stata data una seconda chance, io penso che nel Monferrato alla Barbera bisogna dare una seconda possibilità, rispetto a zone più vocate per questo uvaggio. Caro Fabrizio la tua, la vostra scommessa è vinta. Fermentazione in acciaio, lieviti indigeni, affinamento in barrique nuove francesi, come per gli altri vini senza chiarifica e filtrazione. Un vino che si fa bere, si fa amare oggi di sicuro, ma sicuramente domani e dopodomani.
In conclusione questa è la mia prima azienda dell’anno, su tre, per il 2015, per adesso un solo rammarico, non avervi visitato, ma chissà che quel casale del 17esimo secolo che funge anche da agriturismo non mi veda arrivare nei prossimi mesi. Per adesso grazie per la tua venuta a Sorsi di Vino e per le due risate e foto che ci facciamo quando ci incontriamo. A presto e tantissimi complimenti.
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