Quattro aziende, un ristorante e una pizzeria, in un giorno, si poteva e si può… in particolare tra Roero e Langhe

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Az. Vinicola Monchiero Carbone
Via Santo Stefano Roero, 2
Canale (Cn)
www.monchierocarbone.com

Trattoria Antica Torre
Via Torino, 64
Barbaresco (Cn)
www.anticatorrebarbaresco.com

Az. Vinicola Pier Busso
Via Albesani
Neive (Cn)
www.bussopiero.com

Az. Vinicola Ca’ del Baio
Via Ferrere Sottano, 33
Treiso (Cn)
www.cadelbaio.com

Azienda Agricola Giuseppe Cortese
Strada Rabaja, 80
Barbaresco (Cn)
www.cortesegiuseppe.it 

Gusto Madre Alba Pizzeria
Via Armando Diaz, 2
Alba (Cn)
www.gustomadre.it

www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.cantinaconforme.it
www.vinointorno.it

Quando ho programmato questa giornata ero un po’ scettico per i tempi: fino a qualche anno fa era normale visitare 4 aziende in un giorno, ad oggi però, con piacere so quando entro ma non so quando esco.
Il pensiero alla collaborazione dei produttori e dell’amica Mariagrazia Icardi mi faceva essere fiducioso, Marco Catena, il mio compagno di visite, rideva ma era convinto più di me di farcela.

Si inizia, l’appuntamento con Francesco Monchiero era alle 9,30 ad Alba, Francesco arriva con qualche minuto di anticipo e si va.

Era caduta della neve, ma era rimasta nelle vigne esposte a nord, mentre in quelle in cui nascono vini buoni e ottimi si era sciolta, quindi sia con la neve e ancora meglio senza, il Roero e le Langhe manterranno inalterato tutto il loro fascino.
L’arrivo in cantina è stato sorprendente, sia per la bellezza della cantina che della bottaia, una costruzione antica e che resiste ai tempi. Poi il tempo scorre, tra storico e belle chiacchierate sulla zonazione, Marco ne è un conoscitore e un esperto, tanto che Francesco qualche giorno dopo mi ha detto: “ne sa il ragazzo di territori di Langa”.
Ci sediamo e Francesco ci inanella una serie di sorprese: fautore come è del Coravin, ci permette di degustare 5 annate di Cecu: 2017-2016-2015-2013 e 2004, addirittura con la 2015 prelevata ad Aprile 2018.
Tra i migliori assaggi del Cecu un ottimo 2004, vino ancora giovane, vivo in maniera sorprendente, una buonissima beva di un bianco di 14 anni (88++). Tutti ottimi assaggi con la mia preferenza per il  2015, a dimostrazione che qualche anno in più di bottiglia a questo vino ha fatto bene (89+).
Si continua con 4 annate di MonBirone: 2016-2010-2007-2003, tutte ben messe, con le due annate più vecchie in ottima forma; la 2003 alla faccia dell’annata calda, ma si sa alla Barbera le annate calde gli vanno a favore e così si becca un bel (91); la 2007 altra annata calda e si prende un buon (90).
Si degusta ancora con uno Sru di cui mi piace la bevibiltà (89+), poi 4 annate di Printi e un Roero 1990 con un’acidità sorprendente, un vino ancora molto vivo (89+).
Le annate del Printi: 2015-2012-2009 e 2006. Mi è piaciuto tanto il 2012 (92), non da meno il 2015 (91), buonissimo il 2009 (92+), all’assaggio ho scritto: “Che vino! Ottimi profumi, intensità, piacevolezza, lunghezza, un grande Roero”.

Il tempo scorre veloce, Francesco ci accompagna a Barbaresco, nell’attraversare il fiume Tanaro scherza sul Roero e sulla zona del Barolo. Che bello ridere su queste cose.

All’arrivo a Barbaresco, ci aspetta Pier Busso alla trattoria Antica Torre, preannuncia che mangeremo i migliori tajarin delle Langhe. Ci sediamo, il locale è molto elegante e luminoso, come piace a me.
Un bellissimo tavolo mi mette subito a mio agio, il cameriere è esperto e simpatico, Pier sceglie un altro Barbaresco e non i suoi: “Quando sono fuori preferisco bere altri vini” dice, e questo mi piace.
I gusti sono uguali e la scelta va sul Barbaresco Rabajà 2015 di Giuseppe Cortese, vino ottimo che accompagnerà l’intero pranzo.
Si inizia con un grande classico piemontese: Insalata Russa: verdure lesse, patate, carote e piselli con capperi e maionese, fatta fresca alle 11,59 come ci ha detto il boss del locale… e si sente perché era buonissima! Adoro l’insalata russa di questo livello. Il bis, con la scusa di aver dimenticato la foto, è stato quasi obbligatorio.
Tajarin al sugo di carne. Pier Busso li aveva annunciati come i migliori Tajarin delle Langhe. Porzioni abbondanti per un piatto che mi piace assai, e questi erano davvero buoni. Il tempo corre, ma il tempo per un dolce della tradizione piemontese diviso in tre c’è ancora: il Bonet. Resto stupito dalla bontà delle meringhe alla nocciola, un dolce che vale un viaggio; davvero ottime queste meringhe, sarà un dolce da ricordare per la fine dell’anno. Si saluta, ci complimentiamo con la cucina e si va in cantina da Pier Busso.

Anche Pier ci fa notare la neve che è rimasta nelle zone a nord, tra le vigne.
Decidiamo di degustare prima della visita in cantina, ed ecco i vini: Langhe Nebbiolo 2016 (86), di questa cantina mi piace tutto e anche questo 2016 anticipa un’annata importante per il Nebbiolo.
Barbaresco 2015 in due cru, Alesani Vigna Borghese e San Stunet che ho degustato insieme uno alla volta, ma non ho avuto la voglia di dare un punteggio diverso ai due ottimi vini, quindi a entrambi (89+).
Barbaresco Gallina, due annate: 2014 e 2012. In questo caso il tempo ha dato ragione all’annata più vecchia, un’ottimo Gallina 2012 (91), un (89) per l’annata 2014.
Il tocco finale con un ottimo Barbaresco Alesani Riserva 2012 Viti Vecchie (92). Si scende in cantina e si continua a degustare da botte grande. Ne carpisco il futuro di questa azienda, un grande presente e un ottimo futuro nel segno della qualità. Resta la voglia di tornare per andare a vedere le vigne e prima o poi lo farò, con lo stesso grande piacere provato oggi.

Pier in pochi minuti ci accompagna a Ca’ del Baio, dove ad aspettarci c’è Valentina Grasso, una delle tre sorelle che con i loro genitori conduce questa ottima realtà.

Valentina mi aveva preannunciato dei lavori in cantina, in particolare per la realizzazione della nuova sala degustazione. Dovrò tornare a vederla e assaggiare in bottiglia i vini che andremo a degustare direttamente dalla botte: Riesling 2018, Barbaresco Asili 2017 e 2018. Veniamo quindi alla degustazione: Chardonnay Luna D’Agosto 2018, vino giovane, appena imbottigliato (N.G.); Langhe Nebbiolo Bric del Baio 2017, niente male con una buona beva (86); Langhe Nebbiolo 2017, ancora molto chiuso – da risentire – ma promette bene (85+); Barbaresco Auntinbej 2016, vino da tenere in considerazioni per oggi e per gli anni a venire, si produce dalle uve più esposte al sole, intrigante (89+); Barbaresco Vallegrande 2016, prodotto con i vigneti intorno all’azienda, oggi forse il più pronto ed il più bevibile (88);
Barbaresco Asili 2016, mi piace da sempre questo vino e forse è il motivo principale perché sono qui, oggi rispecchia le attese e si fa apprezzare in maniera inequivocabile (91); Barbaresco Asili Riserva 2013, un campione di vino, ancora in fase evolutiva per qualità e piacevolezza, ma sarà grande per anni e anni ancora (92+). Intanto ci raggiunge l’amica Mariagrazia Icardi che sarà in nostra compagnia per il resto della serata. Un saluto a Valentina e a sua sorella Federica appena arrivata, con la promessa di tornare a visitare la nuova sala degustazione.

Si esce che è sera ma nonostante il buio c’è Gabriele ad aspettarci. La luce della sera illumina le vigne del cru Rabajà sotto la strada, Gabriele ci dice di scendere ed è molto freddo, ma la felicità di essere in questo posto mi riscalda. Ho degustato i vini di Cortese a Roma prima di partire e mi sono piaciuti tantissimo. In quell’occasione ho scelto il Langhe Nebbiolo Doc 2016, 100% Nebbiolo, vino prodotto con le uve dei vigneti più giovani, un vino che ti avvolge in tutta la sua semplicità, in tutta la sua bontà, il bicchiere non si stacca dalla mano, perché si ha voglia di berlo ancora e la bottiglia finirebbe in un lampo. Il detto “vino BONO quando finisce” ce l’ha scritto sulla sua etichetta. L’ho riassaggiato in cantina tre giorni fa, si è confermato alla grande. Ho notato che che c’era la neve intorno a noi, ma non nelle vigne di Giuseppe Cortese, così a Gabriele ho detto: “Questo vino lo vorresti avere nello slittino, per brindare dopo una discesa vertiginosa” (91). Risentito oggi, confermo la sua grande forma.
La degustazione è stata anche di Langhe Chardonnay 2017, e sì, qui sanno fare anche un bianco di buona fattura (87); Barbera D’Alba “Morassina” 2015, bere bene al giusto prezzo (87); Barbaresco Rabajà 2016, di questo vino ne ho già parlato qualche tempo fa; infine, a sorpresa, ecco quel Barbaresco che diventerà un capolavoro: Barbaresco Rabajà Riserva 2013. Un assaggio superlativo, di quelli che ti restano stampati nella memoria. Che vino memorabile! (93+).

Si finisce battendo i denti per il freddo, ma con un sorriso pieno di gioia, appagato da quattro visite incredibilmente belle, con persone che vale la pena conoscere e vivere. Grazie a tutti voi per questa giornata indimenticabile… e che ancora non è finita! Nonostante la stanchezza raccogliamo le forze per una buona cena in compagnia di Mariagrazia Icardi che ci accompagna ad Alba una pizza da Gusto Madre di cui vi ho già parlato.

Questa sì che è una di quelle giornate da ripetere. 

Pasquale Pace
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