I vini di Antonio Camillo da Cacio Vino Osteria

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Antonio Camillo Vini
Località Pianetti di Montemerano
Manciano (Gr)

Cacio e Vino Vecchia Osteria
Via del Bivio, 16
Montemerano Manciano (Gr)
www.ristorantecacioevino.it

Con Antonio Camillo tutto iniziò con una mia battuta e una stretta di mano, seguite da una gran bella risata per quello che gli avevo detto dei suoi vini, eravamo a Ciliegiolo d’Italia 2015. Parlando di ciliegiolo, il suo nome viene fuori sempre, a chiedersi quale sia il migliore tra i suoi due vini: per me, l’anno scorso, il Vallerana Alta superava il Principio per gusto ed intensità. A fine febbraio di quest’anno a Terre di Toscana, presentandomi Alessia, sua collaboratrice, mi ha fatto sentire il Principio 2015 e qui, il botto:  un vino incredibile, buonissimo! E gliel’ho detto ridendo di gioia. Così abbiamo fissato un appuntamento, che è arrivato esattamente tre mesi dopo quell’incontro e prima di Ciliegiolo d’Italia a Narni. L’appuntamento è per poco prima dell’ora di pranzo, sono con un amico di Roma che è già stato qui e conosce bene la zona. Arriviamo con un po’ di ritardo ma Antonio dice che c’è il tempo di sentire i vini, che sono in affinamento in vasche di cemento, in tonneau e,  cosa più interessante, in botte grande. Siamo curiosi di sentire il bianco di Pitigliano,  è il 2015 da Procanico, uscirà nel 2017, secondo me questo vino va osservato e considerato, lo dico anche ad Antonio, perché è un vino che promette molto bene. Si passa poi al Ciliegiolo 2015, il Principio, che è un grande vino, poi si assaggia il Vallerana Alta, dalla botte grande di una vigna e dal tonneau di un’altra,  sempre a Vallerana, di proprietà di due anziani fratelli che fanno di questa vigna un vero must. Le differenze tra i due vini sono molto nette, è impressionante che vengano da due vigneti così vicini. Si è fatto tardi,  per poter mangiare ci può salvare solo un’osteria: Cacio e Vino a Manciano. Nel menu ci sono piatti intriganti, evviva le osterie, bravo il cameriere che ci spiega tutto con bravura, eleganza, simpatia e gentilezza. Pochi i piatti ma ce ne sono alcuni a cui non voglio rinunciare: l’antipasto è un gran buon antipasto, carciofi sott’olio e crostini al lardo, buonissimi, prosciutto. Un altro antipasto, mortadella di cinghiale alla griglia, con il pane sciapo toscano è davvero buona, immagino se fosse stato scaldato, non gliel’ho chiesto, peccato, sempre per cercare di mangiar poco. Intanto si degustano i vini che abbiamo portato noi: Vermentino 2015, ci si ragiona un po’ ed è bello arrivare tutti alla stessa conclusione, facciamogli fare un altro po’ di bottiglia, anche se poi migliora, e migliorerà ancora. Ravioli ricotta e spinaci “cacio e pepe” questo è il mio primo, peccato quel minuto in più della cottura, buona la ricotta e il condimento. Intanto si inizia a bere il Principio 2015 che si conferma un ottimo vino, un vino che mi piace assai. Si va avanti con molta allegria e belle persone, buon cibo ed ottimi vini. Non posso non mangiare un piatto che si chiama “ammazzafegato” alla griglia, mi viene in mente il maiale, il sanguinaccio, il fegato, mi arriva una specie di salsiccia, molto buona, pepata al punto giusto, per essere perfetta l’avrei preferita leggermente meno cotta. Finiscono anche i vini rossi, si ragiona sul Vallerana Alta 2010 e si capisce quanti progressi Antonio Camillo abbia fatto da allora ad adesso. Arrivano i cantucci e si finisce facendo i complimenti all’osteria, al cameriere, il caffè si prende al banco, si saluta e si va in vigna, si va a Vallerana Alta. Passeggiando tra queste splendide vigne Antonio ci racconta la storia dei due proprietari da cui compra le uve, che lavorano le vigne a modo loro, io dico ben vengano persone così, perché le vigne sono perfette, sono curate in maniera maniacale, un po’ all’antica. Infatti i proprietari sono Corrado Rovai 82 anni, proprietario del vigneto più in alto, 7000 metro del 1968, e Aristeo Rovai di 86 proprietario della parte inferiore, 3000 metri del 1954,  i risultati però poi parlano nel bicchiere e va bene così. I racconti continuano con la moglie di Aristeo ma Narni è lontana ed è ora di scappare. Le degustazioni di Ciliegiolo d’Italia mi confermano ciò che penso di questi vini, il Principio 2015 è stato eletto come il miglior vino della manifestazione ed è stato insignito dal premio dedicato alla memoria di Dante Ciliani, giornalista del Messaggero, nativo di Narni e appassionato del ciliegiolo. Finisco così, consapevole di stare di fronte a un uomo davvero bravo in vigna, in cantina e nella vita, coadiuvato dal suo braccio destro che è Alessia, una donna che sta sempre al suo posto in maniera precisa, puntuale, con educazione estrema, con la capacità di far tutto ciò che gli si chiede e anche di più.

 

Pasquale Pace
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