Un pranzo, una visita che restano nei ricordi più belli, Verona e Musella Winery.

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Antica Bottega del Vino
Via Scudo di Francia, 3
Verona (Vr)
www.bottegavini.it

Musella Winery & Country Relais
Via Ferrazzette, 2
San Martino Buon Albergo (Vr)
www.musella.it

Ormai sta diventando una bellissima abitudine arrivare a Verona il giovedì prima del Vinitaly. Quest’anno venivo dal Piemonte insieme a Marco Catena e a Verona ci avrebbe raggiunto, il mio amico, ormai grande compagno del Vinitaly, Francesco Cerini. Dopo aver posato le valigie nell’ormai classico appartamento di Verona, l’appuntamento era con Maddalena Pasqua Di Bisceglie proprietaria dell’azienda Musella Winery e presidente della famosa Vineria in Verona, Antica Bottega del Vino. Ero andato diverse volte in questo locale, ma non ci avevo mai mangiato, sempre bevuto e sempre a fine serata; finalmente potevo vederlo con calma a tre giorni dal Vinitaly, un enorme piacere. Prenotammo il tavolo e tutti compiaciuti dalla situazione ordinammo uno Champagne di Robert Moncuit – Brut Blanc de Blancs Grand Cru, da uve 100% Chardonnay, uno champagne che ti regala quella giusta mineralità, ma allo stesso tempo un’ottima freschezza, una bottiglia da bere in assoluta armonia.

Arrivò il cestino di pane e pizza, non male davvero, quindi gli antipasti. Il mio si abbinava alla perfezione con lo Champagne: Cecina de Leon con agretti all’olio (bella idea ottima Cecina ), Burrata e alici del Cantabrico, adorabile, divertente, fresco, ghiotto, completo di tanti sapori. L’altro antipasto lo divisi con Maddalena: Sandwich di Gamberi Rossi, foie gras e burrata. Sto rivalutando tantissimo il Club Sandwich, ora mi piacciono tanto, in quello poi… da riprendere. Chiesi una mezza porzione per il primo e venni accontentato, un primo piatto da restare basito da tanta bontà: Bigoli alla Carbonara di Mare con calamari, cozze e bottarga di tonno… tanta roba, buoni assai… inizio ad adorare anche i bigoli.

Finì il pasto con un buon caffè e un’ottima sbriciolona. Prima di andare via andammo a vedere la grotta dei magnum, ricca di ogni tipologia, ma sempre tra i migliori. Andai via convinto di tornare ancora qui in un giorno fuori dal caos del Vinitaly e partimmo per per San Martino Buon Albergo, sede della Musella Winery & Country Relais; un breve tragitto, giusto il tempo di chiacchierare un po’ con Maddalena: “Fa caldo, ma il vento dei nostri boschi, delle nostre vigne ci rinfrescherà”, disse. Arrivati all’ingresso, tutto sembrava così vasto, a differenza del torrente Fibbio, davvero piccolo di fronte a ciò che avevamo davanti. Maddalena ci descrisse l’azienda, una tenuta di circa 400 ettari, di questi solo circa 25 sono piantati a vigna, in tre distinti appezzamenti: Monte del Drago di 8 ettari, Perlar di 7 ettari e Palazzina di 9 ettari. Tutti i terreni sono coltivati in biodinamica e l’azienda è da 5 anni che ha ottenuto la certificazione Demeter. Andammo per le vigne in macchina, ma di tanto in tanto scendevamo per ammirare la terra, odorarla, “respirare” la biodinamica avvolti dal bosco come un abbraccio.

Andammo poi in cantina, dove vi erano vasche in acciaio, in cemento, in legno: lì per vendere i vini si aspetta davvero, e la cosa mi piace tanto. Il tempo passava e ancora dovevamo iniziare la degustazione; già sapevo che il tempo si sarebbe dimostrato tiranno, perché Maddalena voleva aprire bottiglie belle, buone e ottime… ce l’avremmo fatta? Ecco le mie impressioni sui vini degustati:

 

  1. Bianco del Drago IGP 2014, Garganega 100%: tappo a vite, vino da sbicchierare, ma allo stesso ottimo per un aperitivo e per accompagnare l’inizio di un pasto con amici; vino da convivialità , vino che bevo oggi, domani e chissà per quanto tempo ancora (85+);
  2. Valpolicella Superiore DOC Ripasso 2013, Corvina e Corvinone 80%, Rondinella 10%, Barbera 10%: profumi davvero interessanti, alla beva arriva subito la sua pienezza, con giusta acidità, ti viene voglia di riberlo subito (88);
  3. Valpolicella Superiore DOC 2015, Corvina e Corvinone 70%, Rondinella 20% e Barbera 10%: piacevole subito, poi chissà… da abbinare ad una cena a base di carne (87);
  4. Amarone della Valpolicella DOC 2011, Corvina 45%, Corvinone 40%, Rondinella 10%, Oseleta 5%: ancora tanto da dire, da aspettare, tenerlo un po’ aperto… darà il meglio di sé tra qualche anno (89+);
  5. Amarone della Valpolicella Riserva 2010, Corvina e Corvinone 70%, Rondinella 20%, Oseleta 10%: un’ottima bevuta, tanto da non mollare più il bicchiere (91);
  6. Amarone della Valpolicella DOC Senza Titolo 2007, Corvina e Corvinone 70%, Rondinella 10%, Oseleta 10%, Croatina 7%, altre 3%: fermentazione con lieviti indigeni, a temperatura non controllata in tino tronco conico di legno, follature manuali giornaliere, fino alla fine della fermentazione. Affina in rovere non tostato per 3 anni. Questo vino nasce dalla volontà di vinificare l’Amarone nel modo più naturale e tradizionale possibile, con la selezione delle migliori uve; non viene filtrato, non chiarificato, solo travasato quando serve, il risultato è esplosivo, un grande Amarone (90).

Come vi dicevo, il tempo fu tiranno e proprio quando ci stavamo divertendo era arrivato il momento di rientrare. Potei comunque ritenermi soddisfatto, in fondo erano due anni che volevo vedere questa azienda. Bel pomeriggio, da ripetere. E’ stato solo un arrivederci.

Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti. 

Pasquale Pace
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