Icardi – Campagna Verde a Castiglione Tinella.

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Az. Agricola Icardi s.s.a.

Strada Comunale Balbi, 30

Castiglione Tinella (Cn)

www.icardivini.com

Ristorante Campagna Verde di Massimo Arione

Fr. Balbi, 22

Castiglione Tinella (Cn)

www.ristorantecampagnaverde.it

Essere ricevuti in un’azienda vinicola, in ogni parte del mondo, di domenica è un favore bello e buono, se poi l’appuntamento, per iniziare la visita, è in un ristorante, tutto è ancora più interessante. Tutto ciò ti fa pensare a una bellissima gita fuoriporta, si era in Piemonte tra le Langhe e il Monferrato, una splendida giornata di fine settembre davvero calda e che ti dà la gioia di muoverti. L’appuntamento è per le 13,00 al Ristorante Campagna Verde a Castiglione Tinella, il locale si trova immerso tra i vigneti scoscesi piantati a moscato, davanti al santuario dedicato alla Madonna del Buon Consiglio  la costruzione è molto bella, fatta di mattoncini rossi, la storia è di questo locale parte da circa 150 anni fa. L’azienda che dovremo visitare e con cui  pranzeremo è l’azienda Icardi, che ha come proprietari due fratelli, Claudio e Mariagrazia, l’appuntamento è con Claudio, Mariagrazia ci aspetta in cantina. Si entra, il locale è molto bello, diviso in vari saloni, si intuisce che c’è tanta gente ma non un vero e grosso pienone. Mi viene da pensare a un locale per banchetti, sono fiducioso però, si vede che Claudio è di casa. I dubbi durano un attimo, l’attimo che ci mette ad arrivare uno dei piatti tipici piemontesi, il piatto dei fritti e di un ottimo salame cotto. Poi carne cruda, funghi, rollè ripieno, salame da farsi male, tutto è buono assai. A quel punto arriva Mirella, una donna minuta che però trasmette un gran carattere. La domanda che gli faccio è questa: Scusa una curiosità quanta gente c’è oggi? Lei intuisce subito il senso della domanda e mi risponde: Ci sono circa 180 persone non è tutto pieno, quando lo è arriviamo a 250 circa. A quel punto gli faccio i miei complimenti per la qualità dell’antipasto, della temperatura dei fritti, per la bontà delle salse, chiaramente a questo punto i complimenti si dovrebbero raddoppiare, perché è facile fare una gran cucina con 20, 30 commensali, ma farla con 200 persone è un po’ diverso. I complimenti finiscono qui … per adesso. Arrivano gli agnolini del plin e qui il silenzio è d’obbligo, già allo sguardo sono buoni, in bocca sono ottimi, sarebbero da bis, ma non si può, la giornata è lunga. Claudio insiste per un piatto che è una loro specialità … la finanziera, meno male e grazie di aver insistito, un piatto davvero eseguito alla perfezione, tutti i sapori si distinguono, per poi amalgamarsi in una goduria ottima. Ma i vini direte voi, eccoli due rossi chiaramente, due rossi di Icardi, i vini biodinamici li assaggeremo in cantina, ma qui anche questi sono fatti con la lotta integrata e quasi completamente in biodinamica. Il primo è il Barbera d’Asti Nuj Suj, una barbera che si beve con piacere, siamo in cinque e la bottiglia finisce in un attimo, anche perché ci aspetta il Barolo Parej uno dei cru dell’azienda, un vino che si inizia ad apprezzare già con gli agnolini del plin e si esalta con la finanziera, davvero un ottimo vino, che mi fa ancor di più trepidare per la visita in azienda. La domanda è: abbiamo finito? No, dice Mirella, un dolce lo dovete assaggiare, uno per tutti. La vedo felice e convinta che ci farà godere. Arriva il dolce e fa godere prima gli occhi perché è bellissimo, buonissimo, di più, la torta al cioccolato è davvero ottima e ci fa litigare con i cucchiai. E’ ora di andare, due foto i complimenti ai proprietari, in particolare a Mirella, una donna piccola ma tanto forte in tutto, anche una maratoneta è. In poco tempo si arriva in cantina la giornata è ancora più bella. La costruzione con una torretta sembra un castello, ad attenderci il bel sorriso di Mariagrazia, Claudio insiste di andare a vedere le vigne, più delle vigne gli piace descriverci le erbe spontanee che nascono in vigna, la sua passione per la terra esce fuori tutta, la sua passione per la biodinamica esce davanti ai suoi composti di humus, davanti al suo orto, davanti al suo agitatore, davanti ai colori bellissimi delle sue rose e delle foglie della vigna, l’uva è perfetta, siamo a fine settembre, la vendemmia 2015 promette davvero bene. Si torna in azienda e si visita la cantina, una cantina sottoterra, si scendono due piani, prima i serbatoi per la fermentazione o l’affinamento, poi la bottaia. Tutto è preciso e ben messo, mi fa piacere tutto questo, mi fa pensare al perché mi piacciono i suoi vini. Si torna su e davanti a un bel panorama sui vigneti si degustano i due vini biodinamici dell’azienda Cascina San Lazzaro, uno è il Dadelio Bianco, ormai non ha più sapori di nulla al di fuori di un buon vino davvero, altrettanto il Dadelio Rosso. A Merano, due mesi dopo, ho degustato le nuove produzioni, davvero due ottimi vini. Si finisce con una gran cosa, un magnum del 2000 di Barolo, siamo sempre noi quattro,  si sono aggiunte altre due persone, il magnum quando andiamo via è quasi finito, un vino che stava bene davvero, che nel suo percorso di invecchiamento si fa apprezzare alla grande, e chissà altre bottiglie o magnum di questo vino quanto dureranno. Non si può finire che con un brindisi, non si può non finire con un Moscato d’Asti fresco, si brinda a una consolidata amicizia, si brinda a una giornata bellissima, si brinda alla fine del nostro breve viaggio nel fantastico mondo del vino Piemontese. Grazie a Mariagrazia e a Claudio per una giornata bellissima e da ricordare. 

Pasquale Pace
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