Cantine Damiano Ciolli

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cantine-ciolliCANTINE DAMIANO CIOLLI
Via del Corso
OLEVANO ROMANO (RM)
www.damianociolli.it

Se ripenso alla giornata di oggi devo ammettere che è stata un’estate particolare, con le sue temperature quasi autunnali. Un’estate piovosa e fresca, con tante piogge, quindi “strana”. Gli americani che aspettavamo per la visita sono arrivati in ritardo. Il tempo era bello, la temperatura giusta ma quando sono arrivati ha iniziato a piovere e ad un certo punto le nuvole hanno formato un disegno simile alle immagini in tv che mostrano l’arrivo degli uragani. Loro si sono guardati preoccupati e io ho toccato ferro dicendogli che non sarebbe mai accaduto quello che stavano pensando semplicemente perché qui non esiste. Sapete quando ha smesso di piovere? Quando sono andati via. Era solo per precisare, per il resto io non ho fatto mai voli transoceanici, ma ho sempre sentito parlare del jet lag che da problemi. Gli ospiti e clienti di Damiano sono arrivati da Baltimora (partiti con due ore di ritardo per il maltempo … ci risiamo) dopo otto ore e mezza di volo, atterrati a Fiumicino hanno impiegato due ore per noleggiare la macchina e ritirare i bagagli (quasi più del volo, ci siamo fatti riconoscere). In un’ora sono arrivati a Olevano ed erano freschissimi (smitizzando il jet lag) pronti a mangiare, di più a bere. Abbiamo cominciato con un antipasto di maiale e formaggio (mentre fuori pioveva) abbinato a due annate di SILENE 2010 e 2012. Il SILENE loro lo conoscono perché lo comprano e perché lì arriva a prezzi giusti. Effettivamente, rispetto a tanti vini italiani il SILENE ha un prezzo contenuto(aumentalo Damiano). Abbiamo poi continuato con le fettuccine tirate a mano dalla signora Maria (mamma di Damiano) che erano buonissime e che hanno riscosso un gran successo, abbinate a 4 annate di CIRSIUM 2005, 2006, 2009 e 2010. Il 2010 ancora non esce, anche se personalmente è la quinta volta che lo bevo e gli elogi non finiscono mai. L’unico americano che conosceva l’italiano è rimasto senza parole, gli altri si guardavano in faccia e strabuzzavano gli occhi, facendo continui sorsi. Ad un certo punto l’unica parola che si sentiva chiaramente era: superb!. D’altra parte è già un grande vino e in abbinamento con l’abbacchio al forno con le patate è davvero SUPERBO (ha smesso anche di piovere mentre lo bevevamo). Parlando però mi sono accorto che i ricarichi americani sono tanti, troppi e per questo loro non lo comprano (sbagliando a mio avviso) e quindi non lo conoscono: costa troppo. Finito abbacchio, finita la mini verticale, si va in cantina dove vengono spiegate le vigne (purtroppo oggi non si può andare, piove ancora) e il modo in cui si fa il vino. Gli assaggi da cemento, botte grande e barrique finiscono tra gli applausi, un ottima crostata ci aspetta (quella di Maria) l’altra di pasticceria un po’ meno, e con esse si finiscono di assaggiare i vini rimasti e ci si saluta. Il loro viaggio è iniziato alla grande e continuerà intensamente con visite e cose belle e buone. Napoli, Taurasi (Tecce e Mollettieri), Calabria (Ippolito e Odoardi), Sicilia (per dolci), Sardegna (Argiolas e Dettori). Buon viaggio cari amici americani, speriamo che il tempo vi assista in questa Italia bellissima, fatta di ottimi vini e di grandi persone (meno che i politici).

Pasquale Pace
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