Balgera Vini a Chiuro e la sua Valtellina

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Balgera Vini di
Balgera Paolo & C. Sas
Via Maurizio Quadrio, 26
Chiuro (So)
www.vinibalgera.it

Tutto è accaduto in una settimana, dopo la manifestazione di Roma “Nebbiolo nel cuore”, un’azienda che era sempre sfuggita alle mie degustazione, anche se le rare occasioni in cui sono presenti sono le degustazioni di Les Caves de Pyrene, loro distributori in Italia.  Di sicuro non mi sfuggiranno a Roma il 23 Maggio 2016 alla degustazione della distribuzione. Dall’evento organizzato da Davide Bonucci e Marco Cum è nato l’appuntamento con questa azienda in Valtellina.  “Andiamo a vedere le vigne?” è una domanda alla quale non rispondo mai di no. Eravamo a metà marzo, una giornata di sole bellissimo, le vigne della Valtellina, vigne estreme, erano bellissime,  a fine potatura, con i loro terrazzamenti che risalgono a prima dell’anno 1000 d.c..  Ampi spazi coltivati a vite e tanti chilometri  di muri a secco lungo il versante retico delle Alpi Centrali. Visitare le vigne con Paolo,  il proprietario,  è emozione ad ogni passo, mostra i muretti antichi e poi le nuove vigne e qui si vede l’orgoglio di essere padre di due ragazzi in gamba, Matteo, il più giovane,  agronomo che ho conosciuto a Roma, l’altro, Luca, che non conosco, che è enologo. Paolo li nomina spesso e si capisce che grazie a loro, il coraggio e la forza di fare il vignaiolo sono aumentati tanto. Ma sta scendendo la sera e si torna in cantina, ci sono i trattori che Luca modifica a modo suo con il suo ingegno. Questa cantina esiste dal 1885 nel palazzo che è stata l’antica dimora dei nobili Quadrio; la sede fu acquistata da Pietro Balgera che fondò l’azienda Balgera, ne è testimone l’annata impressa su una botte. La cantina ha la volta a pietre piccole, molto bella, si passa di  vano in vano e mi rendo conto che in questa cantina, tra vasche di cemento, barrique, tonneau, botti grandi e bottiglie ci sono 17 annate di vino valtellinese, dal 1999 al 2015. Poi c’è lo storico che va indietro di tanti anni, forse nemmeno Paolo sa bene quale è la bottiglia più antica. Dai vari assaggi in cantina di vini in deposito, in cemento e in legno, mi resta impresso un già buonissimo Sforzato 2010. E’ il momento delle foto, tra le vecchie botti grandi e si passa in sala degustazione.

Si riassaggiano i vini di Roma e altri:

Riserva del Fondatore 1999 (91) degustato a Roma, non oggi, un vino che ha catturato, a ragione, le attenzioni di tutti gli appassionati  venuti alla degustazione Nebbiolo nel cuore.

Valtellina Superiore Valgella 2002 (88) un vino ancora giovane, ma espressivo di forza e carattere, lo si beve con piacere e ci si ritorna spesso durante la degustazione, lo immagini con un gran piatto di pizzoccheri.

Ca’ Fracia (87+) uno dei cru della Valgella e dell’azienda, arriva da una determinata zona, dopo due anni di botte grande, fa altri due anni di botte piccola per poi affinare sei mesi in bottiglia, lo lascerei ancora affinare perché diventi un grande vino , oggi, pur nelle sue spigolature, già lo è.

Valtellina Sforzato Tradizionale 1999 (91) un vino ottenuto dall’appassimento in graticci dell’uva Chiavennasca (Nebbiolo), un vino che Paolo mi dice da meditazione, io lo immagino con una grande carne di caccia, bevendo e mangiando in tranquillità la bottiglia finirebbe assaporando grandi piaceri, un vino da ricordare.

Valtellina Sforzato Barrique 1999 (88), fa appassimento come l’altro, dopo la spremitura fa barrique per 15/18 mesi, poi dopo il “melange” affina in acciaio, quindi in bottiglia, oggi nella beva lo vedo meno deciso e definito del precedente, forse ci sento ancora un po’ di legno, lo aspetterei per degustarlo in compagnia con un bel tagliere di formaggi stagionati.

Rosso di Valtellina 1999  (89+), Paolo mi annuncia questa bottiglia come una sfida, quella di tornare indietro, ecco quindi un  Rosso di Valtellina 1999, dopo i due colossi ti aspetti un vino minore, invece ecco la sorpresa, ti arriva un vino di una facilità di beva impressionante, un vino che me lo porterei in giro anche d’estate, quando dici basta coi vini bianchi e spumanti, passiamo a un rosso. Considerando anche l’ottimo prezzo, direi un vino che si fa amare.

Sforzato Nuove Tendenze (85) un vino che nasce dall’assemblaggio dei 5 uvaggi della Valtellina,  Sassella, Grumello, Sforzato, Valgella e Inferno, raccolto su quasi tutte le proprietà della famiglia Balgera, un vino buono che forse sarebbe stato meglio degustare prima.

Passito Luca 1° (87) un buon vino dolce, prodotto con grande passione da una famiglia che ha catturato le mie emozioni, una famiglia importante per il vino della Valtellina e non solo.

Si sta facendo tardi ma Paolo non vuole che finisca così:  se ne va e torna subito dopo con una bottiglia completamente impolverata,  dice che dovrebbe essere un Inferno 1983, la pulisce per bene, la apre con attenzione, la scaraffa, il colore è davvero invitante, la sente fredda, me ne versa un po’ e va a scaldare il decanter,  io mi preparo un altro bicchiere così la sentirò in tutte e due le versioni, calda e fredda.  Il mio commento è solo “grazie Paolo, per questo grande vino (93)”, un vino che ti culla, ti fa appoggiare alla sedia, ti fa chiudere gli occhi e godere. Un bellissimo momento a completamento di una visita in un ‘azienda davvero notevole. Esco fuori appagato di tutto, nel frattempo arrivano la mamma di Paolo, la sorella e la moglie, mancano i due ragazzi per completare un saluto a tutta l’azienda, a tutto ciò che di bello e buono fanno, ci rivedremo presto. Una visita che consiglio a tutti, vini che consiglio a tutti.

 

Pasquale Pace
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