Presentazione del nuovo catalogo 2020 di Proposta Vini con i miei migliori assaggi

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Proposta Vini 2020
Presentazione Catalogo
Via degli Artigiani, 16
Località Ciré
Pergine Valsugana (Tn)
www.propostavini.com

Hotel Parchi del Garda
Pagengo di Lazise (Vr)
www.hotelparchidelgarda.it
www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.cantinaconforme.it
www.vinointorno.it

Anche quest’anno eccomi a raccontare la mia degustazione durante la presentazione del catalogo 2020 della distribuzione Proposta Vini. Un catalogo composto da oltre 300 aziende, di queste ne erano presenti 135, tra queste 32 erano delle nuove entrate. Un catalogo che spazia per tutte le regioni italiane e più di qualcuna estera.

Io ho iniziato a degustare dalla domenica alle 14,00 dopo una bellissima passeggiata lungo il lago di Garda fino a Peschiera del Garda, da dove, un efficiente organizzazione mi ha messo a disposizione una navetta che mi ha portato nelle sale dell’evento.

Ho degustato circa 210 vini, la prima cosa che mi fa piacere far notare è la grande disponibilità di bicchieri che ci sono in questa degustazione, senza cauzione, senza limiti, senza puzze, si è padroni di cambiarli in ogni attimo degli assaggi. Mi piace tantissimo questa cosa, come mi piace la grande convivialità che c’è durante la cena della domenica. L’apertura dei magnum di Encry, di Erpacrife e di Santadi è un momento molto simpatico e “godevole”.

Mi va di sottolineare l’innovazione del catalogo, non come gli anni passati dove c’erano prima gli spumanti, poi i bianchi e così via, a volte un’azienda era in quattro categorie, quest’anno si parte dalla Valle d’Aosta fino alla Sicilia con le aziende in ordine alfabetico, lo ammetto sono felice di ciò.

Come al solito alla fine della degustazione scelgo sempre i miei migliori assaggi e se ne ho il tempo li commento uno a uno. Ecco quelli di quest’anno, sono 14 vini e un distillato. Avrei potuto mettere i vini di produttori che mi piacciono tanto ed erano alla degustazione e che ho degustato come Podversic, Skerk, Marisa Cuomo, Ronco Severo, Sergio Mottura, Encry, ecc. ecc. 

 

  1. Pianbello – Loazzolo (At).  Pianbé Alta Langa DOCG metodo classico Brut 2014, 36 mesi sui lieviti, sboccatura 11/2018, pinot nero 80%, chardonnay 20%. Non conoscevo questa azienda e nemmeno i loro due spumanti, il signore che era al banco chiacchierava più di me, io l’ho ascoltato in due momenti della degustazione così come ho degustato in due fasi i suoi spumanti. Questo l’ho degustato per primo e ho ripetuto l’assaggio la seconda volta. Mi sono piaciuti tanto i suoi profumi, mi è piaciuto il perlage molto fine e persistente, ma la cosa principale è che mi è piaciuto tanto in bocca, una beva molto definita, molto piacevole, lunghezza, larghezza di bocca a confermare di stare davanti ad un’altra ottima Alta Langa. Niente male nemmeno l’altro spumante Pas Dosé da pinot nero 100%.
  2. Vigneti Massa – Monleale (Al). Montecitoro Derthona Timorasso 2018, timorasso 100%. Da quando è uscito il suo primo anno, l’ho sempre considerato un vino pretestuoso, amo troppo il Derthona, il Siepi e il Costa del Vento e quando uscì il Montecitorio mi sono sentito quasi offeso. Da Walter Massa però mi aspetto sempre cose ottime e quindi eccomi arrivare davanti a questo Montecitorio 2018 dopo aver degustato gli altri tre della stessa annata. Il profumo mi ha fatto spostare leggermente dal banco, tanto era buono e avvolgente, mi sono concentrato su tanto piacere tanto da esitare un po’ la sua beva. Non vedevo l’ora però di degustarlo, era da tempo che non mi capitava che non continuassi ad assaggiare anche i rossi di un’azienda, invece questa volta ho rimesso dentro la pochette il mio bicchiere per i vini rossi e me ne sono andato fuori dalla sala per godermi un vino che mi piaciuto tantissimo, ogni sorso mi ha fatto pensare: “è gennaio e mi sa tanto che ho già un vino dei miei tre preferiti per quest’anno”. Una sera a cena con Walter gli ho detto: “hai fatto un grandissimo Montecitorio 2018. Non vedo l’ora di degustarlo ancora, di trovarlo in un ristorante e prenderlo per apprezzarlo insieme a qualche amico”.
  3. Benito Ferrara – Tufo (Av). Greco di Tufo Vigna Cicogna 2018 Bianco DOCG, Greco 100%. Mi era sfuggito durante la degustazione delle 4 vitae della guida AIS, un mio caro amico mi aveva consigliato di risentirlo, con lui (Marco Catena) ci troviamo spesso d’accordo. Come è giusto che sia mi è stato versato dopo gli altri tre bianchi dell’azienda, mi è stato servito dal figlio di Gabriella Ferrara, un ragazzo che mi è entrato in simpatia in maniera fantastica, è stato bello mentre parlavo con lui pensare di mettere il Vigna Cicogna tra gli assaggi dell’evento, mi ha convito al primo sorso, mi ha convinto tanto da lasciarmi la voglia di sentirlo ancora e ancora. D’altronde la mia bocca si è riempita di piacere.
  4. Menti Giovanni – Gambellara (Vi). Omomorto 2016, durella 97% e garganega 3%. Un vino che merita il racconto di Stefano Menti per come raccoglie l’uva, per come la vinifica e per come mette in bottiglia questo intrigante metodo classico. L’uva proviene da un ettaro di vigna con rese di 80 quintali. Soprassediamo in maniera simpatica sul nome di questo spumante, ridendoci sopra brindo con Stefano a lunga vita piena di salute, di gioia e di tante emozioni che questa bollicina trasmette. Sono felice di aver rivisto Stefano dopo un po’ di tempo e apprezzare tantissimo questo suo spumante davvero ottimo e intrigante.
  5. Lodi Corazza – Ponte Ronca di Zola Pedrosa (Bo). Zigant 2018 Colli Bolognesi Pignoletto Superiore Classico DOCG, pignoletto 100%. Nelle mie rimembranze ho ricordato di averlo fatto tra i miei migliori assaggi già un’altra volta durante la degustazione di Proposta Vini, oggi, davanti alla simpatia di Dillon il cantiniere di Cesare e Silvia Corazza, l’ho apprezzato tantissimo. Premetto che il pignoletto è un vitigno che mi intriga molto. Questo oltre che a intrigarmi mi ha catturato il piacere della beva tanto di candidarsi tra i miei migliori assaggi anche per l’anno 2020. Il giorno dopo la visita alla cantina Lodi Corazza mi ha confermato che solo lavorando con tanta passione e altrettanta pulizia, si possono raggiungere livelli altissimi di qualità. Ecco, qui la qualità è superiore.
  6. Gagliardi – Matelica (Mc). Verdicchio di Matelica Maccagnano DOC Riserva 2017. Questo verdicchio viene prodotto da un unico vigneto, la resa è di 70 quintali per ettaro, l’altezza del vigneto è di 450 metri sul livello del mare, il clima e le rese basse portano la gradazione di questo vino a circa 14% vol, la beva dimostra quanto equilibrio del tutto, porta ad una piacevolezza notevole della beva. Un vino che ti affascina già al profumo mentre ascolti Umberto che ti racconta con orgoglio ciò che produce. L’ho voluto assaggiare nuovamente anche dopo i suoi rossi, ho ripreso il bicchiere per i vini bianchi e mi sono immerso in una beva affascinante. Complimenti veri ad Umberto e mi pento di non averlo ascoltato così bene come oggi, negli anni passati.
  7. Villscheider – Bressanone (Bz). Sylvaner Alto Adige Valle Isarco DOC 2018, tappo vite, sylvaner 100%, resa per ettaro a 60 quintali circa. La gioia di aver ritrovato Florian, dopo forse tre anni, è stata tanta, la gioia è salita quando ho conosciuto suo figlio Meinrad, anche perché lui parla un po’ di italiano. Ho visitato questa azienda, ho stuzzicato nel loro splendido maso, ho consigliato e continuerò a consigliare i loro vini e il loro maso sempre, però mi domando quante volte non ci siamo capiti con Florian. Dal primo giorno però ho capito i suoi vini che oggi ho apprezzato tantissimo. Il loro Sylvaner, mi è piaciuto consigliarlo a diversi amici che sono andati a conoscerlo. In questa azienda da due anni c’è una novità, imbottigliano un riesling che proviene da una vigna stupenda, vigna estrema, il vino riporta in etichetta il simbolo di questa associazione, io da parte mia vi dico di fare spazio negli scaffali delle vostre enoteche e nelle liste dei vini al ristorante.
  8. Azienda Vinicola Alfio Nicolodi – Cembra (Tn). Schiava Nera 2018 Vigneti IGT delle Dolomiti, Schiava grossa 100%, resa per ettaro 50 quintali circa. Vini da farci la doccia, ecco potrei già finire qui, ho reso quanto è piacevole questo vino rosso. Alfio è una forza della natura, poi penso a questo vino e dico che è un uomo fantastico che fa vini buoni e ottimi, a volte, spesso mi stupisce. Al banco lui non c’era, ma quando l’ho incontrato gli ho detto: “Alfio ma che schiava buona hai fatto?” Lui sorridendo mi ha risposto: “Sono contento che ti piaccia perché piace tantissimo anche a me”. Cercatela, trovatela e bevetela a secchi.
  9. La Chimera – Chiomonte (To). Azazel 2017 Valsusa DOC, da uve Avanà, Barbera e Dolcetto. Le rese del vigneto da dove deriva l’Azazel sono di circa 40 quintali per ettaro. Non è la prima volta che metto questo vino tra i miei migliori assaggi. Ogni volta ascolto Stefano e ripenso alla prima volta che mi parlò delle sue vigne estreme in Val di Susa a confine con la Francia, ai suoi terrazzamenti, ogni volta lo ascolto degustando un vino molto intenso, allo stesso tempo di piacevolezza infinita. Mi piacciono sempre di più anche le nuove etichette. Un vino che capita poche volte di trovare, ma se si trova non ci si può rinunciare, significherebbe rinunciare al piacere di bere con tanta facilità la qualità che c’è.
  10. AZ. Vitivicola Sive Natura – Sant’Agata Li Battiati (Ct). Nerello dei Cento Cavalli 2016 Terre Siciliane IGT Nerello Mascalese, da uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio,le rese per ettaro sono di circa 50 quintali, il nome deriva dal famoso castagno, il più antico e grande d’Europa. Quest’anno nel visitarlo ho pensato di chi erano le vigne nei pressi, ecco oggi so che ci nasce questo ottimo vino. Oggi sul banco c’erano tre annate del loro Carricante e tre annate di questo vino per tutti e due i vini erano le annate 2016-2017 e 2018. Tutti vini interessanti, il mio preferito è stato il 2016, profumi intensi di caratteriale etneo, beva intensa e lunga corsa in bocca per poi farsi piacere in ogni angolo del palato. Una gran bella e buona scoperta con tanta voglia di ritrovare questi vini il prima possibile.
  11. Sassotondo – Sovana (Gr). San Lorenzo 2015 Maremma Toscano Ciliegiolo Rosso DOC, Ciliegiolo 100%, rese per ettaro di 30 quintali. Non so quante volte l’ho bevuto, tante da non ricordarle, da sabato lo abbiamo bevuto anche in magnum per tre cene diverse, poi sul banco, ogni volta è stato come avere la conferma di stare davanti a un gran vino, a un grande ciliegiolo. Ogni volta abbinato a piatti di ogni genere, ogni volta ha retto il tutto. Ogni volta chi mi stava vicino mi diceva: “Questo vino è davvero molto buono”. Il ciliegiolo va avanti, la qualità di questo vitigno aumenta sempre di più, io ne sono felice perché adoro la Ciliegiolo Academy e mi piacciono tantissimo i vini di questi tre produttori.
  12. Az. Agricola Virna Borgogno – Barolo (Cn). Barbera D’Alba DOC San Giovanni 2016, Barbera 100%, rese per ettaro di circa 35 ettolitri per ettaro. Davanti a un banco di otto vini dove il livello era molto alto, ho scelto la Barbera San Giovanni, un cru dell’azienda. Tre Baroli perfettamente piacevoli e ottimi con nomi importanti come Sarmassa, Cannubi e Barolo del comune di Barolo tutti 2015, tutti in perfetta forma, ma la mia preferenza è andata su questa Barbera. L’evoluzione di questo vino in bottiglia è spaventosa, un piacere grande di berla e vedere gli occhi di Virna Borgogno sorridere compiaciuta del suo lavoro di enologa, d’altronde lei è brava ed è stata la prima donna a laurearsi in enologia in Italia. Mi ha promesso che a Grandi Langhe mi porterà ad assaggiare l’annata 2017 e perché no un’annata vecchia. Intanto sono rimasto piacevolmente colpito dall’ottima 2016.
  13. Corte dei Venti – Montalcino (Si). Brunello di Montalcino 2015 DOCG, Sangiovese 100%. Non è la prima volta che lo degustavo, una volta mi ha impressionato, la seconda volta sembrava come essersi preso un po’ troppa importanza, era fanatico, oggi mi è piaciuto più della prima volta. Un Brunello in grandissima forma, ma è appena uscito… e allora godiamocelo alla grande adesso e chissà per quanti anni ancora. Io lo risentirò di certo durante le anteprime di Benvenuto Brunello, sia per questo e sia con altri brunelli di mio gradimento si prospetta un’ottima annata 2015. Voce generale dei degustatori, anche tra qualche produttore, nella due giorni di proposta vini è stato unanime il pensiero di stare davanti a un ottimo Brunello, a un ottimo vino rosso italiano.
  14. Pravis – Lasino (Tn). Arèle 2006 Trentino Vino Santo Doc, Nosiola 100%. Resa uva nosiola a settembre circa 60 quintali per ettaro. Dopo sei mesi di appassimento i quintali scendono a circa 30. Dopo ammostamento circa 14 ettolitri circa di mosto. Dopo 10 anni si arriva a soli 10 ettolitri di vino santo. Non è la prima volta che lo scelgo tra i miei migliori vini della degustazione di Proposta vini, quest’annata però è ottima… anche di più, tanto già di essere in lista per i miei tre migliori vini dolci per l’anno 2020. Un vino dal colore meraviglioso, il colore di un sole bellissimo, odori di piacevolezza infinita, annunciano dolcezza precisa e godibilissima, alla bocca mai stucchevole ma da un equilibrio che si allunga fino all’esofago, una bontà carezzevole per l’intero palato, fa le capriole come un grande acrobata per farmi dire di stare davanti a un vino dolce da bontà pazzesca. Nel finire penso a quando andrò a novembre a visitare l’azienda e degustarne ancora. Un altro Vino Santo trentino che mi piace assai.
  15. Izzi dal 1903 – Fondi (Lt). Amaro Erbes Gran Riserva. E’ la prima volta che metto un super alcolico tra i miei migliori assaggi, forse sarà anche l’ultima. Faccio questo perché ce l’ho avuto davanti ogni sera. I due giorni di degustazione sono finiti con una lacrima di questo liquore. Ebbene si, ogni volta ero affascinato dai profumi e dalla sua splendida amarezza, una gradevole sensazione di concludere la giornata con qualcosa di caldo, di piacevole compagnia. I fratelli Izzi portano avanti la storia di suo nonno con grande determinazione. Io con grande piacere ho voluto segnalare questo prodotto. Mi sono reso conto che tutte le persone che lo assaggiavano ne volevano ancora. Il perché l’ho capito degustandolo.

In tutti i vini descritti o quasi ho messo la resa per ettaro, o in quintali, o in ettolitri, cosa che farò durante tutto l’anno e per sempre per evidenziare sempre di più che i vini ottimi, i grandi vini si postano dietro rese molto basse. Ecco non ho letto mai in nessuna guida le rese per ettaro, sarebbe ora che tutti lo facessero, perché se un  produttore sta sempre al massimo del disciplinare… qualcosa non quadra. Finisco qui il mio racconto sulla degustazione di cui vi ho parlato sopra. Mi piace sempre stare con voi di Proposta vini. A presto, spero a Napoli come l’anno scorso. 

Pasquale Pace
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