Casale Cento Corvi 10 anni di Giacchè e non solo

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Casale Cento Corvi

Giacchè a colloquio con il tempo

Verticale 10 anni

Palazzo Ruspoli Sabato 12 Dicembre 2015

Azienda in Cerveteri (Rm)

Via Aurelia Km. 45,500

www.casalecentocorvi.it

Passare una giornata di dicembre con la cantina Casale Cento Corvi come se fosse maggio è stato un gran piacere. Il piacere mi arriva anche dal fatto che ho visto una programmazione che guarda a cose nuove e interessanti a iniziare dalle vigne, per adesso otto ettari, che da tre anni sono trattate con la Biodinamica. La giornata è iniziata alle 10,30 circa nel loro salone di degustazione, nel loro punto vendita in piena attività per Natale. L’inizio è con la presentazione della famiglia Collacciani da parte di Carlo Zucchetti. Il primo a parlare e a raccontare è il babbo che però si dilegua subito tra sorrisi e applausi lasciando la parola al figlio Costantino e alla figlia Giorgia. Il tutto è stato l’inizio di una gran bella giornata passata tra amici. Il primo ha parlato dell’azienda e delle nuove sperimentazioni sui vigneti con i preparati di biodinamica, la seconda dei vini e della cantina essendo enologa, poche domande con risposte esaustive, quindi la degustazione di tutti i vini in commercio attualmente e qui con i fratelli dietro ai banchi di assaggio ci sono state altre domande. All’ora di pranzo un ricco buffet ha aiutato la degustazione dei vini, tra quelli che mi sono piaciuti di più sono stati il Kantharos Bianco da uve Sauvignon e il Trebbiano Toscano. Il pranzo si è consumato tra scambi di idee e sorrisi, il momento clou ancora doveva arrivare, il tempo passa e si parte per la visita di Cerveteri antica. Tra le mura antiche e la piazza principale non poteva mancare la visita al Museo Nazionale Archeologico di Cerveteri, all’interno tantissimi ritrovamenti archeologici, tra questi i più importanti sono il cratere di Eufronio e la kylix (coppa del vino) di Eufronio, veri simboli del traffico illecito di reperti archeologi, il cratere trafugato da tombaroli nel 1971 è stato portato illegalmente in America ed esposto al Metropolitan di New York fino al 2006 quando è tornato in Italia ed esposto al Museo di Villa Giulia, qui è rimasto fino al dicembre 2014 per tornare finalmente e definitivamente a Cerveteri, dove ora resterà. La coppa invece dopo essere stata esposta al museo Getty di Malibù è tornata in Italia alla fine degli anni novanta. A vederli due veri capolavori dell’arte attica. Finita la visita ci si accomoda, sempre nella stessa piazza in uno dei saloni del Palazzo Ruspoli. La sala è pronta per la verticale, i vini sono stati aperti, i bicchieri sono stati avvinati, il tempo di accomodarsi e si inizia, davanti ai partecipanti, sul tavolo principale ci sono Costantino e Giorgia Collacciani, il loro ex enologo, l’amicizia ancora lo porta a collaborare con l’azienda, Angelo Giovannini e Carlo Zucchetti che ci introduce alla degustazione. Si decide di partire dall’annata più vecchia, quindi ecco i vini degustati:

2003 non amo i vini dove si sente la confettura pesante, questa è molto equilibrata, piacevole, un vino che è una sorpresa di bevibilità (85).

2004 vino che sbanda, acido, nulla sembra definito, un Giacchè che non mi convince assai (83).

2005 un vino che aspetterei ancora e chissà che non diventi un vino BUONO, BUONO, BUONO … (86).

2006 cioccolato amaro schietto, un vino pieno di sé, grasso, quasi mangioso. Ti riempie la bocca di supponenza, quasi a dirti: ti finirai bottiglie e bottiglie e non mi capirai mai fino in fondo, per questo ti senti intrigato dal mio essere vino (87)

2007 dai profumi sembra non essere granché, diverso dagli altri, mi resta peposo, piccante in bocca (82).

2008 vino ancora giovane, ti dice di lasciarlo stare, oggi non so che dire, mi sembra di averne un paio di bottiglie, le cercherò e le metterò nelle retrovie (??).

2009 all’olfatto non dà odori piacevoli, in bocca si fa bere, mi dà piacere, chissà che diventerai, oggi mi piaci (85).

2010 peccato il più moscio di tutti, difficilmente ne finirei una bottiglia oggi (??).

2011 ecco l’ennesima sorpresa dell’annata 2011, in tutta l’Italia ne sto sentendo di vini rossi buoni. Bei profumi, quasi affumicati, buona bocca (85+) buono oggi, domani e chissà dopodomani.

2012 dopo nove annate mi viene da pensare che aspettare un anno in più in bottiglia non gli farebbe male, poi pensi già sono tre anni … aspettiamo, ma poi se finisce all’azienda va bene così (83).

2015 da botte, un vino incredibile, un vino con cui puoi far tutto, un vino che vista la quantità maggiore, pur se piccola, ti fa pensare a una grande riserva di Giacchè, sarebbe la prima volta e sarebbe davvero bello pensarlo.

Tra tante domande, tra tante risposte, tra aneddoti sulle annate, sul lavoro degli enologici, termina una degustazione di un vino del Lazio da uve autoctone, l’uva giacchè appunto, che è di orgoglio per Cerveteri e per la nostra regione, ma più di tutto è di orgoglio per la famiglia Collacciani che ci ha sempre creduto. La soddisfazione e l’emozione che si legge sui volti di Costantino e Giorgia, perché il babbo non è venuto??, è evidentissima, lo scrosciare degli applausi è stata la testimonianza di una bella giornata passata insieme e di una verticale che ha soddisfatto tutti pienamente. Non sono mancate le foto finali seguiti dagli auguri di buone feste e di tanti successi per il Casale Cento Corvi e per i suoi vini, tra cui questo Giacchè. Seguirò l’evolversi dell’annata 2015 sapendo di aver oggi assaggiato un grande vino davvero.

 

Pasquale Pace
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