Castello di Potentino, i suoi vini, la sua principessa

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Potentino Soc. Agricola

Castello di Potentino

Località Potentino  

Seggiano (Gr)

www.potentino.com

Durante il benvenuto Brunello possono accadere tante cose belle, quest’anno ne è accaduta una che era difficile immaginare. Sempre il buon Davide Bonucci mi aveva detto se mi andava di andare a visitare il Castello di Potentino. Adesso, io so chi è la proprietaria del castello,  questa cosa ce l’ho in testa fin da quando mi imbattei in una affascinante donna inglese dai capelli corti. Se ricordo bene, la prima volta è stata in uno dei primi Sangiovesi Purosangue a Roma, per cui ringrazio ancora Bonucci. Eravamo seduti ad un tavolo ovale, a un certo punto arrivò la presentazione del castello da parte di Charlotte Horton, lei era lì per il suo Sangiovese Sacromonte, ricordo che scambiammo quattro chiacchiere, le mi parlò del suo pinot nero, da subito partì la proposta di andarla a trovare. Durante gli anni ci siamo trovati in tante degustazioni, quasi sempre ho degustato i suoi vini, ogni volta il discorso finiva nel dire che erano vini troppo giovani, vini da aspettare. Quest’anno è capitata l’occasione per andarla a visitare, avevo sentito parlare di una specie di party al castello per l’ora di pranzo, quindi mi sarebbe piaciuto arrivare presto, io senza macchina mi dovevo solo affidare a qualcuno.

Davide mi ha affidato a Giovanni Marini, sommelier sardo, lui aiuta spesso l’Enoclub Siena nelle manifestazioni ed eventi, la sera saremo stati insieme per un’altra bellissima cosa. Lui nonostante avesse spostato diverse volte l’orario di partenza, alla fine con piacere mi ha portato e riportato dal Castello di Potentino, la giornata era molto bella, non sembrava fine febbraio, piuttosto una giornata primaverile delle migliori. L’arrivo in macchina è fin sotto al castello, in mezzo ai vigneti, che dire belli è poco,  il castello sembra più un palazzo baronale, molto bello. Salendo, la vista delle vigne diventa maggiore, sono davvero belle e ben curate. Finalmente si è arrivati, cerco di salutare Charlotte, oltre a lei ci sono da salutare diverse persone che conosco. Nel salone più grande ci sono i vini, li guardo, mi sembra che ci siano tutte le annate prodotte dal Castello. Bene mi fa piacere, bisogna darsi da fare. Si inizia:

  1. Lyncurio 2014, da uve Pinot Nero vinificate in bianco, affinamento in acciaio (83);
  2. Lyncurio 2013 (85) l’anno in più di bottiglia gli fa bene, lo abbiamo sempre detto con Charlotte;
  3. Lyncurio 2012 (83), non era una grande annata, lei ha avuto dei problemi che si rispecchiano nel vino;
  4. Lyncurio 2010 (86) eccolo il tempo che parla, che fa il suo corso, davvero un buon vino;
  5. Lyncurio 2009 (86+) ancora un anno in più, ancora più buono, ancora ha avuto più tempo, il tempo gli va a favore, buono adesso e lo sarà ancora per molto.
  6. Piropo 2012, da uve Pinot Nero, vigne ancora giovani, vigne vino che come per il Lyncurio meglio aspettare, questo non è male (85+);
  7. Piropo 2011, (85), simile al precedente.
  8. Piropo 2010, (88+), sarà ancora giovane, ma è buono, piacevole, lungo, una buona annata davvero, me lo godo mangiando qualcosa.

Oggi nulla è lasciato al caso, quindi per cucinare il meglio che c’è in zona, il meglio è Roberto Rossi del ristorante Silene. Il mio primo piatto è un risotto, mi piacciono i risotti, questo è fatto al verde con un’erba che si trova selvatica tra i boschi. Cottura perfetta, lo abbino con il Piropo 2010, mi piace il tutto. La degustazione può continuare, fuori si sta benissimo, il fresco sta per arrivare. Quindi meglio  degustare:

  1. Piropo 2009 (85+), il 2010 già buono e pronto, questo mi dice di aspettarlo;
  2. Piropo 2008 (84), non una grande annata, ma senza difetti, si mantiene bene;
  3. Piropo 2007 (88), eccolo un altro buon Pinot nero, si porterà dietro anche un’annata ottima in Toscana, un altro vino che fa dire: bene si sta lavorando davvero bene;
  4. Piropo 2006 (86), leggermente inferiore al precedente, ma buono lo stesso;
  5. Piropo 2005 (84), non una grande annata in Toscana, forse lui la risente, niente che non va, solo leggermente più debole;
  6. Piropo 2004 (87), vino sorprendente a 11 anni dalla vendemmia, ancora acidità, sensazioni di, devo esprimermi ancora, il tempo, il tempo di cui parla  sempre Charlotte.

E lui, Il tempo,  vola senza accorgersene, c’è ancora il Sacromonte da degustare in tutte le sue annate, con lui voglio iniziare dal più vecchio:

  1. Sacromonte 2000 (89), sorprendente, Charlotte mi guarda sorride, gli dico solo: Devi essere orgogliosa del tuo lavoro, questo vino è davvero un ottimo vino;
  2. Sacromonte 2001 (82), oggi in fase calante, ma sempre senza nessun difetto;
  3. Sacromento 2002 (86), la stagione è stata quel che è stata, le rese sono state basse, quindi eccolo un buon vino davvero, un buon sangiovese; 
  4. Sacromonte 2003 (83), ancora un vino senza pretese, ma anche senza problemi;
  5.  Sacromonte 2004 (84) simile al precedente;
  6. Sacromonte 2005 (88+), sangiovese ricco di profumi, ricco al palato, il vino che mi porto per mangiare il paté di coniglio, pane caldo, paté e il Sacromonte 2005, ottima combinazione;
  7. Sacromonte 2006 (86), facile beva, non impegnativo, ma piacevole;
  8. Sacromonte 2007, non sarai il migliore ma che bello che sei … anche un po’ matto … ma mi piace … il punteggio non lo metto perché rispecchia il Castello di Potentino; del 2008 non trovata la bottiglia;
  9. Sacromonte 2009, sei giovane, sei buono già;
  10. Sacromonte 2010, (88) annata tutta nella sua potenza nel bicchiere;
  11. Sacromonte 2011 (87) ci vedo la facile beva, ci vedo anche un futuro, quindi tutto sta a dimostrare che il sangiovese inizia a fare la sua strada con continuità;
  12. Sacromonte 2012, ecco perché ho voluto fare la verticale dal più vecchio, per arrivare a lui, lui che è giovane assai, io ti aspetterò non preoccuparti, anche perché hai tanta forza in te.

Un pomeriggio da ricordare, pienamente soddisfatto di tutto, dalla cucina arriva profumo di tartufo, sempre Roberto in cucina, io sempre curioso di dirgli perché Silene (lo stesso nome del vino Cesanese di Damiano Ciolli), da li parte una storia curiosa e carina, da raccontare se un giorno andrò a mangiare nel suo ristorante. Intanto si impiatta il risotto al tartufo, con il Sacromonte 2010 è perfetto. Giovanni mi cerca, è ora di andare via, un’altra serata speciale ci aspetta, si saluta con grande piacere e gioia, si ringrazia Charlotte e suo fratello, grazie a una giornata bella e tanto desiderata. Un’ultima cosa, due passi nel piccolo borgo, due passi e due foto a godersi questo stupendo posto. Il vino c’è, qui si può anche dormire, qui vicino si mangia bene, quindi un posto per tornare ancora.

 

Pasquale Pace
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