Palazzone – Orvieto – Musco 2015 la storia e il futuro

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Musco il vino
Storia e futuro
Palazzone
Località Rocca Ripesena, 58
Orvieto (Tr)
www.palazzone.it

Il Musco 2013 è finito, il 2014 anche, il 2015 in bottiglia, il 2016 in damigiana, il 2017 in botte. Vino che è storia, ma anche futuro, e che inizia a materializzarsi davvero. Un vino che mi piace e che vuol dire amicizia, anche questa storica, ma anche futura… un vino che fa star bene, in particolare nel luogo dove nasce, bellissimo.
Complimenti e grazie alla famiglia Dubini e a tutto lo staff dell’azienda, a iniziare da Lorenzo, per aver creato un vino che è poesia, è storia ma anche futuro. Ma soprattutto è buono, il 2015 in particolare.

La prima volta che sono venuto in questa grotta il Musco non c’era ancora. Ero con Giovanni Dubini in quel di Palazzone, dove i vini non mancano mai. Quel giorno Giovanni mi parlò di un sogno, di qualcosa che voleva creare: il Musco 2013, che già in quella cantina. Vedevo bottiglie, vedevo damigiane, vedevo botti di castagno. Vedevo e pensavo: “ma che si starà inventando?”. Glielo chiesi e lui mi rispose: “queste sono bottiglie di Campo del Guardiano (un vino che lui fa da sempre e che io adoro), non dire a nessuno di questo posto”. Quando mi dicono così, le parole non mi entrano nemmeno nelle orecchie. Tutto rimase nella mia fantasia, nell’idea di farsi una “magnata e una bevuta” in questa grotta.

In seguito, ad ogni incontro con Giovanni, ho provato ad accennargli qualcosa riguardo a questa grotta, ma lui niente, glissava con un sorriso. Quindi ho custodito il segreto fino all’arrivo di un’email di invito ad una degustazione.
E’ nato il Musco, il vino della vigna vicino al castagneto, invecchiato nella grotta, in botti di castagno. Quella email si è ripetuta per altre due volte, a novembre 2017 e a marzo 2018. Ho sempre accettato l’invito con molto piacere.
Appuntamento per le 15,30, come al solito sono arrivato prima insieme a Giorgio, un caro amico di Roma; ci siamo goduti il bosco, il tavolo di legno giocando a carte, e poi ecco Lorenzo ed infine tutti gli altri. Il rumore dei passi, il brusio delle voci, che atmosfera fantastica in quel bosco!

Entriamo nella grotta, l’immagine è bellissima: tavolo apparecchiato, bicchieri ben in vista e il Musco a capotavola, in tutta la sua eleganza, come una vera star.
Il Musco si compone di tre vitigni: Procanico 50%, Verdello 30% e Malvasia 20%, tutti e tre raccolti a mano e vinificati insieme in una cantina tutta per sé. Assaggiamo l’annata 2015: nel silenzio più assoluto lo stappiamo, lo versiamo e ne ammiro il colore, lo respiro e poi lo assaggio. “E’ pronto”, penso tra me e me, ma già al secondo assaggio il mio giudizio è da rivedere, ed è lo stesso Musco a rivelarmelo, quasi a volermi dire: “Aspettami ancora un po’ e ti sorprenderò”.

Passiamo nella locanda vicina, per la mini verticale delle annate antecedenti la 2015. Proiettano il documentario, una composizione fotografica realizzata da Cristiana, la moglie di Giovanni Dubini, nella quale è riportata anche la scheda tecnica delle annate e il numero delle bottiglie prodotte: 1600 nel 2013, 1876 nel 2014, 1615 nel 2015.
Assaggio il Musco 2013: noto un colore più intenso rispetto all’ultima volta, si è evoluto bene in questi due anni. Lo degusto a piccoli sorsi, per poi passare al 2014. Molto differente dal suo predecessore: più giovane, più acido, meno complesso. Lo abbino ad un’ottima zuppa di ceci, accompagnata da una polpetta di baccalà, un bel binomio.

Ritornando al 2015, ripeto quanto ho scritto sopra: “E’ un vino libero ed è un piacere berlo già adesso. Ma col tempo si rivelerà un grande e farà la storia”. Oggi il Musco è una certezza: vino libero, fatto come natura vuole, dal futuro radioso. sapendo di essere un vino che è la storia di un futuro.

Pasquale Pace il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti

Pasquale Pace
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