I tre, più uno (4) migliori vini bianchi per l’anno 2018 del Gourmet Errante e sempre con l’acqua Nepi

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Come ogni anno, a metà dicembre, alla fine di tante degustazioni e alla fine, forse, per quest’anno, del mio errare, è giunto il momento di svelare la classifica dei migliori “Tre” di ogni categoria.

Dopo gli spumanti, ecco i miei tre bianchi, anzi quattro. Come ho sempre detto, non sono i migliori in assoluto, ma quelli che mi hanno destato un’emozione immediata, per i sentori, profumi e sensazioni percepite già dal  primo sorso bevuto e anche per il contesto in cui ho vissuto quel momento. 
Quest’anno, in ogni miei migliori tre, ci metterò un’acqua, l’acqua che mi porterei con me nel mio errare, l’acqua è l’acqua di Nepi, nasce effervescente naturale a Nepi (Vt), nasce dalla Tuscia (www.acquadinepi.it)

Ecco i miei migliori vini bianchi per il  2018: un vino umbro, di una sorprendente annata vecchia;  uno della mia regione, di cui sono particolarmente emozionato; un altro che è un fantastico vino italiano di un produttore che reputo tra i più bravi al mondo,  viene prodotto in Friuli Venezia Giulia; l’ultimo viene dal Piemonte e mi piace da sempre, quest’anno è davvero “BONO ASSAI”.

Az. Agricola Palazzone Locanda Palazzone 
Rocca Ripesena, 67
Orvieto (Tr)
www.locandapalazzone.com

La serata si intitola: La Rivoluzione dei bianchi da evoluzione.
Siamo da Palazzone a Orvieto, le aziende partecipanti a questa serata sono: Gini dal Veneto (azienda che sarà la mia azienda dell’anno per il nord Italia del 2018); Il Colombaio di Santa Chiara di San Gimignano (azienda che è stata la mia azienda dell’anno per il centro Italia nel 2017) Dopo la degustazione e la cena si decide di andare a finire la serata nella grotta del Musco, un vino particolare dell’azienda Palazzone.
La serata continua così, con piacere, ilarità e goduria. 
Mentre si saliva su in grotta, Piero Dubini va a prendere qualche annata vecchia, per continuare il tema della serata, la sua scelta va su due annate vecchie del Terre Vineate, 2000 non male nemmeno questa, la 1993 è qualcosa di clamoroso, da restare a bocca aperta e che ci fa parlare per una mezz’ora dimenticandosi l’ora tarda. Bello vedere i visi sorpresi e felici di Claudio Gini e di Alessio Logi, bello godere di un vino così fantastico, un vino di 25 anni, ops… dimenticavo, un vino bianco umbro.

Josko Gravner
Località Lenzuolo Bianco, 9
Oslavia (Go)
www.gravner.it

Lo dico da sempre, se avessi i soldi comprerei sempre un cartone di vino bianco da Gravner! Prima dicevo un cartone di Breg, oggi dico un cartone di Ribolla.
La Ribolla di Josko e Mateja è la ribolla di Gravner. Ricorderò sempre la visita nella loro azienda e ricordo sempre ogni volta che ho bevuto i loro vini. Ecco quest’anno tra i miei tre vini bianchi per l’anno 2018 metto la Ribolla di Josko Gravner, l’ultima volta l’ho bevuta durante la degustazione del loro rappresentante a Roma, ci sono andato subito all’inizio per godermela in tutta la sua bontà, ci sono tornato alla fine per salutare Mateja e avere la conferma di un vino spettacolare, prodotto in Italia e che potrebbe costare qualsiasi prezzo al pari di tanti vini francesi.

Az. Vinicola Andrea Occhipinti
Località Montemaggiore, snc
Gradoli (Vt)
www.occhipintiagricola.it

Nel trovare le foto, mi ritorna in mente l’ottimo vino degustato in acciaio, mi ricordo che dissi ad Andrea: “non ci fare nulla a questo vino, aspetta ancora, hai un capolavoro in questa vasca”. Passa del tempo e si organizza una serata alla Gatta Mangiona, nota pizzeria di Roma per le persone che ci sono e per la grande qualità della pizza, in quella serata sono nate due cose buonissime per quest’anno. Per adesso parliamo del vino di Andrea Occhipinti, il vino è: Alter Alea vino bianco anno 2017, bottiglia N° 1121 di 2500 con tanto di firma sulla bottiglia di Andrea Occhipinti. La cameriera me lo versa, un colore stupendo di vino vero, ancor prima di berlo, al mio fianco sinistro Maurizio Ortuso mi ha detto: “che buono questo vino!” Io mi sono rivolto ad Andrea e gli ho detto: “questo è il vino di quella vasca?” Lui con i suoi occhi felici mi ha risposto semplicemente: “si è lui!” 
Aleatico fermentato in bianco, fermentazione spontanea, lieviti indigeni, vino di un’intensità all’olfatto e al palato da alzarsi in piedi e applaudire. Sono strafelice di scegliere un vino naturale, prodotto con la capacità del produttore a farci degustare un vino bianco di tale livello.

La Colombera
Strada Comunale per Vho, 7
Tortona (Al)
www.lacolomberavini.it

Degustato, apprezzato, sentirsi appagato dal suo bere, dai suoi profumi, dall’essere un grande vino bianco italiano, tutto in due giorni. Il primo giorno alla degustazione dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso, il vino premiato è il Colli Tortonesi Timorasso Il Montino 2016, Bianco Doc – Timorasso 100%, ne sono rimasto subito colpito, me ne sono andato con il bicchiere in un angolo per godermelo fino in fondo. Profumi inebrianti, un palato da capriole, quando un vino fa le capriole significa che il palato e la lingua sono avvolti da sapori intensi e buonissimi. Il secondo giorno, al WineBar Trimani, c’è la degustazione dei vini rappresentati a Roma dalla famiglia Trimani, c’è Elisa Semino, proprietaria insieme alla sua famiglia, della Colombera. Lei ride e io non finisco più  di fargli elogi per un vino fantastico. Ecco perché invece di tre ne ho scelti quattro di vini bianchi.

Quattro vini bianchi scelti su tanti vini degustati, bevuti durante l’anno, me ne sono piaciuti tanti, tanti davvero, anche diversi di altre nazioni di notevole fattura, ma la mia scelta è andata a loro tre… tre più uno. 

A presto per i miei tre migliori primi piatti per l’anno 2018. 

Pasquale Pace
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