Castello di Monsanto: degustazione Verticale di 9 annate Fabrizio Bianchi Sangioveto Grosso

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Sangiovese Purosangue
Vini e Vignaioli d’Italia
2, 3, 4 e 5 Novembre 2017
Siena
www.sangiovesepurosangue.com

Fattoria Castello di Monsanto
Via Monsanto, 8
Barberino Val D’Elsa (Fi)
www.castellodimonsanto.it

Degustazione Verticale di 9 annate
Fabrizio Bianchi Sangioveto Grosso
Siena 4 Novembre 2017
Conduce Carlo Macchi

Eccomi alla manifestazione Sangiovese Purosangue, organizzata dall’Enoclub Siena capitanata dal “direttore” (questo è ormai il suo nome), Davide Bonucci. Lui per me non è solo il direttore, ma uno dei simboli del Sangiovese in Italia, un punto di riferimento, un amico grande a cui non smetterò mai di dire “grazie” per tutto quello che mi ha fatto conoscere sul Sangiovese e su i suoi territori.

Oggi ha organizzato la verticale di uno dei vini della fattoria Castello di Monsanto, azienda che è stata creata da Fabrizio Bianchi nel 1962; nel 1968 ha impiantato la vigna Scanni, da dove deriva il vino denominato Fabrizio Bianchi Sangioveto Grosso: prima vendemmia e primo imbottigliamento datati 1974. Oggi ne abbiamo nove annate, in una verticale condotta dal sempre più simpatico Carlo Macchi, a rappresentare la famiglia e l’azienda la signora Laura Bianchi, figlia di Fabrizio che inizia a lavorare in azienda dal 1989; oggi lei è sul palco davanti a noi, davanti a me. Sin dal primo minuto questa donna ha emanato semplicità, bellezza e classe… E’ proprio vero che signori si nasce, non si diventa. Con lei a rappresentare l’azienda c’è il sempre impeccabile Francesco Guazzugli Marini, stakanovista in tutte le degustazioni in giro per l’Italia. A condurre il tutto c’è Carlo Macchi del blog WineSurf, uomo che di sangiovese, di Toscana, ne sa come pochi: uomo che ha frequentato per anni e anni, uomini e cantine tra i migliori e le migliori di questo stupendo territorio.

Lo ammetto, è la prima volta che assisto a una verticale condotta da Carlo; ebbene sì, sono emozionato anche per questo. La degustazione parte da subito creando empatia con i partecipanti, niente a che vedere con le solite lente e noiose cui siamo spesso abituati.

La Vigna Scanni è una vigna che, a detta di Carlo Macchi, è in salita come il Mortirolo, famosa salita con pendenze del 17%; qui nel vigneto le pendenze raggiungono il 13 e il 15%, il terreno è ricco del classico galestro toscano. Dopo altre notizie, storie e aneddoti su questo vigneto e su questa azienda si parte con i vini.

Ecco si inizia con la prima annata prodotta:

 

  1. 1974, da subito mi appare come un vino perfetto, sembra quasi un giovincello con grande maturità; io avevo 15 anni e stavo già compiendo, nei ritagli di tempo del mio dopo scuola, i miei primi passi nel mondo del vino, lavorando nella cantina di mio padre; ma qui abbiamo davanti un vino fantastico, lasciato in una vasca di acciaio per due anni, l’unico di oggi ritappato nel 2005, che conserva ancora con la sua acidità. Ha davanti a sé giorni e giorni di vita vera; non ci sono tante parole da dire, solo che è buono assai (94);
  2. 1975, al primo impatto dimostra profumi andanti (in bocca resta poco) non sono i miei vini… lo aspetto, si apre un po’, riprende vita, quindi diventa piacevole al palato e, alla fine non mi dispiace (87);
  3. 1988, eccolo il vino che mi porterei stasera a cena! Non è il fantastico 1974, ma che intensità, che grassezza, che consistenza (93);
  4. 1995, …e che cavolo sono tutti buoni tanto! Una bocca intensa, di classe pura, è diretto, un fine di dolcezza romantica, mi piace, mi piace… (93);
  5. 1999, all’inizio sembra con profumi evoluti, ma all’assaggio è un colpo di classe, chissà se lo risentirò ancora, ma sono sicuro che questa annata la ricorderò. Anche questa ha ancora tanto da dire (92+);
  6. 2006, chiuso ancora (stesso standard degli altri). Lo aspetterei conservandone qualche bottiglia per il futuro (91+);
  7. 2009, al primo sorso mi viene da pensare che non durerà come gli altri. Lo assaggio, quindi aspetto un po’, lo riprovo e ho conferma della sua minore intensità rispetto ai “fratelli” (89);
  8. 2010, tannino in equilibrio, pronto al tempo con scudo e armatura. Mi ci giocherei l’unico soldo che mi è rimasto: questo vino ha un gran bel futuro (91++);
  9. 2012, si sono cambiati i legni, botte da 38 hl costruita da Gamba. Troppo, troppo frutto, non riesco a giudicarlo. Deve ancora uscire sul mercato; lo aspetterò per risentirlo con piacere (??).

L’incontro sta per terminare e questi vini si fanno “ascoltare” che è un piacere, così come le persone che sono davanti a me, è vero questa degustazione mi è piaciuta molto.
Partirei subito per andare a visitare l’azienda dove lavora Francesco Guazzugli Marini (e sarebbe anche ora, visto il numero di volte che me lo ha chiesto…): c’è troppa curiosità di vedere come lavorano in vigna e in cantina.
Propositi per il nuovo anno: la visita al Castello di Monsanto.

Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti

Pasquale Pace
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